NOVITA’ IN VISTA

LA LEGGE ELETTORALE PUO' ESSERE CAMBIATA

La novità degli ultimi giorni: la revisione dell’Italicum. Per me è stata una sorpresa e non da poco. Una legge superblindata, la migliore e più bella del mercato, non c’è stato un minimo spiraglio di poterla modificare, un anno e mezzo di discussione tra camera e senato, la fiducia messa dal governo per farla passare, il mal di pancia dei deputati di NCD, all’improvviso come per incanto diventa modificabile.

Cosa è successo per ottenere questo miracolo? Le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato che gli elettori del centro destra, nel ballottaggio, vanno a votare il M5S, senza ascoltare l’ordine dei capi. L’Italicum, che prevede il ballottaggio tra i due partiti che prendono più voti, permetterebbe di nuovo questo evento con la sonora sconfitta del governo.

I poteri forti, che stanno tutti con Renzi, hanno iniziato a tremare ed hanno inviato un   messaggio chiaro, preciso e senza giri di parole a Renzi: cambiare l’Italicum. L’intervista di De Benedetti, apparsa sul Corriere della Sera, non è casuale e dimostra la paura e la volontà di certi personaggi. La sintesi di De Benedetti è questa: siccome con questa legge vince Grillo per cui bisogna cambiarla. E poi il suo ragionamento è più complicato e sballato: siamo in un sistema tripolare (sinistra, M5S, centro destra) e questa legge nata nel sistema bipolare non va bene.

Per me tutti i metodi di elezione sono buoni e validi. Abbiamo bruciato molti metodi: proporzionale, uninominale, Mattarellum, Porcellum, Italicum. Il Porcellum è stato dichiarato incostituzionale e si è scelto il ballottaggio per non dare il premio di maggioranza ad un partito che arrivi al 30%.

Hanno fatto un sondaggio tra deputati e senatori del PD e il 62% sono favorevoli a modificare l'Italicum. Così i deputati, che dicono di voler fare il bene dei cittadini e del  Paese, con il rischio di non essere rieletti hanno pensato alla propria pancia e alla propria tasca. Il risultato: un anno e mezzo di lavoro buttato via con tanto spreco di denaro pubblico.

L’idea di fare una legge per non far vincere l’avversario è antidemocratico, illiberale, prepotente,  arrogante, odioso e  cattivo. Però, come al solito hanno fatto i conti senza l’oste e cioè che gli elettori di centro destra, disillusi dalla ultime vicende e per non far vincere Renzi, potrebbero votare già al primo turno il M5S e così non si andrebbe al ballottaggio.

Le modifiche che si vogliono apportare sono due: premio di maggioranza alla coalizione (idea fissa di Berlusconi) e preferenze per tutti i candidati (idea fissa di Bersani). La scelta delle preferenze per tutti i candidati è ottimo ma potrebbe nascondere l’insidia delle tangenti, che purtroppo non sono finite.

Il premio di maggioranza tra coalizione e partito fa cambiare le dimensioni della scheda, come abbiamo visto a Roma con 34 liste, e aumentare la confusione nei seggi. Tra i due metodi non c’è nessuna differenza. Il premio di maggioranza al partito costringe alcuni partiti, quasi omogenei, a raggrupparsi così da avere sulla scheda 7/8 candidati. Il premio di maggioranza alla coalizione lascia liberi tutti i partiti così da  avere sulla scheda 7/8 candidati premier e una trentina di liste collegate. Il tradimento, come abbiamo visto prima con Fini e poi con Alfano, è dietro l’angolo e non dipende dal metodo. Le coalizioni sono un fallimento politico da 30 anni, tra cui per ultimo l’attuale governo e parlamento, che è  stato eletto con una coalizione di PD e SEL ma con il governo formata con NCD e scelta civica. Il premio di maggioranza al partito, con un forte sbarramento per i partiti  piccoli, è indice di serietà ed onestà, se gli stessi partiti si presentassero da soli senza allearsi con qualcuno per vincere a tutti i costi.

Il premio di maggioranza alla coalizione, nella situazione attuale potrebbe far superare la soglia del 40% e così far perdere il M5S. Sento puzza di cose strane e torbide, come per gli inglesi dove hanno avuto la sfacciataggine di dire che per il NO hanno votato una marea di ignoranti o come per i brogli austriaci.

La cosa migliore è fare tutto dopo il Referendum di ottobre, a bocce ferme come si suol dire, e dopo che gli italiani si sono espressi su cosa vogliono.

Nicola Dell’Arena