DIBATTITO APERTO

 CRISI ECONOMICA E POLITICA: COSA CI ASPETTA?

 

Il mondo politico italiano è in forte movimento in vista delle scadenze elettorali del prossimo anno. Negli ultimi mesi si parla di un governo di grande coalizione comprendente Partito Democratico, Popolo della libertà e Terzo Polo (perché continuano a chiamarlo Terzo polo). Sinceramente non sono d'accordo sulla grande coalizione e non per motivi politici ma per problemi tecnici.

Il governo Monti ci lascia in eredità, oltre a tante cose tutte spiacevoli ma necessarie per l'economia del paese, il seguente principio: tutte le riforme sono meravigliose se approvate con il concorso del Partito Democratico mentre sono tutte schifezze se approvate da qualsiasi altra coalizione. A dimostrazione di questo principio, cito due esempi: la riforma pensionistica  e  il principio attivo. La riforma del sistema pensionistico approvato in fretta e applicato dopo pochi giorni  ha spostato di diversi anni l'uscita dal mondo del lavoro di milioni di italiani ed ha creato centinaia di migliaia di esodati. L'indicazione del principio attivo sulle ricette al posto del nome del farmaco, che a prima vista sembra una stupidaggine da solleone, fraudolentemente introduce il ticket sull'acquisto dei medicinali senza chiamarlo mai, infatti se il cittadino vuole per forza il farmaco migliore deve pagare la differenza.

Per riformare la costituzione italiana ci vuole il 75% di voti dei parlamentari e per due votazioni successive nei due rami del parlamento. Da questo principio costituzionale ne discende che ci vuole un governo che abbia il 75%  di parlamentari.

Dopo queste due premesse spiego i motivi tecnici che mi portano ad non essere d'accordo su una grande coalizione. 

L'attuale legge elettorale assegna il 60% di parlamentari alla coalizione che prende un voto in più delle altre, e credo che questo principio non sarà eliminato dalla nuova legge elettorale. Alle prossime elezioni si devono presentare diversi partiti, parlo di partiti e non di coalizioni in quanto sono fortemente deluso di quanto accaduto nella storia degli ultimi venti anni, con un proprio programma. In base alla legge elettorale il partito che vince prende il 60% di parlamentari e il secondo arrivato prende tra il 25 e il 35% a seconda dei voti presi dagli altri partiti che superano lo sbarramento. Con questo sistema ed in base alle indagini statistiche il Partito Democratico e il Popolo della Libertà, ad oggi non si può dire chi arriva prima, potrebbero avere oltre il 75% dei parlamentari. Nell'esempio mi fermo a due partiti perché con il terzo si inizia a creare confusione.

Nel caso si andasse alle elezioni con una grande coalizione (Partito Democratico, Terzo Polo e Popolo della Libertà) questa vincerebbe le elezioni, poiché attualmente supera il 50% dei consensi nelle indagini demoscopiche, ma arriva in parlamento con il 60% di parlamentari che non serve a niente per il bene dell'Italia. Inoltre si lascia il 40% dei parlamentari ad una minoranza, fatta da diversi piccoli partiti che superano lo sbarramento, inconcludente, chiacchierona e a volte anche pericolosa.

Dopo le elezioni e con i numeri citati Partito Democratico e Popolo della Libertà si devono mettere d'accordo per varare un governo tecnico, con l’eventuale riconferma di Monti, per poter fare tutte le leggi che servono per riformare il paese e far uscire l'Italia dalla crisi, anche se sono pienamente cosciente che l'uscita dalla crisi non dipende solo dall'Italia ma da tutto il mondo occidentale.

Nicola Dell’Arena