Un umanista che amava l'arte e la storia

RICORDO DI RESTITUTO CIGLIA, UN AMICO DI ATRI

Nell’imminenza della festa di S. Francesco, ha incontrato sorella morte, a 91 anni, il Prof. Restituto Ciglia, docente di discipline artistiche, pescarese doc. Gli sarebbe stato consegnato tra qualche giorno il “Ciattè d’oro”, l’omologo dannunziano del “Ciriachino” di Ancona, perché il 10 ottobre è la festa liturgica del protettore di Pescara.

Il Prof. Ciglia era nato nel 1925, da Cetteo e Grazia Maria Ricci. Il papà era di origine piemontese, la mamma era figlia di Giustino, l’editore teatino di Gabriele D’Annunzio. Il giovane Restituto respirò l’arte sin dall’infanzia, in quanto papà Cetteo era litografo e collaboratore di Michele Cascella. Pescara, da poco elevata a provincia con la fusione del comune omonimo con Castellamare Adriatico, aveva grande vivacità culturale soprattutto con il Vate, trapiantato ormai fuori regione, ma sempre legato alla casa in Corso Manthonè.

Docente di discipline artistiche presso l’istituto “Luca da Penne” nel capoluogo vestino, e quindi in diverse scuole di Pescara, tra i diversi libri che ha scritto ricordiamo soltanto la monografia sul Tempio Nazionale della Conciliazione (Cattedrale di S. Cetteo) e sulla “Figlia di Jorio”, la tragedia pastorale di D’Annunzio, scritta nel 1904. Nel 1949 il Professore sposò la Prof.ssa Miranda Tinacci, latinista e hanno avuto quattro figli, stimati professionisti: Carlo, Francesco Paolo, Antonio e Grazia Maria. Con la consorte, scomparsa due anni fa, anche lei nelle vicinanze della festa di S. Francesco, rinnovò il patto d’amore dopo 50 anni di matrimonio, nella chiesa di S. Antonio in Pescara, con la celebrazione presieduta da P. Luigi Iannitto, della Custodia d’Oriente e Terra Santa, da 42 anni a Instanbul, dove ha tradotto il Vangelo in turco e accoglie i pellegrini nel Santuario di S. Antonio.

Con gli umanisti pescaresi, negli anni ’80 e ’90 partecipava alle “peregrinationes” di Avvento e Quaresima, con la S. Messa in latino, presieduta dal Prof. Don Antonio Grumelli, docente di sociologia presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Il nutrito drappello era formato, in primis, dal Prof. Giuseppino Mincione, organizzatore del programma e insigne cultore della latinità, con l’amico medico Dott. Gaetano Lauri. Dall’abbazia di S. Clemente a Casauria a S. Maria di Collemaggio, dalla Basilica Valvense alla badia di S. Clemente a Vomano, grazie al Prof. Restituto Ciglia venivano scoperti diversi aspetti dell’architettura e dell’arte abruzzese, con la puntualità dello storico dell’arte. L’Ubi Missa, ibi mensa era contemplato con il pranzo in uno dei ristoranti della zona e l’Abruzzo non è secondo a nessuno per le pietanze, anche perché regione agrosilvopastorale e marginalmente marinara.

Tre puntate delle “peregrinationes” si tennero in Atri, e non poteva essere altrimenti, essendo il fiore all’occhiello d’Abruzzo, quasi la sua piccola Firenze, per le opere d’arte racchiuse nel centro storico. Le chiese interessate furono la Basilica Cattedrale, S. Giovanni e S. Nicola. Nel Duomo fu celebrata la S.Messa a mezzogiorno, la celebrazione capitolare, trasferita nel 1996, quando la Cattedrale fu riaperta dopo un breve restauro all’interno, al tardo pomeriggio.

Il Prof. Ciglia ebbe tanto materiale artistico da commentare, con le linee romaniche della Cattedrale e di S. Nicola e l’architettura successiva di S. Giovanni, tanto amata dal Dott. Lauri che rimaneva incantato per molti minuti, fissando gli occhi sull’unica porta medioevale rimasta in Atri. La tradizione avrebbe potuto mettere nel conto anche puntate in altre chiese di Atri, come S. Francesco (peccato ancora chiusa!), S. Spirito e S. Chiara, con una puntuale spiegazione sul barocco. Purtroppo l’età avanzata dei sodali e il passaggio all’altra riva di molti di loro, hanno portato alla fine delle “peregrinationes”, ma non al culto della lingua regia della Chiesa.

Collocato in pensione nel 1988, il Prof. Ciglia è stato l’anima della vita culturale e artistica di Pescara. Due nipoti hanno seguito il Signore più da vicino, seguendo due particolari vocazioni, Don Andrea, fresco di ordinazione presbiterale e Suor Maria Ruth, monaca benedettina. Le esequie, come quelle della consorte, sono state celebrate nella chiesa di S. Andrea in Pescara, la sua parrocchia. Una chiesa significativa per il dialogo tra fede e arte, dove campeggia il pannello del Concilio Vaticano II, di Aligi Sassu, compiuto per iniziativa di Alfredo Paglione.

Con Restituto Ciglia se ne va un pezzo di Pescara, certamente meno ricca di storia rispetto ad Atri e a tanti altri luoghi d’Abruzzo, ma una città che ha avuto una meravigliosa era contemporanea caratterizzata da grandi personaggi, lo si voglia o no, come Gabriele D’Annunzio.

SANTINO VERNA