UNA RICCA VIDEOTECA RACCONTA LA TRADIZIONE ATRIANA

I FAUGNI NELLA RAI REGIONALE

Nella videoteca della RAI di Pescara i “faugni” di Atri hanno sicuramente una collocazione d’eccezione, anche se sono arrivati in ritardo, rispetto ad altre tradizioni popolari della regione. Alla fine del XIX sec. non furono infatti fermati sulle tele di Francesco Paolo Michetti e nel secolo successivo nella città dei calanchi non saliva abitualmente alle prime luci dell’alba del giorno dell’Immacolata, Alfonso Maria Di Nola, grande studioso delle religioni. Se il cenacolo dannunziano di Francavilla non aveva incluso Felice Barnabei, neppure i “faugni” erano entrati nelle conversazioni dei pochi intellettuali, come D’Annunzio e Scarfoglio, che sprovincializzarono l’Abruzzo.

Erano le 19,10 di sabato 15 dicembre 1979 quando cominciarono i TG regionali, con la direzione del democristiano Biagio Agnes e del comunista Sandro Curzi, vice-direttore, dalla sede di Via De Amicis, condotto da Giovanni Verna, per il giornale “sic et simpliciter” e da Domenico Marcozzi, per lo sport. I fuochi dell’Immacolata erano passati da sette giorni e nel primo telegiornale della TV di Stato per l’Abruzzo già si pensavano ai fatti quotidiani. I “faugni” non godevano in quegli anni di salute perfetta, erano sempre un rito osservato e amato dagli atriani, ma era ancora fresco il ricordo di un anno quando i fasci di canne non arrivavano a venti, con la disaffezione dei ragazzi un po’ stanchi per la “nottata” oppure impegnati a lanciare raudi e pirat in uno dei tanti vicoletti sfiorati nel corteo, praticamente riguardante tutta la parte intramurale del paese.

E, soprattutto, la festa riguardava ormai soltanto l’8 dicembre, essendo finite le altre tre kermesse dicembrine con l’accensione e la sfilata dei fuochi: S. Barbara, S. Nicola, S. Lucia, rispettivamente con l’organizzazione delle compagini dei minatori del Belgio, dei sarti e dei fabbri ferrai. I “belgiaroli” ,ancora quasi tutti viventi, erano avviati purtroppo verso la prematura scomparsa, i sarti cominciavano a ridurre la presenza e l’attività, stessa cosa per i fabbri. Le feste dei Santi dell’Avvento cadono peraltro in giorno lavorativo, e anche la ricorrenza liturgica di S. Nicola è stata spesso trasferita in estate. Soluzione anacronistica per le due vergini martiri che hanno bisogno della fredda atmosfera di fine autunno, con il significato della luce per sottofondo visivo.

Nel 1983, per iniziativa di Giovanni Verna, i “faugni” ebbero un servizio sul TG regionale. Il comitato era presieduto da Antonino Modestini, con l’illuminazione dei buchi della facciata rettilinea della Cattedrale. La troupe di Pescara arrivò dalla sera precedente e fu previsto il pernottamento, per evitare la levataccia antelucana nella città dannunziana o negli immediati dintorni. Ma comunque gli addetti alla ripresa dovettero svegliarsi in orario insolito, per essere pronti alle 4,30. Occorreva filmare il momento clou dell’accensione, con la visibile emozione di giovani e meno giovani. E così i “faugni” entrarono nelle salette di montaggio dello stabile nel pieno centro di Pescara, accanto alle “farchie” di Fara Filiorum Petri e Casacanditella, prima del trasferimento in nastroteca, nel piano superiore, biblioteca per immagini della terra d’Abruzzo.

La troupe di Pescara divenne il confetto argentato sulla pizza dolce. Dai primi di novembre si aspettavano con i “faugni”, anche il telecineoperatore e lo specializzato, perché Atri sarebbe così entrata, nelle case di tutti gli abruzzesi. Ma anche di qualche regione limitrofa, perché qualche televisore riusciva a captare il giornale di Via De Amicis, sia pure con beneficio d’inventario. In altre parole la possibilità di vedere contemporaneamente più di un TG regionale era un’ulteriore finestra su un microcosmo.

Nel 1991, sempre per iniziativa di Giovanni Verna, i fuochi dell’Immacolata tornarono sullo schermo, nel TG regionale. Fu intervistato Piergiorgio Cipollini, storico locale e la location, fu Piazza Duomo, con lo sfondo della Cattedrale e il suono del campanone.

Piergiorgio spiegò il significato dei “faugni”, l’origine pagana e la cristianizzazione, avvenuta nel V secolo, con il Concilio di Efeso, quando i padri conciliari uscirono dalle aule delle adunanze con le fiaccole per festeggiare la “Theotokos”, la Madre di Dio. La telecamera entrò per qualche minuto in Cattedrale, ma la Basilica non era gremita come una volta, quando il freddo- si diceva- rianimava le anguille! Terminata la sfilata con l’unico falò, tanti fanno colazione con gli amici, tornano a casa, si concedono a volte un po’ di sonno, e partecipano alla Messa nei Secondi Vespri, in Cattedrale, con la Messa del “Tota Pulchra”, dove c’è sempre tantissima gente. Le celebrazioni dell’Immacolata sono siglate dalla processione (un tempo se ne facevano due contemporaneamente, per la parrocchia di S. Maria e per la chiesa dei frati), con il “mezzo giro”, anche per il freddo dicembrino.

Dopo il 2000 i “faugni” hanno avuto un’attenzione sempre maggiore dal TGR Abruzzo, complice la valorizzazione nel calendario atriano. La rinascita della tradizione dicembrina ha avuto il sigillo della presenza di Emiliano Giancristofaro, amico di Alfonso Maria Di Nola, morto nel 1997. Significativi i servizi di Umberto Braccili, sulla scia del padre, Gigino, morto l’anno scorso, sempre attento alle tradizioni popolari della regione. Giancristofaro dagli anni ’70 ha realizzato diversi servizi sulle tradizioni calendariali e lavorative della regione, confluite in “Totemaje”, il cui titolo non all’ordine del giorno ricorda un alter ego delle virtù teramane (e atriane), ma i “faugni” ancora non erano presenti. Sulle TV commerciali venivano mandate in onda le “Storie del silenzio: cronache di vita popolare abruzzese”, con la voce narrante di Elia Iezzi.

E significativa l’intervista al fondatore del Museo Etnografico, Ettore Cicconi che ha sapientemente e soavemente illustrato l’antica tradizione atriana.

SANTINO VERNA