VENTICINQUE ANNI FA MORIVA IL CARDINAL

VINCENZO FAGIOLO

Il primo porporato a presiedere le celebrazioni  nella
festa di Santa Rita in Atri

Il 22 settembre 2000, veniva a mancare, per via di una malattia ribelle a tutti i tentativi della scienza, il Card. Vincenzo Fagiolo, diacono di S. Teodoro, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi e della Commissione Disciplinare della Curia Romana. E’ stato il primo porporato a presiedere la processione di S. Rita ad Atri, proprio nell’anno 2000, primo centenario della morte della “Santa degli impossibili”.

Il Card. Fagiolo era nato a Segni nel 1918. Era concittadino del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e di alcuni ecclesiastici come i Cardinali Angelo e Pericle Felici, del Minore Conventuale Lorenzo Caratelli e del Domenicano Reginaldo Santilli. Incardinato nella diocesi di Roma, dopo l’ordinazione sacerdotale, svolse il servizio pastorale nella città eterna, lavorando anche con i sordomuti. Ebbe un riconoscimento per la difesa degli ebrei, durante l’ultimo conflitto mondiale.

Insigne giurista, fu libero docente all’Università “La Sapienza” di Roma, all’epoca unico ateneo della capitale, e della neonata università abruzzese, presso la sede di Teramo. San Paolo VI nel 1971 lo volle Arcivescovo di Chieti e Amministratore Apostolico di Vasto, dopo il trasferimento a Loreto di Mons. Loris Francesco Capovilla. Precedentemente Papa Montini aveva pensato a Mons. Clemente Riva per la successione del segretario del Papa buono, ma poi optò per il prelato di Segni. Mons. Riva, rosminiano, fu nominato Vescovo Ausiliare di Roma, e rimase fino alla morte nella città eterna.

Consacrato Vescovo nella Basilica di S. Maria Maggiore, dal Card. Carlo Confalonieri, Mons. Fagiolo si conquistò l’affetto dei chietini, per la cultura, la generosità e lo zelo pastorale. Valorizzava la religiosità popolare molto marcata in quelle terre, e plasticamente rappresentata da celeberrime tradizioni come le farchie di Fara Filiorum Petri, la pantomima del lupo a Pretoro, la “’ntorcia” di Atessa e i pellegrinaggi a piedi alla Madonna dei Miracoli. Mons. Fagiolo presiedeva spesso le celebrazioni seguite da processioni o rappresentazioni, giungendo con la sua Fiat 128 che guidava prudentemente.

Monumento del suo episcopato a Chieti-Vasto, la visita di S. Giovanni Paolo II, nella solennità di S. Giuseppe, patrono della Chiesa Universale, il 19 marzo 1983. La diocesi teatino-vastese vantava la prima visita in assoluto di un Sommo Pontefice, in terra d’Abruzzo, quando Alessandro III, nel 1177, dovendo raggiungere Venezia per mare (forse più sicuro, per raggiungere la meta), si imbarcò a Vasto, legando il suo nome alla Chiesa di S. Pietro. Fu proprio il Vastese ad ospitare per la seconda volta un Papa regnante, perché il Pontefice polacco incontrò i lavoratori a S. Salvo.

Pochi mesi dopo la visita di S. Giovanni Paolo II, Mons. Fagiolo fu chiamato a Roma, per ricoprire l’incarico di Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Aveva sempre avuto contatti con Roma, durante il periodo abruzzese, perché era stato, per conto della CEI, Presidente della Charitas Italiana e Vice-Presidente dei Vescovi italiani, per il Centro. Il servizio alla Charitas coincise con il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 e una Messa per sensibilizzare i fedeli ad alleviare le sofferenze del post-sisma, la celebrò nell’anniversario, nella Basilica di Pompei.

Nel 1994 S. Giovanni Paolo II lo nominava Cardinale di S.R.C. In quel Concistoro, ricevette la berretta anche Mons. Ersilio Tonini, da poco Arcivescovo emerito di Ravenna, molto conosciuto per via delle apparizioni in TV. Anche Mons. Fagiolo compariva spesso sul piccolo schermo. Ricordiamo il commento al Vangelo del sabato sera su RAI 1. La porpora inorgogliva fortemente i chietini e l’Abruzzo, regione non tradizionalmente cardinalizia. Per questo il Card. Fagiolo negli appena sei anni vestito di rosso, ha presenziato in tanti momenti ufficiali non solo in Abruzzo, ma anche in Molise, essendo le due regioni unite sotto il profilo ecclesiastico. Proprio durante l’episcopato a Chieti, il Molise, in precedenza unito un po' a Benevento, un po' a Napoli (ad eccezione di Trivento, sempre abruzzese), fu aggregato all’Abruzzo e nacque la CEAM. Per ragioni storiche Mons. Fagiolo, rivendicò sempre la presidenza in quanto Arcivescovo di Chieti- Vasto (la città di Diomede riacquisì la sede vescovile proprio quando c’era lui, nell’imminenza della visita del Papa a S. Salvo), come Primate d’Abruzzo. Con l’elevazione di Pescara a sede metropolitana, Chieti rischiava (come altre prestigiose arcidiocesi) la perdita del pallio, pur rimanendo arcivescovile. Anche grazie a Mons. Fagiolo, Chieti fu salva e le fu aggregata come suffraganea Lanciano-Ortona.

Gli atriani ricordano il Cardinale Fagiolo, la sera del 22 maggio 2000, quando celebrò l’Eucarestia in Largo S. Spirito, perché il Santuario Diocesano di S. Rita non poteva accogliere i numerosi devoti, provenienti da Atri e dintorni. La visita del porporato, minato dal cancro, anche se sereno nel volto e nella conversazione, fu un passo ulteriore per l’elevazione della Chiesa di S. Spirito a Santuario. Da allora, con il comitato presieduto dal Cav. Antonio Concetti, si cercava ogni anno di invitare un illustre prelato per la presidenza della Messa delle rose o dei Secondi Vespri oppure dell’apertura della Perdonanza leoniana.

E ora con un Pontefice agostiniano, abbiamo un motivo in più per venerare S. Rita da Cascia e per ricordare eventi memorabili, come la visita ufficiale del Card. Fagiolo al Santuario di Capo d’Atri e all’intera città dei calanchi.

SANTINO VERNA