Il calore e la bellezza del Natale

I PRESEPI NELLE CHIESE DEL CENTRO STORICO IN ATRI

Il tempo natalizio costituisce un motivo in più per visitare le chiese di Atri, perché vengono allestiti i presepi, nello stile francescano. Tutto cominciò la notte di Natale 1223 a Greccio, e Atri si apprestava a diventare città e sede vescovile. Presto sarebbero arrivati i figli di S. Francesco e nel 1240 già si parlava di loro, con la chiesa del Patriarca dell’Ordine Serafico.

Partendo da S. Spirito, ricordiamo il presepe realizzato da Antonio Assogna, dalle spiccate doti artistiche sulla scia dello zio e maestro Giuseppe Antonelli, la cui poliedrica attività di artista non ha trascurato la più grande tradizione natalizia. Luogo scelto, un vano annesso alla chiesa, punto di partenza per l’erigendo Santuario di S. Rita.

L’oratorio della Trinità da anni non allestisce il presepe, perché officiata soltanto due volte l’anno: le Quarant’Ore prima dell’inizio della Quaresima e la festa di S. Rocco. Aperta comunque in altre occasioni, il Bambinello fu portato nella chiesa di S. Nicola, quando molte celebrazioni furono trasferite alla parrocchia.

S. Nicola ha avuto una lodevole tradizione presepiale, con la collaborazione dei giovani del coro, attraverso l’allestimento lungo la navata destra e il prolungamento dell’abside. In alcuni anni sono stati scelti, con la regia di Pasquale Leonzi, alcuni temi per corredare il Mistero della Natività. Nel 1985 fu scelta la società contemporanea, con la presenza di innumerevoli macchinine, imago brevis del mondo motorizzato. Si stava per uscire dagli anni di piombo e i politici esternavano la vecchia cantilena del Mezzogiorno d’Italia e dell’occupazione dei giovani. Problemi mai risolti.

S. Chiara ha con il presepe un rapporto privilegiato, per essere l’unica chiesa con una comunità francescana presente. Nel monastero si conserva un presepe napoletano (XVIII sec.), anche se quello che colora le feste natalizie ha un taglio più moderno. Il messaggio è identico, la bellezza pure, perché difronte al mistero della Natività non guardiamo le epoche.

S. Francesco ha addirittura il presepe permanente, il Mistero della Natività corredato da qualche pastorello ricorda l’indelebile notte del 1223. Il presepe è ubicato nella cappella di S. Raffaele Arcangelo, diventata da meno di mezzo secolo di S. Giuseppe Artigiano, per volere di Peppino De Gabrielis, storico custode della chiesa, con il postergale di Antonino Anello. Il poeta ebanista ha pure realizzato una composizione in vernacolo sul Natale, densa di commozione, pubblicata nel 1977 nella raccolta “Lu ttavette”. Il presepe permanente, però, non rende un servizio a tutto tondo per la catechesi, perché Gesù Bambino si fa grande e non è sempre Natale. Va disfatto il 2 febbraio, quando il Bambinello compie 40 giorni, e già è proiettato il cammino quaresimale. Per praticità il presepe viene smontato dopo la festa del Battesimo del Signore, a conclusione cioè del periodo liturgico del Natale.

Il sagrato di S. Francesco sormonta una piccola grotta a metà strada tra il presepe e il ninfeo rinascimentale. Con il ritorno dei Conventuali (1936) è diventata cappella dell’Immacolata con la statua della Madonna di Lourdes e la vasca con i pesci. La cancellata in ferro battuto fu realizzata da Pierino Marcone, morto nel 1984, residente nel quarto Capo d’Atri, dove aveva la bottega, separata dall’abitazione, con la radiosa immagine del Sacro Cuore di Gesù. In tempi recenti la grotta è stata utilizzata per il presepe vivente o con statue, perché il luogo più idoneo di Atri centro per rappresentare il Mistero della Natività. Nel resto dell’anno è utilizzato per la preghiera mariana o l’umile sosta orante per chi dalla piazza municipale si reca in Cattedrale o viceversa.

S. Giovanni ha avuto una tradizione più sobria del presepe. Un anno ne fu realizzato uno soltanto con Gesù Bambino, la Madonna e S. Giuseppe. Per i primi due si ricorse al Bambinello di cui la chiesa è dotata e ad un manichino di un esercizio di abbigliamento, mentre il padre davidico era la statua di S. Liborio, “conocchia” custodita nell’oratorio del SS. Rosario, le cui insegne sono custodite nella sala “Luigi Cosanni”, annessa alla chiesa.

La Cattedrale ha per certi versi il presepe permanente, nel pannello di Andrea Delitio, con il Mistero della Natività. E’ forse uno dei pannelli più noti nel ciclo della Cattedrale, perché contiene tutta la poesia della nostra terra. S’intravede il Colle della Giustizia, la pena di morte che veniva inflitta al tempo degli Acquaviva e i giovani che ballano il saltarello. Illustrato chissà quante volte da Tommaso Antonelli e dal figlio Peppino, da Gaetano Cervone e Antonio Ferretti, molti hanno la gioia di guardare l’affresco la notte di Natale, come faceva Giuseppe Antonelli, presente alla Messa di mezzanotte. Sedeva in uno degli stalli lignei, non più occupati dai canonici, e gli facevano compagnia il preside Prof. Dante Tracanna e il poeta Antonino Anello. Un affresco nell’affresco. Atriani d’altri tempi che sapevano e sanno dare una marcia in più alle tradizioni natalizie e non solo natalizie.

A S. Reparata l’artistico e peculiare presepe con la ricostruzione di Piazza Duomo e l’assonometria della Cattedrale. Alla rappresentazione è stato abbinato il rito dei “faugni”, compiuto in due date legate all’allestimento o comunque ai preparativi del presepe: l’8 e il 13 dicembre, l’Immacolata Concezione, dove in alcuni luoghi si pone la Madonna nella grotta e S. Lucia, il cui nome richiama il Cristo luce del mondo, venuto a rischiarare la notte dell’esistenza umana.

SANTINO VERNA