TANTE STATUE IN CITTA', MA LA DEVOZIONE E' SCOMPARSA

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA IN ATRI

Prologo della Solennità dell’Immacolata Concezione è la memoria della Medaglia Miracolosa, il 27 novembre. Una memoria molto legata all’Avvento, il tempo più mariano dell’anno liturgico. Se, sotto il profilo popolare, il mese della Madonna è maggio (il mese non fa parte della “mens” liturgica), l’Avvento è tipicamente mariano, perché illuminato da tre lampade: Maria Santissima, Giovanni Battista, il profeta Isaia.

Gli eventi di sangue di Parigi, la sera del 13 novembre, hanno evocato in molti la marianità che trasuda dalla Francia, fortemente e sfacciatamente laicizzata. Il Santuario di Lourdes è stato per molti l’unico anello di collegamento con la Francia, per l’annuale pellegrinaggio, con il treno bianco, ma anche in aereo o trasporto su gomma, fermo restando che unica è l’esperienza del treno.

Lo scontro tra Nord e Sud del mondo, dopo quello Ovest-Est che caratterizzava la guerra fredda, ha avuto un sanguinoso apice a Parigi e mentre la televisione restituiva qualche dettaglio collaterale, come le automobili della polizia con i colori rosso e blu, in campo bianco, suscitava in molti il desiderio di tornare nella nazione transalpina. E a qualcuno anche la visita al Santuario della Medaglia Miracolosa, in Rue du Bac, in quello che può esser definito il “ghetto cristiano” immerso nella Parigi laica, perché vi sono chiese e istituti di famiglie religiose.

In Atri furono le Figlie della Carità a portare la devozione alla Medaglia Miracolosa, perché l’apparizione riguardò la consorella, S. Caterina Labourè che molti hanno potuto indirettamente conoscere a Lourdes, attraverso i diorami nello stabile vicino alla casa natale di S. Bernadette. E dato il legame con la Parrocchia, la festa divenne prerogativa della chiesa di S. Nicola che ne custodisce ancora il simulacro. La Madonna ha tunica bianca e manto celeste, il velo bianco, il mondo sotto i piedi, mentre schiaccia il serpente verde chiazzato di giallo.

La prima apparizione avvenne nel luglio 1830, la seconda il 27 novembre dello stesso anno. Il nome di S. Caterina come depositaria del messaggio dell’Immacolata rimase anonimo fino alla nascita al Cielo, e per tutta la vita continuò l’umile servizio di Figlia della Carità. Fu il primo dei “quattro Vangeli di Maria”, perché fu seguito da La Salette (1846), Lourdes (1858) e Fatima (1917). In questo excursus mariano, prevalentemente francese, incontriamo il Servo di Dio Alfonso Ratisbonne con l’apparizione, breve e muta, nella chiesa romana di S. Andrea della Fratte (1842), uno dei capolavori del barocco della capitale.

La statua è conservata in sacrestia ed esposta in chiesa, nel mese di maggio e per la novena dell’Immacolata che si tiene la sera in Parrocchia, anche perché vi ospita la festa liturgica di S. Nicola di Bari (6 dicembre). Nessun conflitto d’interesse, anche se raramente viene esposta la moderna statua del Santo legato alla comunione tra Oriente e Occidente.

Con il trasferimento delle Figlie della Carità da Palazzo Ricciconti al rione S. Antonio, il centro storico cominciò a perdere progressivamente la tradizione novembrina con la consegna della Medaglia Miracolosa, bifrontale, rappresentante una catechesi mariana per immagini. Le Suore andarono via anche da Atri, e ogni tanto tornavano nella cittadina dove avevano seminato bene nel corso della lunga attività, tra i degenti dell’ospedale civile, con le orfanelle della provincia di Teramo e in mezzo a tanti scolari, maschietti e femminucce, della scuola elementare privata. Ma soprattutto in mezzo a tanti poveri, in Atri e in campagna, visitati dalla squadra composta da Suor Antonietta con le volontarie, per la pulizia della casa e la consegna di derrate alimentari.

La devozione alla Medaglia Miracolosa fu ereditata dalla Parrocchia di S. Gabriele, con la statua collocata nel fianco destro della moderna chiesa, dirimpetto a quella del Santo eponimo. Con il crollo del timpano curvilineo (1989) e i lavori durati più di otto mesi, la collocazione dei simulacri ebbe una variazione, ma la Madonna e S. Gabriele son sempre presenti nella chiesa.

La chiesa di S. Francesco aveva grande considerazione verso la Medaglia Miracolosa, attraverso la Milizia dell’Immacolata, fondata nel 1917, dal conventuale più famoso del secolo breve, S. Massimiliano Kolbe. La Milizia era presente in quasi tutte le chiese e collegi dei suoi confratelli e Atri aveva il gruppo dei paggetti e quello vero e proprio della Milizia, con 120 militi! Un numero quasi esagerato, se si pensa a gruppi MI in alcune città abruzzesi, dove avere un’adunanza di 20 persone è davvero grasso che cola. Certamente un tempo c’era maggior devozione e minor distruzione, perché non si era inflacciditi dall’infosfera, ma Atri si riconferma sempre grande centro mariano d’Abruzzo.

Nel 2004 il tentativo di riportare in S. Francesco la devozione alla Medaglia Miracolosa. Per iniziativa di Don Juan Pablo Esquivel, vice-parroco italoargentino e del custode Giuseppe De Gabrielis, fu collocata una statuetta dell’Immacolata presso il transetto destro, all’altare di S. Antonio. La celebrazione ebbe grande partecipazione, da parte di molti atriani che vollero tornare ad una splendida pagina dell’infanzia. La chiesa di S. Francesco è ancora chiusa e aspettiamo la riapertura.

Statue della Medaglia Miracolosa si trovano nel nuovo ospedale, sempre con la solerte cura delle Ancelle dell’Incarnazione, purtroppo andate via anche loro, e rimaste nel cuore di tutti gli atriani, e in diverse case della cittadina, come Palazzo Vecchioni, a sinistra della chiesa di S. Nicola.

SANTINO VERNA