LAUDATO SI, L'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

 Grido della terra e grido dei poveri

4a PARTE

Nel quarto sottocapitolo l’Enciclica si sofferma sul “deterioramento della qualità umana e degradazione sociale”.  In esso si ricorda il degrado delle grandi città (paragrafo 44) “non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre sommersi da cemento, asfalto, vetro e matalli, privati dal contatto fisico con la natura”. Il degrado di luoghi rurali e urbani (paragrafo 45) “dove vivono gli scartati della società”, l’aumento della violenza e il consumo crescente di droghe (paragrafo 46), le dinamiche dei media e del mondo digitale (paragrafo 47) “che quando diventano onnipresenti, non favoriscono 1o sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità”.

Una frecciatina viene lanciata (paragrafo 46) nel leggere “la crescita   degli  ultimi due secoli non ha significato in tutti i suoi aspetti un vero progresso integrale e un miglioramento della qualità della vita”.

Il quinto sottocapitolo con il titolo “iniquità planetaria” inizia (paragrafo 48) “l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”.  Si parla di come il degrado ambientale colpisce sempre i più poveri (paragrafo 49)  affermando che “un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido  dei poveri”.

Nel (paragrafo 50) si parla della riduzione della natalità, dell’eccessivo consumismo, dello spreco del cibo, “il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero”.

Nel (paragrafo 51) afferma che  “l’ iniquità non colpisce  solo gli individui ma Paesi  interi, e obbliga a pensare ad un’etica delle relazioni internazionali”. Nel (paragrafo 52) si parla del “debito estero dei Paesi poveri” e del rapporto sbilanciato Nord-Sud.

“La debolezza delle relazioni è il titolo del sesto sottocapitolo. Il paragrafo 53 è tutto da leggere, tutti i suoi capoversi sono interessanti, degni di nota e inducono ad una profonda riflessione. In esso si trova tutto lo spirito e tutta l’essenza dell’Enciclica.

Inizia con un grido di dolore e di allarme “queste  situazioni  provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo,  con un lamento che reclama da noi un’altra rotta”. Prosegue con una frase forte per il modo di essere e di parlare della chiesa “mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli”. Solamente questa frase merita volumi interi di commenti.

Il terzo capoverso richiama il rapporto diretto esistente tra creatore e creato ed è indispensabile in un documento della chiesa “siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza”.

Nei capoversi quarto e quinto ci sono prima una constatazione di mancanza di qualcosa e poi un primo modo di dare la soluzione “ il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino strade, cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo  tutti, senza compromettere le generazioni future”, “si rende indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia”.

Nei paragrafi successivi si parla: della sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza (paragrafo 54); di una lotta sincera contro la corruzione e delle abitudini nocive di consumo (paragrafo 55); del prevalere della speculazione e della rendita finanziaria che vanno contro la dignità umana e dell’ambiente (paragrafo 56); di risolvere le cause che possano dare origine alle guerre (paragrafo 57); di esempi positivi per migliorare l’ambiente (paragrafo 58); di ecologia superficiale o apparente  che consolida una spensierata irresponsabilità (paragrafo 59).   

Nel settimo sottocapitolo dal titolo “diversità di opinioni si parla “delle diverse visioni e linee di pensiero in merito alla situazione e alle possibili soluzioni” (paragrafo 60) e alla fine accenna a quello chela Chiesapuò fare, riconoscendo i propri limiti “non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto fra gli scienziati, rispettando le diversità di opinioni” (paragrafo 61).

Nicola Dell’Arena