LUNGO IL VIAGGIO DEI PENSIERI L'INCONTRO CON LUCIO MAGRI E GHERARDO D'ALESSIO

"HANNO COSTRUITO LA MIA ANIMA POLITICA"

Il tempo del Natale ci solleva per qualche giorno dai ritmi alienanti della routine quotidiana; abbiamo momenti di riposo dal lavoro, dalle pastoie burocratiche e quant’ altro. Ma il Natale esige anche un dialogo interiore con sé stessi. A me è capitato di cullarmi di vecchi ricordi: riaffiorano alla mente gli anni giovanili della passione politica. Ed i pensieri hanno deciso di soffermarsi su una persona molto cara, Gherardo d’ Alessio, insegnante di formazione politica ai tempi in cui muovevo i primi passi all’ interno della FGCI. Alcuni possono influenzare intensamente, spesso a loro insaputa, la vita di una persona e Gherardo per me è stato tra questi. Ma ecco che il mio inconscio decide di associare Gherardo a Lucio Magri. In realtà un motivo c’è ed è qualcosa di molto tragico: entrambi hanno deciso di porre fine prematuramente alla loro vita. Due personaggi, dalla storia e dalla statura politica diverse, che hanno costruito la mia anima politica: l’ uno, Gherardo d’ Alessio, direttamente, l’ altro, Lucio Magri, indirettamente. Gherardo fedele alla linea del partito, Lucio Magri dallo spirito scissionista. I miei pensieri ora viaggiano da soli … mi accorgo però di avere la televisione accesa. Il telegiornale apre con notizie di politica, ascolto dei nomi : Luca Lotti, Pina Picierno, Matteo Orfini … davvero un trauma. Passare da Lucio Magri a questi qui è fortemente controindicato per chi ha vissuto ben altre idee politiche, ben altre battaglie. Decido allora di spegnere la tv e mi abbandono totalmente al ricordo di Lucio Magri: rivivere la sua vita vuol dire per me rivivere un pezzo importante del mio (molto modesto) impegno politico. Dopo un’ esperienza iniziale nella gioventù democristiana, Magri entra nel PCI negli anni cinquanta. Il 1968 è un anno fondamentale: l’ URSS invade la Cecoslovacchia durante la primavera di Praga. Magri non ci sta a seguire la linea del partito: con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina e altri dà vita alla rivista "Il manifesto", da lui diretta. Con una decisione molto sofferta, come dirà poi Enrico Berlinguer, la dirigenza del PCI deciderà di radiarli. Nel luglio 1974 dall'unificazione del Partito di Unità Proletaria (PdUP) con il gruppo de il manifesto nasce il Partito di unità proletaria per il comunismo di cui Lucio Magri diventa segretario. Nel 1983, in occasione delle elezioni politiche, e nel 1984, in vista di quelle europee, il PdUP per il Comunismo presentò liste comuni col PCI, partito che Magri aveva sostenuto sempre più esplicitamente da quando il suo segretario, Enrico Berlinguer, aveva abbandonato il compromesso storico. A fine marzo del 1984 si tenne a Milano nella sala della Provincia, il Congresso nazionale del PdUP per il comunismo nel quale Magri nella sua relazione iniziale dichiarava finito il compito del PdUP in quanto il PCI si era di nuovo spostato a sinistra. Il crollo del muro di Berlino apre una fase di svolta nel mondo della sinistra. Il congresso di Rimini del 1991 dichiara definitivamente conclusa la storia del PCI. Magri non aderisce al nascente PDS e contribuisce a fondare Rifondazione comunista che in seguito abbandona per divergenze politiche. Chi ha letto Lucio Magri sa quanto egli fosse polemico, quasi indignato con quella corrente di pensiero e di scelte politiche che alla fine degli anni ‘80 venne definita come “nuovismo “. Non era quindi la consapevolezza della crisi che mancava a Magri , in realtà ciò che detestava e considerava un grave errore era la liquidazione di una storia umana, intellettuale e politica e la retorica di un nuovo che si presentava senza radici, senza cultura politica e, quindi, senza futuro … perché la radici sono importanti, mi sento da aggiungere. Ma il “nuovismo” della giovane leva renziana non vuole sentirne parlare di passato: da Lucio Magri a Luca Lotti … sic transit gloria mundi.

Nicola Cerquitelli