STORICO PRESIDENTE DI "ITALIA NOSTRA"

CENTENARIO DELLA NASCITA DI GIORGIO BASSANI

Nella festa di S. Giorgio, ricordiamo lo scrittore Giorgio Bassani, nel primo centenario della nascita, avvenuta a Bologna il 4 marzo 1916. Avrebbe festeggiato volentieri l’onomastico all’ombra della chiesa eponima della sua Ferrara, l’edificio benedettino “extra moenia” con la denominazione del Santo megalomartire, venerato dalla Chiesa latina e, a fortiori, da quelle d’Oriente.

Bassani, laureato con tesi su Nicolò Tommaseo, ha scritto, tra l’altro, “Il Giardino dei Finzi Contini”, l’opera più celebre. Ma per quanto riguarda Atri è famoso per esser stato, dal 1965 al 1980, Presidente Nazionale di “Italia Nostra”, nata dieci anni prima del prestigioso mandato, con un singolare legame con l’Abruzzo. In prima linea, nella fondazione, Elena Croce, figlia di Benedetto.

I 15 anni della presidenza di Giorgio Bassani furono assai importanti per la riscoperta del patrimonio ecologico, storico, artistico e monumentale del Bel Paese. Erano morti e sepolti gli anni della ricostruzione postbellica, era in atto il boom economico e nella penisola non c’era grande attenzione per i tesori racchiuse nelle città e nelle aree archeologiche. Lapidario rimane l’affresco di Indro Montanelli quando parla della Balena Bianca che si accaparrava il Ministero dei Lavori Pubblici o la presidenza di un ente anche se modesto, mentre l’opposizione si prendeva tutto quello che riguardava la cultura. Un riflesso rimane nella lottizzazione di mamma RAI. Il primo canale, colorato di bianco, ha l’informazione, la politica e l’intrattenimento sfociato ormai nei telequiz, il secondo d’impronta giovanilistica e socialista, il cui corrispettivo di Mediaset è Italia 1, il terzo, di dominio comunista, pieno di programmi di approfondimento e uno sguardo attento alla cultura.

In Atri, l’associazione “Italia Nostra”, dal 2002 con il nome di Giorgio Bassani, arrivò nel 1987, per iniziativa di alcuni cittadini appassionati delle cose belle. Primo presidente fu il Prof. Antonio Pavone, artista e naturalista, con all’attivo la pluriennale esperienza di docente di discipline artistiche all’estero. In quella veste aveva conosciuto Bassani e gli illustrò la cittadina natale, quando ne fu ospite.

Durante la breve presidenza del Prof. Pavone fu coinvolta la s.m.s. “Felice Barnabei” per il concorso fotografico “Atri in positivo, Atri in negativo”. Con l’appoggio dello storico preside Prof. Paolo Benimeo, pennese trapiantato a Pescara, e della Prof.ssa Giovanna Berardinelli Ciardulli, docente di educazione artistica, molisana di nascita e pescarese di adozione, gli studenti andavano in giro per il centro storico, fotografando quello che sembrava un pugno nell’occhio o un incantevole edificio salvaguardato e curato. La sinergia con la scuola erede dell’Avviamento Industriale promosse negli anni ’90, la mostra sui calanchi, per i quali il Prof. Pavone si batteva fin da giovanissimo insegnante in Atri, con la monografia edita grazie al compianto Pasquale D’Amario sempre solerte per la valorizzazione del territorio e l’istituzione della riserva naturale regionale dei calanchi.

La sezione di “Italia Nostra”, inizialmente ospitata nelle sale di Palazzo Arlini, sede dell’allora Centro Servizi Culturali, della Regione Abruzzo, diretto dal Dott. Vito Nicola Petrelli, ora Agenzia di Promozione Culturale, con le stesse funzioni, nel corso degli anni ha realizzato tante iniziative, volte alla valorizzazione di Atri e del territorio, ma anche alla denuncia a tutto quello che deturpa il pubblico godimento e la natura.

Per agevolare la visita turistica, nell’ambito della sezione atriana, si pensava intorno al 2000, ad un sistema di ascensori o scale mobili, avendo per base un parcheggio e collegando, in sostanza, la periferia al centro storico. Come avviene a Perugia e Assisi, dove il necessario sventramento per l’installazione delle scale, non ha ferito l’insieme del paesaggio. La soluzione sarebbe stato un bene per tanti atriani, trapiantati nel rione S. Antonio, a volte sprovvisti di mezzi propri oppure molto avanti negli anni, felici di risalire nell’area intramurale per la spesa al mercato coperto, gli adempimenti burocratici all’ufficio postale, la S. Messa nelle varie chiese del centro, gli acquisti in farmacia, la partecipazione alla vita culturale di Atri, con il Teatro Comunale, l’auditorium “S. Agostino”, la “Sala del Caminetto” (luogo assai familiare agli ambientalisti atriani della prima ora), o più semplicemente, la passeggiata tra i vicoletti e gli “spurt” ritrovando i luoghi dell’infanzia. Nel 2001, il problema è stato parzialmente risolto, con l’adozione di una corriera di ridotte dimensioni, volta a collegare la periferia al centro.

La proposta dell’intestazione a Giorgio Bassani, a due anni dalla morte, si deve ad una riunione di soci, con la solerte e discreta animazione dell’amico Pino Perfetti, storico componente del Circolo di AC di Atri, pittore e musicista dilettante, realizzatore negli anni ’50 e ’60 di registrazioni con il “Gelosino” di non pochi momenti di vita atriana. Quelle “pizze”, all’ombra della chiesa di S. Agostino, meriterebbero un angolo nel “Mediamuseum” di Pescara, voluto da Edoardo Tiboni.

Nei primi anni 2000 si era nel periodo dei calendari tematici, presentati alcune settimane prima di Natale, a volte con l’intervento di Emiliano Giancristofaro, storico Presidente regionale di “Italia Nostra” e presenza pregnante nella RAI regionale, quando si facevano i programmi culturali, in radio e sul piccolo schermo. Erede di Francesco Verlengia, il Prof. Giancristofaro è un grande amico di Atri e le sue apparizioni nella città degli Acquaviva sono state sempre nel clima della valorizzazione di una cittadina dove arte, natura e cultura s’intrecciano armoniosamente e soavemente, in una sinfonia di umanità.

SANTINO VERNA