PER 13 ANNI HA GUIDATO LA CHIESA DI TERAMO-ATRI

I NOVANTA ANNI DELL’ARCIVESCOVO ANTONIO NUZZI

Il 3 agosto compie 90 anni, l’Arcivescovo emerito di Teramo-Atri Mons. Antonio Nuzzi, residente nella natia Bojano, dove è tornato quando ha lasciato la diocesi aprutino-atriana per raggiunti limiti di età. Da Bojano segue ancora con il pensiero e con il cuore la Chiesa particolare servita per 13 anni.

Mons. Nuzzi, nato in una famiglia numerosa da Nicola e Lucia Vallillo, è stato alunno del Seminario di Benevento, luogo di formazione per gli aspiranti al sacerdozio di alcune diocesi molisane. Il 7 agosto 1949 nell’allora Cattedrale di Boiano, fu ordinato presbitero dal Vescovo Alberto Carinci. Nella Chiesa che è in Campobasso-Boiano è stato Parroco, Vicario-Generale e Amministratore Apostolico, quando l’Arcivescovo Enzio D’Antonio si dimise e gli fu data la Chiesa titolare di Velebusdo, sconosciuta città della Dacia, prima del trasferimento a Lanciano-Ortona.

Nel 1981, S. Giovanni Paolo II lo nominò Arcivescovo di Conza, Nusco, S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia, pochi mesi dopo il terremoto dell’Irpinia. Fu consacrato dal Card. Sebastiano Baggio, conconsacranti il suo Arcivescovo, Mons. Pietro Santoro e Mons. Angelo Criscito, Vescovo di Lucera e San Severo, originario di Conza. Ha vissuto l’episcopato in roulotte, con tanti disagi dovuti al sisma e al tempo della ricostruzione. La diocesi era la periferia del mondo, dei quattro paesi era conosciuto soltanto Nusco, in quanto patria di Ciriaco De Mita.

Il 31 dicembre 1988 il trasferimento a Teramo-Atri. Una data poco coinvolgente per l’annuncio di una nomina episcopale, come del resto, la vigilia dell’Assunta. Ragazzi e giovani erano già con la mente al veglione di S. Silvestro, i più piccoli all’incendio dei raudi, i più assidui alla Chiesa si preparavano al ringraziamento di fine anno, con il Te Deum in Cattedrale.

Una quarantina d’ore dopo l’annuncio della nomina nelle sedi interessate, Mons. Nuzzi faceva il primo colloquio privato, faccia a faccia, con Padre Abele, nell’Episcopio di Teramo. Subito colpiva la generosità e l’affetto, unita al calore centromeridionale che nella Chiesa aprutino-atriana mancava da diversi decenni.

Mons. Antonio Nuzzi compì l’ingresso a Teramo il 4 marzo 1989, vigilia della IVa domenica di Quaresima, con il Vangelo del Padre misericordioso. Ai suoi lati, l’indimenticabile Padre Abele e l’Arcidiacono Mons. Gabriele Orsini, docente universitario, subito dopo nominato Vicario-Generale. Stessa cosa fece in Atri, il sabato successivo, giungendo in Piazza Duomo, senza lo sfarzo dei predecessori, salutato dall’allora Sindaco Prof. Donato Marcone. Presiedette in Cattedrale e concelebrarono i Canonici e i Parroci della forania, con l’animazione del coro “S. Francesco”, diretto dal M° Cav. Glauco Marcone. Un rifresco, come era avvenuto a Teramo, ci fu nella seconda città della diocesi, a Palazzo Acquaviva. Ma in Atri già la mente era rivolta al pomeriggio del giorno successivo, per il passaggio della “Tirreno-Adriatica”, seguito non solo dagli appassionati di ciclismo, ma in pratica di tutti gli atriani, orgogliosi di vedere il centro storico in diretta televisiva nazionale. Evento non di tutti i giorni.

Dopo quindici giorni tornò nella Concattedrale, per la Veglia Pasquale. Fissata alle 21, a latere vi erano il Parroco Don Giovanni D’Onofrio e P. Fausto Ugo Vergari, C.P., allievo di Mons. Battistelli, in aiuto alla Parrocchia per la Settimana Santa. Ma pochi giorni dopo fu sconvolto dalla dolorosa notizia del crollo del timpano curvilineo della chiesa di S. Gabriele. Confortò il Parroco Don Paolo Pallini e Annalisa Mazzocchetti, la ragazza di Silvi, mossa dalla devozione al giovane Santo, ferita dal crollo. Furono otto mesi di disagio per la Parrocchia e il nuovo Arcivescovo presiedette nel giorno del ripristino, il 23 dicembre 1989.

Mons. Nuzzi ha avuto sempre a cuore la città di Atri, dove non solo presiedeva in Cattedrale e nelle altre chiese nei tempi forti dell’anno liturgico o per le feste santorali, ma visitava gli ammalati e gli anziani, incontrati nei pellegrinaggi unitalsiani a Lourdes e Loreto. Era sempre uno dei Vescovi abruzzesi presenti sul treno bianco, come lo erano il Servo di Dio Mons. Amilcare Battistelli, su quello di Loreto, appuntamento estivo di tanti infermi e volontari e l’immediato successore Padre Abele, ma ormai i pellegrini si dirigevano maggiormente al Santuario alle falde dei Pirenei, nei pellegrinaggi di agosto o settembre. Si presentava senza preavviso alla casa di riposo “S.Rita” con l’utilitaria parcheggiata nelle vicinanze, dialogava con gli ospiti e celebrava la S. Messa.

Il 2 luglio 1994, inaugurò il Museo Capitolare rinnovato secondo le nuove disposizioni museali. Furono i penultimi grandi restauri del primo museo cittadino in ordine di tempo. In quel clima, l’alter ego della croce in cristallo di rocca (XIII sec.) diventava la Maestà di Luca della Robbia (1470 ca.), una terracotta invetriata, giunta grazie a Criseide di Capua, consorte di Bosio Attendolo Sforza, fabbricata per S. Fiora, paese natale di Padre Ernesto Balducci.

Il compleanno tondo coincide con la festa dell’Invenzione (del corpo) di S. Stefano Protomartire, al quale il Delitio ha dedicato un ritratto nel coro della Cattedrale di Atri. Anzi, lo ha pure immortalato una seconda volta, a mezzobusto, sempre nel ciclo atriano, per ricordarne la grande venerazione tra le genti adriatiche. A Mons. Antonio Nuzzi, indimenticabile Vescovo, i nostri filiali e affettuosi auguri.

SANTINO VERNA