UN CALOROSO OMAGGIO AD UN GRANDE  FIGLIO DELLA NOSTRA CITTA'

FESTEGGIATO ANTONINO ANELLO AD ATRI

Il Comune di Atri, in sinergia con le ACLI, gli amici della RAI e la famiglia Verna, ha voluto festeggiare l’artista Antonino Anello per i suoi 90 anni. La conferenza, con la consegna della targa del Dott. Gabriele Astolfi, Sindaco di Atri, si è tenuta sabato 9 maggio alle 17.30 nell’auditorium “S. Agostino” della cittadina acquaviviana, dove il poeta è nato il 5 ottobre 1923.

Giorno non casuale, perché vigilia della memoria di S. Antonino, festa onomastica del Maestro che oltre ai due Antonio, l’Abate e il Taumaturgo, fa pure, sempre con enorme discrezione, la ricorrenza di questo domenicano semisconosciuto.

La conferenza è stata moderata dal Dott. Antimo Amore, giornalista della RAI di Pescara e presentata dal presidente del circolo ACLI Prof. Tommaso Antonelli. Sul tavolo erano di nuovo presenti, come dieci anni fa, con la conduzione dell’indimenticabile Giovanni Verna, per la presentazione del secondo libro di poesie in vernacolo di Tonino Anello “Voci di piazza”, due amici del Maestro, il Prof. Nicola Bindi, già Assessore alla Cultura del Comune di Atri e Fra Santino Verna.

Poesie in vernacolo e in lingua sono state recitate dai poeti atriani Concezio Del Principio, Giovanna Nespoli, Filippo Prosperi e Floredana De Felicibus. Un doveroso ricordo è stato rivolto alla Signora Luisa Volpe Cellinese, autrice di diverse composizioni in dialetto, molto brava a declamare i versi di Modesto Della Porta, con la gradevole cadenza teatina impressa nella pescaresità imbevuta delle radici alle falde della Maiella.

Ha recitato anche Tommaso Antonelli. Il festeggiato ha declamato due poesie, della prima antologia “Lu ttavette”, pubblicata nel 1977 a cura del coro folkloristico “A. Di Jorio” di cui è stato autorevole componente, nel ruolo di basso e divertente animatore, dal debutto, la sera del 15 febbraio 1975 al 1987, quando insieme ai cantori della prima ora (nel pubblico c’era Aladino Spezialetti, l’unico rimasto con lui, della vecchia cantoria di S. Francesco), tornò alle formazioni sacre.

Il Maestro ha esordito nella manifestazione del 9 maggio con “Le cinque cruce”, ricordando l’omonimo nonno di Tommaso Antonelli, sacrista della Cattedrale. Ha riportato indietro nel tempo i tantissimi atriani presenti, quando il Duomo non era così visitato come oggi. Il turista trovò due croci in più, oltre a quella del Signore, del Buon Ladrone e del ladro impenitente. E la risposta filosofica di Tommaso fu questa in sostanza: ognuno ha la sua croce da portare!

Nino Bindi ha ripercorso l’amicizia con Tonino. Cementata soprattutto nel periodo dei cori. Non solo il già menzionato con il nome del padre della canzonetta abruzzese, vissuto ad Atri quando Tonino era bambino, ma anche il coro “Hatria” diretto dal m° Gino De Petris e dal m° Pasqualino Santini. I cori si sono esibiti in tutta Europa, senza tralasciare i paesini d’Abruzzo. Tonino interveniva nel bel mezzo dello spettacolo e la gente invece di allontanarsi, aumentava, perché le sue composizioni offrivano (e offrono) sempre spunti di riflessione. Nino analizza il passaggio dalla società del secondo dopoguerra a quella odierna, attraverso le poesie di Tonino che non tralascia il mondo della telefonia mobile.

