VIENNA CHIAMA ROMA

Complicazione del sistema elettorale italiano

Vienna chiama Roma, ma Roma non risponde, perché dorme. Alle 20,00 a Vienna si sapeva tutto dall’affluenza ai dati finali dei candidati. A Roma i primi dati ufficiali sull’affluenza sono arrivati dopo l,45 ore dalla chiusura dei seggi e questo ritardo non si capisce. In un paese moderno, efficiente ed organizzato questi dati devono essere forniti entro una mezzora.

Negli ultimi anni è valso la cattiva abitudine di presentarsi al seggio 5 minuti prima della chiusura con allungamento delle ore di votazione. E’ vero che gli scrutatori sono stanchi, e a volte con un presidente non preparato, per cui forniscono i dati con ritardo.  Poi c’è l’inserimento dei dati fatto a gruppo e non per  singolo seggio, mentre nei piccoli centri i dati sono raccolti e poi portati al comune, nel quale il personale inserisce i dati per il cervellone centrale del ministero, sistema che automaticamente porta ad un ritardo nella comunicazione. Alla fine ci si mette il cervellone centrale che rielabora i dati con forte ritardo.

I primi dati ufficiali dei risultati sono arrivati dal Ministero verso le 2,30 nel pieno della notte mentre i dati definitivi sono arrivati verso le 5 del mattino, dopo 6 ore dalla chiusura dei seggi. Che vergogna!

Per effettuare lo scrutinio ci vuole tempo. Tutto il seggio è stanco, stressato, mezzo addormentato,  poco lucido, deluso ed avvilito. Un sistema di votazione complicato e complesso che non aiuta né l’elettore né lo spoglio. Negli anni precedenti, con un sistema semplice di votazione, per scrutinare 500 schede ci voleva poco più di una ora. Adesso con un sistema complicato, con il voto disgiunto, con l’analisi delle schede nulle (che sono aumentate) e con le conseguenti liti tra scrutatori ci vuole 3 ore se i dati tornano, altrimenti si arriva a 4 ore, senza incolpare nessuno. La colpa è tutta del metodo non chiaro e complicato previsto dalla legge elettorale.

Ma è proprio impossibile fare una legge che faccia votare fino alle 20,00 e che alle 20,00 i seggi siano chiusi anche se ci fossero elettori in fila, come accade in tutti i paesi europei? Ma è proprio impossibile fare una legge che semplifichi il sistema di votazione ed eviti di far presentare liste che poi prendono lo 0 virgola %, con un forte aggravio dei costi per la stampa delle schede? Ma è proprio impossibile fare una legge che eviti la frammentazione delle liste e la dispersione dei voti,  e faccia procedere alla presentazione di poche liste? Siamo sicuri che le liste civiche di appoggio la al candidato sindaco fanno aumentare i voti ed invece non portano confusione ad una scheda già confusa e complicata? A Roma c’erano 13 candidati sindaci e 34 liste, 8 candidati e 24 liste non hanno superato il 2%, alcune liste sono arrivate allo 0,01%. Non mi dite che è antidemocratico non far partecipare quelli che poi prendono lo 0 virgola %. Li possiamo pure farli partecipare ma almeno, dopo gli scarsi risultati, pagassero il maggior costo del loro volere apparire, del loro egocentrismo e del loro divertirsi a spese degli altri.

Vienna chiama Roma, ma Roma non risponde, perché dorme. L’affluenza alle urne è diminuita del 5% attestandosi al 62% molto al di sotto del 78% di Vienna. Roma è andata in controtendenza con aumento del 5% ma fermandosi al 57%, che a scrutinio ultimato, si può affermare tutto a vantaggio del candidato del M5S. Che pena sentire alcuni direttori di giornali che dobbiamo abituarci a queste percentuali.

Al ballottaggio probabilmente andranno a votare il 40% degli elettori, perché  questa è la realtà degli ultimi anni. L’elettore che non ritrova il proprio candidato al ballottaggio preferisce stare a casa a fare cose più utili. Ho sentito candidati, ad iniziare da Sala di Milano, che rivolgono la loro attenzione a chi non è andato a votare. Sono fuori dalla realtà. Oramai ci sono cittadini che hanno perso completamente la fiducia nella classe politica italiana ed é difficile che tornino a votare se non vedono cose nuove, serietà, onestà, eliminazioni di sprechi (e mi pronuncio, per me le Olimpiadi di Roma, visto i precedenti tentativi tutti falliti, è un enorme spreco di denaro o forse, per essere maligni, un modo di dare denaro agli amici e agli amici degli amici), eliminazione di vitalizi e di stipendi elevati.

Cosa potrebbe succedere il 19 giugno? Nella precedente tornata al ballottaggio, gli elettori del M5S e del centro destra, populisti ed arroganti, hanno votato contro quello della sinistra e potrebbero fare la stessa cosa adesso. Vienna chiama e Roma potrebbe rispondere. I calcoli non sono stati fatti, perché sono difficili da fare, ma già da questa elezione appare chiaro che gli euroscettici sono vicini al 50% e l’Europa potrebbe tornare ad aver paura.

In base ai risultati di queste elezioni hanno calcolato che il 62% degli elettori potrebbero votare NO al referendum di ottobre.

Nicola Dell’Arena