Pubblicato Martedì, 19 Maggio 2015

UN DOCUMENTO CI RACCONTA LA DINAMICITA' DI ATRI DEL PASSATO

UN AFFRESCO SORPRENDENTE DELLA VITA DELLA NOSTRA CITTA'

La locale sezione di Italia Nostra è venuta in possesso dell'Annuario degli Abruzzi Alebardi del 1928-1929, custodito in un archivio privato. Si tratta di un documento straordinario che, attraverso semplici flash e annunci pubblicitari, mette in luce il vissuto quotidiano della comunità atriana a tutto tondo, in forma completa. Ottantotto anni fa, Atri aveva un mandamento di 36.545 abitanti con cinque comuni dipendenti: Castilenti, Cellino Attanasio, Montefino, Mutignano e Silvi. Un vivificante intreccio di realtà economiche, istituzionali e culturali ne faceva il più importante territorio dopo Teramo.

Agricoltura, industria, commercio, istruzione raggiungevano livelli ragguardevoli di efficienza. Nell'annuario, in ordine alfabetico, compare un lungo e minuzioso elenco di attività: industrie, botteghe specializzate, professioni, artigianato assieme ai titolari che garantivano la produzione e il consumo di beni prevalentemente tipici. Vi erano imprese di trasporto, industrie alimentari, fabbrica di liquirizia, laboratori di mobili artistici. E ancora: numerosi mulini, oleifici, filande e segherie elettriche, ben tre fornaci di laterizi. Atri, all'epoca, era un paese dinamico.

Aveva scuole (perfino le Magistrali), istituti culturali, circoli ricreativi, associazioni di beneficienza. La presenza di quattro Banche (Banca Agricola, Banca del Sud, Cassa di Risparmio di Atri, Società Bancaria Abruzzese) la dice lunga sulla composizione dei depositi e sulla erogazione dei prestiti.

Molti concittadini, scorrendo i fogli, potranno conoscere (o ricordare) le laboriose attività di un tempo e i loro protagonisti. Sono nomi e cognomi noti, i cui discendenti (figli, nipoti, pronipoti), ancora oggi, vivono e lavorano in Atri.

Non vogliamo anticipare altro. La ristampa anastatica delle significative pagine sulla Atri del 1928-1929, così ricche di notizie e dati, fornisce un affresco retrospettivo sorprendente.

L'iniziativa, superfluo sottolinearlo, vuole ravvivare la memoria collettiva.

L'identità di un popolo non poggia sul vuoto. Essa è legata a uno specifico contesto urbano la cui storia va tutelata e valorizzata.

Il fascicolo verrà presentato ufficialmente nei prossimi mesi.