25 APRILE: UNA DATA, UNA STORIA

Il 25 Aprile è senza dubbio il giorno più bello per la democrazia Italiana. Perché se la parola democrazia significa “ potere al popolo”, tutti gli italiani, dall’ insegnante all’ operaio, dal medico al contadino, decisero di prendere in mano il proprio destino durante gli anni della Resistenza. Con il passare del tempo tuttavia il giorno della liberazione è ricordato con sempre minore intensità,come se la libertà fosse ormai definitivamente acquisita. Come se essa non abbia bisogno di essere difesa giorno per giorno. Come se il fascismo paia archiviato per sempre nei libri di storia. Vorrei ricordare a chi è distratto che  in Europa vi sono campanelli d’allarme spesso sottovalutati. Milano e la Lombardia sono da anni teatro di raduni e concerti neo-nazisti; da tre anni gruppi di estrema destra  si riuniscono il 18 aprile per festeggiare  il compleanno di Hitler e nel giugno 2014 grande scalpore destò il raduno di nazi-fascisti provenienti da tutta Europa per raccogliere fondi a favore del partito greco xenofobo Alba Dorata. Tutto questo è stato possibile grazie al comportamento della Giunta lombarda sempre pronta a concedere autorizzazioni di questo tipo,con il beneplacito della prefettura e della questura. Vorrei ricordare che proprio a Milano negli anni ‘60 prese vita  “Ordine Nuovo”,organizzazione nera eversiva, coinvolta negli attentati   di Piazza Fontana e Piazza della Loggia. Ed è nel triangolo Milano – Brescia - Varese che i fascisti misero a disposizione i propri picchiatori per rompere i picchetti degli operai e per attaccare le manifestazioni studentesche. Dispiace che il Presidente del Consiglio e il gruppo dirigente del PD in questi giorni sono rimasti nel più assoluto silenzio sulla valenza storica del 25 Aprile. Qualche settimana fa si è svolto un convegno presso la casa della cultura di Milano sulla figura di Carla Voltolina, compagna del compianto Sandro Pertini. Mi preme particolarmente soffermarmi su di lei per la ricorrenza di questo 25 aprile. Ricordata dal sindaco di Milano Pisapia come una combattente che visse con coerenza i suoi ideali e la sua vocazione a favore dei più deboli e degli ultimi della società, Carla Voltolina è entrata nell’attività politica in punta di piedi con il suo carattere sobrio e particolarmente timido,scegliendo volontariamente di restare lontana dalle luci della ribalta. Iniziò la sua attività di partigiana a Torino,per poi trasferirsi nelle brigate Matteotti a Roma. Durante una missione clandestina nelle Marche,in un rastrellamento venne arrestata dalle SS a Visso sull’Appennino. Con altri compagni fu portata su un camion per la fucilazione e  un soldato tedesco,impietositosi, con un calcio la scaraventò fuori dal camion. Quel gesto apparentemente brutale le aveva salvato la vita. Sandro Pertini,di quel drammatico episodio,disse:” Il vero coraggio è di chi,come Carla,riuscì a continuare la lotta partigiana vincendo giorno dopo giorno la paura.” Una donna forte,anche nei momenti più drammatici, nonostante rischiasse la vita tutti i giorni durante le lotte partigiane. Carla abbandonò la scuola perché detestava le adunate del sabato fascista ma non cessò mai di studiare. L’impegno civile nel dopoguerra iniziò con la pubblicazione del libro “Cara Senatrice Merlin”, occupandosi di tematiche legate allo sfruttamento della prostituzione. Una battaglia contrastata da molti; polemizzò fortemente con Indro Montanelli che pubblicò ironicamente un pamphlet intitolato “Addio Wanda”. Dopo la laurea in Scienze politiche si specializzò in psicologia clinica. Vinse un concorso ma rinunciò al lavoro a favore di una giovane in difficoltà economica. Scelse comunque di rimanere nel campo sanitario come volontaria.  Fu cacciata per questioni politiche da un ospedale di Roma dove svolgeva volontariato. A dispetto del brutto gesto continuò il suo lavoro dando  a tutti lezione di cosa significasse impegno civile. Volle vivere sempre lontano dai riflettori,soprattutto nel settennato della Presidenza della Repubblica di Pertini. Scelsero di vivere in un piccolo appartamento vicino la Fontana di Trevi; seguì sempre il compagno anche nei momenti più difficili e drammatici come quando impedì a Papa Giovanni Paolo II di fargli visita in sala rianimazione, poiché ogni minima emozione poteva essergli fatale. Oggi entrambi riposano nel cimitero di Stella(Savona), dove ogni fiore e pensiero lasciato dagli anonimi visitatori testimoniano l’affetto verso due protagonisti della storia d’Italia,che hanno combattuto battaglie a favore della libertà e dell’ emancipazione degli ultimi. Socialisti convinti e poeti del sole dell’avvenire.

NICOLA CERQUITELLI