LAUDATO SI, L'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

Bene comune e giustizia tra le generazioni

9a PARTE

Il quarto sottocapitolo con il titolo “il principio del bene comune”  è formato da tre soli paragrafi ed è il più breve di tutta l’Enciclica. Esso è tutto incentrato sul bene comune, sulle sue applicazione e sulle relative conseguenze. Vista la brevità e la qualità delle affermazione fatte si riporta tutto il sottocapitolo.

Il paragrafo 156 inizia con una grande affermazione “l’ecologia umana è inseparabile dalla nozione di bene comune, un principio che svolge un ruolo centrale e unificante nell’eticasociale” e poi l’Enciclica riporta la definizione di bene comune tratta dal documento del Concilio Ecumenico Vaticano II Gaudium et Spes come attestazione chela Chiesasi è sempre preoccupata del bene comune. Il bene comune è “l’insieme di quelle condizione della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”.

Nel paragrafo 157 l’Enciclica mette in relazione il bene comune con la persona, i gruppi intermedi e lo stato.

“Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale”.

“Esige anche i dispositivi di benessere e sicurezza sociale e lo sviluppo dei diversi gruppi intermedi, applicando il principio di sussidiarietà. Tra questi risalta specialmente la famiglia, come cellula primaria della società”.

“Infine, il bene comune richiede la pace sociale, vale a dire la stabilità e la sicurezza di un determinato ordine , che non si realizza senza un’attenzione particolare alla giustizia distributiva, la cui violazione genera sempre violenza”.

“Tutta la società – e in essa specialmente lo Stato – ha obbligo di difendere e promuovere il bene comune”.

Nel paragrafo 158 il Papa lancia un grande ed accorato appello alla solidarietà per i più poveri.

“Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove riscontrano tante iniquità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile c conseguenza, in un appello alla solidarietà ed in una opzione per i più poveri”.

“Questa opzione richiede di trarre le conseguenze della destinazione comune dei beni della terra, ma esige di contemplare prima di tutto l’immensa dignità del povero alla luce  delle più profonde convinzioni di fede”. “Basta osservare la realtà per comprendere che oggi questa opzione è un’esigenza etica fondamentale per l’effettiva realizzazione del bene comune”.

Il quinto sottocapitolo porta il titolo “la giustizia tra le generazione” e parla di: 1) “la nozione di bene comune coinvolge anche le generazioni future. Non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni” (paragrafo 159); 2) “quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori” (paragrafo 160); 3) “le previsioni catastrofiche oramai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia”  (paragrafo 161);  4) “questa incapacità di pensare seriamente alle future generazioni è legata alla nostra incapacità di ampliare l’orizzonte delle nostre preoccupazioni e pensare  a quanti rimangono esclusi dallo sviluppo” (paragrafo 162) .

Nicola Dell’Arena