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Un grato e affettuoso ricordo

IL PROFESSOR MAZZOCCHETTI A UNDICI ANNI DALLA SCOMPARSA

Il 6 novembre 2004 entrava nella Pasqua eterna, il Prof. Alberto Mazzocchetti, docente di matematica in Atri, dopo breve e inesorabile sofferenza. E’ stato il professore di matematica per antonomasia nella città degli Acquaviva. Un’istituzione per l’ITC “A. Zoli”, quella che volgarmente è detta ancora “ragioneria”, ora trasformata in Istituto d’Istruzione Superiore sempre con l’intestazione dello statista romagnolo, legato ad Atri per via del lavoro di suo padre.

Il Prof. Mazzocchetti era nato ad Atri nel 1927 da Vincenzo e Candida Mariani, morta ultracentenaria. Visse l’esperienza del lavoro e dopo aver conseguito il diploma di perito, si laureò brillantemente in matematica all’Università dell’Aquila, dimostrando grande preparazione e meravigliosa scienza in quella che può essere incasellata tra le discipline “aride”. Non ancora laureato, impartiva lezioni nello studio a tanti giovani atriani, nel rione S. Giovanni, la sua prima dimora.

Alto, magro, dalla carnagione diafana, bell’uomo, era sempre elegante, anche quando era in casa, in giacca e cravatta, sorridente e solare.

Fu insegnante presso il collegio dei fratini di S. Francesco, nell’omonimo convento atriano. I probandi, nella propria provincia religiosa, avevano la scuola interna dove seguivano, per conseguire l’esame nelle statali, le materie curriculari. Tanti alunni del Prof. Mazzocchetti hanno proseguito il cammino sul sentiero del Santo Poverello di Assisi, emettendo la professione perpetua e ricevendo l’Ordine Sacro. Tra questi ricordiamo solamente, sempre con riferimento alla città ducale, P. Francesco Di Salvatore, per tanti anni cappellano all’ospedale e assistente della locale fraternità OFS e P. Nicola Petrone, storico, vicario-provinciale dei conventuali abruzzesi e molisani. Il professore era uno dei pochi docenti secolari presso il collegio conventuale. Quando lasciò l’insegnamento al convento, fu sostituito dal rag. Emidio Scalone, di un anno più anziano, residente nei pressi della chiesa di S. Francesco.

Per lunghi anni l’insigne docente fu insegnante nel locale istituto tecnico che grazie anche lui acquistò celebrità in tutto l’Abruzzo. Gli studenti provenivano, oltre ovviamente da Atri, dall’entroterra a Sud del Vomano, dalla costa e talvolta pure dalla provincia di Pescara, scegliendo la soluzione di un alloggio o, in anni più recenti, il pendolarismo, con il sacrificio di levatacce antelucane e dello slalom delle corriere quando nevica nella città dei calanchi.

Il Prof. Mazzocchetti sposò la Signora Flora Maione, di Civitella Casanova, maestra elementare nel locale circolo didattico ed ebbero quattro figli, uno dei quali, Vincenzino, morì prematuramente a 14 anni. Il Professore fu un ottimo ripetitore di materie scientifiche dalla matematica alla fisica, dalla chimica alla ragioneria, seguendo i ragazzi dalle prime classi delle medie all’università, con la severità pari alla sua bontà che sprigionava dal suo cuore grande.

Le ripetizioni le teneva nello studio in Via Celeste, in una stanza, piena di studenti, non solo di Atri, ma anche dei paesi vicini, con l’aspetto di una bottega di Rinascimento, perché si vedevano discenti con compiti e materie diverse. Dal quaderno di algebra si passava all’aritmetica, dal foglio dei logaritmi si andava alla spaventosa trigonometria, uno degli aspetti più ostici del III° liceo, dove tiravi un sospiro di sollievo, quando a ridosso della Pasqua (almeno ai tempi nostri, e tanta acqua è passata sotto i ponti), uscivano le materie e tra queste la matematica poteva non uscire. Qualcuno la portava, come ulteriore disciplina per avere un voto più gradevole alla maturità e in questo caso si correva dal Prof. Mazzocchetti che seguiva lo studente in tutto e per tutto.

Quando gli studenti erano sui quaderni a proseguire e ultimare il compito per la lezione dell’indomani o l’interrogazione, il Professore era intento alla lavagna, piena di gessetti colorati. Aveva le stesse dimensioni di quella delle scuole e non erano ancora gli strumenti didattici di oggi, fagocitati dall’informatica. L’unico strumento meccanico di quel piccolo studio, raggiungibile dalla scalinata, era la calcolatrice che il Professore chiamava affettuosamente “macchinetta”. La tollerava e la giustificava durante le pregnanti ripetizioni, perché voleva che la matematica non si imparasse a memoria, ma con il ragionamento. E l’aritmetica non era il tutto del “mare magnum” delle scienze matematiche, anzi, un soggetto può essere abilissimo nelle quattro operazioni, ma poi può ottenere un due, o la cifra inventata dagli arabi, per quanto riguarda tutte le sottodiscipline: geometria, algebra, prodotti notevoli, radicali etc.

La legge dell’età costrinse il Prof. Mazzocchetti alla pensione, nel 1993. Era stato anche vice-preside e con la preparazione matematica e umanistica sarebbe stato un ottimo dirigente scolastico e soprattutto un grande professore universitario. La scuola sembrava imboccare un’altra via, alla vigilia della riforma di D’Onofrio che aboliva i temuti esami di riparazione. Ma entravano in gioco i corsi di recupero, sorta di eufemismo che assicurava la promozione con riserva e soltanto la spina del rientro anticipato, i primi giorni di settembre.

Il Professore continuò le ripetizioni fino alla malattia e alla morte. Aveva pochi svaghi, passeggiava in Corso Elio Adriano e incontrava gli amici, spesso ex-studenti del mattino o del pomeriggio. E si informava sull’andamento scolastico, sulla vita universitaria e su quella professionale e lavorativa. Dava sempre ottimi e prudenti consigli, con grande umiltà, la virtù che l’ha sempre accompagnato.

Le esequie furono celebrate nella piovosa domenica 7 novembre, nella chiesa procattedrale di S. Francesco. E la salma riposa accanto ai genitori e al figlio Vincenzino nel camposanto di Atri. Della città dove ha dispensato la sua scienza e la sua multiforme paternità.

SANTINO VERNA