Fra Santino Verna, ricorda l’amicizia con il Maestro, nata nella casa dell’omonimo nonno quando faceva lavori di ebanisteria. Il religioso sottolinea il viaggio nel ciclo calendariale, biologico e lavorativo, nella poesia in vernacolo di Tonino. Tra le tradizioni atriane, ricollegandosi al femminismo riscontrato nelle poesie da Nino Bindi, il Sant’Antonio Abate, rappresentazione che ebbe per interprete anche il Maestro Anello nella parte del diavolo tentatore. Tonino ha pure scritto una rappresentazione della lotta tra l’Abate e il demonio, con la musica del m° Stefano Bizzarri e caldeggiava la sostituzione del diavolo con una donna. Idea recepita a Scafa, con il gruppo dei “santantoniari” (a febbraio scorso si è esibito a Viterbo), con la presenza di Fiorella Zappacosta, nel ruolo dell’angelo, in un melodramma che prevedeva sempre l’esclusiva presenza di uomini, in Atri, come altrove.

Tonino Anello è anche autore di commedie, come è stato ricordato più volte nella serata. Sin dall’infanzia allestiva con i coetanei rappresentazioni nei fondaci. Poi, dopo la IIa guerra mondiale, comincia l’attività vera e propria al Teatro Comunale di Atri, con un’arte sempre attenta alle situazioni sociali, mai volgare e tendente alla risata di riflessione.

Nel 1964 con la cantoria di S. Francesco, partecipa alla “Vergine di Cesarea”, melodramma di autori vari, con la musica di Antonio Di Jorio, omaggio alla città che lo aveva accolto con grande calore. Si tenne, né poteva essere altrimenti, in Piazza Duomo e la Cattedrale in restauro fu riaperta per l’occasione, lasciando a bocca aperta tutti gli spettatori per gli effetti quasi cinematografici.

Nel 1976 con i figli Alberto e Francesco ha avviato il Teatro Minimo, dove tanti giovani di Atri hanno assaporato la bellezza del teatro. Le locandine tappezzano la bottega, nei pressi di Porta S. Giovanni (S. Domenico) che ritorna nelle sue composizioni in vernacolo.

Nel 1993 comincia la seconda giovinezza poetica, in Largo Cherubini-Filiani nella manifestazione estiva “Poesie e serenate”, dove si alternavano composizioni in lingua e in dialetto e vecchie nostalgiche canzoni d’amore sotto il nome di “serenate”, portate sotto le finestre delle fidanzate. Tradizione non del tutto scomparsa, perché amanti delle cose belle di una volta, in prossimità del matrimonio, la organizzano, con l’accompagnamento di strumenti del mondo popolare. E i vicini di casa, aprono la finestra o escono fuori, per immergersi nel gruppo.

La kermesse della piazzetta all’ombra della Cattedrale è stata trasformata nel 1998 in “Serata sotto le stelle”, questa volta in Largo Forcella. Il Maestro Anello sempre presente, elegante e compito, con abbigliamento casual, a volte fa partecipare il pubblico, come nella poesia “La pallette” che termina in una fragorosa risata.

Una bella serata di primavera. Poi una bella cena ha siglato la premiazione, festeggiando anche il nipote, Riccardo Spezialetti, laureatosi con 110 e lode a Bologna in ingegneria. Tonino Anello scriverà ancora poesie, non c’è due senza tre, aspettiamo la terza antologia, perché come ha detto Giovanna Nespoli in una poesia “e’ nato un altro Eduardo”, ma bisognerebbe aggiungere anche un Alfonso Maria Di Nola o un Giuseppe Pitrè, perché attraverso gli scritti dell’artista del rione S. Domenico è possibile una nitida ricostruzione delle tradizioni atriane.

Tonino Anello insieme a Renato Sciucchi, Modesto Della Porta, Domenico Stromei e Raffaele Fraticelli (nato tre mesi dopo Tonino), forma la meravigliosa pentade della poesia dialettale abruzzese che pure se entra rarissimamente alla radio (non più come una volta) ha un grande posto nel cuore degli abruzzesi e nel cuore del mondo.

SANTINO VERNA