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- Pubblicato Mercoledì, 10 Febbraio 2016
- Scritto da Nicola Dell'Arena
LAUDATO SI, L'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO
Cambiare stile di vita
12a PARTE
Il sesto ed ultimo capitolo porta il titolo di “educazione e spiritualità ecologica” è formato da 9 sottocapitoli e da 44 paragrafi (dal 202 al 246). Il capitolo presenta numerose soluzioni da dare al sistema in crisi. Inizia con un prologo (paragrafo 202) che riporto interamente “Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione”. Il prologo effettua una sintesi di tutto il capitolo, inizia con una costatazione e termina con soluzione. Mi piace molto la frase “prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare” perché c’è necessità di cambiare non solo sull’ecologia ma anche per i problemi etici e comportamentali.
Il primo sottocapitolo dal titolo “puntare su un altro stile di vita”, è già dal titolo una soluzione, parla di: 1) il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue” (paragrafo 203); 2) “la situazione attuale del mondo provoca un senso di precarietà e di insicurezza che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo” (paragrafo 204); 3) “eppure non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, tornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto” (paragrafo 205)”; 4) “un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale” (paragrafo 206); 5) “la Cartadella Terra, del 2000, ci chiamava tutti a lasciarci alle spalle una fase di autodistruzione e a cominciare di nuovo, ma non abbiamo ancora sviluppato una coscienza universale che lo renda possibile” (paragrafo 207); 6) “quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società” (paragrafo 208).
Il secondo sottocapitolo porta il titolo “educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente”. La prima frase di questo sottocapitolo, paragrafo 209, “la coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini” letta insieme alla frase “cambiare stile di vita” è una grande proposta. A livello generale e generico la proposta è semplice ed é vera ma a livello di problemi puntuali la soluzione diventa difficile e complicata nell’applicazione.
Il paragrafo 211 elenca una serie di “piccole azioni quotidiane” che servono a far cambiare lo stile di vita delle persone. Le elenco tutte perché ognuno possa riflettere ed agire di conseguenza ed insieme riporto alcune costatazioni personali.
“Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento”. Come amministratore di condominio sono anni che dico che mi sono riabituato a stare a 20 gradi ma la mia voce resta inascoltata ed è sempre una lotta ad avere più calore.
“Evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si può mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente”. L’uso della plastica è nata con la società consumistica e dello spreco, e così nei piccoli festeggiamenti su butta tanta plastica inutile. Invece di farsi una doccia al giorno si può fare una ogni due o tre giorni, non succede nulla e così si riduce il consumo dell’acqua, la stessa cosa vale per il cambio degli indumenti. Secondo me, più che differenziare i rifiuti, bisogna tornare ad un tipo di produzione e di società che crea meno rifiuti. Ci laviamo con il dentifricio due o tre volte al giorno, così ci hanno detto i dentisti, senza sapere se tutto il fluoro faccia veramente bene. Personalmente da circa un anno metto poco dentifricio, l’essenziale è togliere i residui di cibo dalla bocca e poi, a fine barba, il pennello non lo risciacquo riutilizzando il sapone una seconda volta. Recentemente a Roma, per problemi di bilancio, hanno eliminato alcune linee e diminuito la frequenza di passaggio (da20 a30 minuti) do altre linee. Quando devo girare per Roma mi sorge sempre il dubbio se andare con la macchina (circa 30 minuti) o prendere i mezzi (circa 90).
Dell’Arena Nicola