LA FESTA DI SANTA RITA

IL GRANDE APPUNTAMENTO CON LA SANTA CHE ABITA IL CUORE DEL POPOLO

Già a febbraio si entra in Atri nella clima della festa di Santa Rita, la più sgargiante della cittadina. Sì, perché proprio nel secondo mese dell’anno civile cominciano i 15 giovedì in preparazione alla festa liturgica del 22 maggio. Il numero ricorda i 15 anni della spina fissata nella fronte della “Santa degli impossibili”. Esempio di stimmatizzazione parziale, sempre di partecipazione alla Passione del Signore.

La festa è composta dal programma religioso e da quello ricreativo. Il programma religioso prevede innanzitutto la “vestizione” della Santa, con l’abito agostiniano della festa. Il simulacro viene prelevato dal cappellone e portato vicino alla balaustra, in pietra di Manoppello. La statua è sormontata dal baldacchino e il fercolo è sempre adornato di fiori.

Negli ultimi giorni della novena interviene il predicatore, un sacerdote regolare proveniente sempre da fuori Atri, a volte da lontano. Ma non sempre agostiniano come ci si aspetterebbe. Anche perché in Abruzzo non vi sono più conventi dell’Ordine di S. Agostino e quello più vicino si trova nelle Marche. Per tanti anni ha predicato P. Francesco Di Salvatore, O.F.M.Conv., già fratino nel convento di Atri, attualmente nella comunità del Sacro Convento di Assisi, composta da frati di tutto il mondo. Quando veniva per S. Rita, era Guardiano di S. Francesco al Corso in Chieti o Rettore della chiesa dell’Immacolata a L’Aquila, segnata dal sisma di sei anni fa.

La vigilia della festa è l’apertura del Perdono, una celebrazione meno solenne della Porta Santa, ma emotivamente più coinvolgente. A maggio già aspettiamo l’estate, anche con qualche esame da preparare e sostenere, con la chiusura scolastica o altri lavori da portare a termine, ad agosto già pensiamo alle vacanze ormai finite.

Il giorno della festa, tante SS. Messe, dalle prime ore della mattina fino a mezzogiorno. Nella tarda mattinata la S. Messa della benedizione delle rose, ricordo dei fiori maggiolini che formano un nesso inscindibile con la Santa di Cascia. Ma soprattutto un nesso con la Pentecoste, perché le rose rosse somigliano alle lingue di fuoco che scesero sui discepoli. Il rosso, infatti, è il colore dello Spirito Santo e felice coincidenza la chiesa dove si venera S. Rita, ha la dicitura dello Spirito Santo, ma per gli atriani è sempre S. Spirito.

Una calda estate di tanti anni fa, una salma tornava dall’ospedale perché si dovevano celebrare le esequie a S. Nicola. Celebrava un altro sacerdote e si erano associati pure alcuni chierichetti della parrocchia di S. Gabriele. Il sacerdote parato disse ai chierichetti: “Il morto lo aspettiamo vicino alla chiesa dello Spirito Santo”. I ragazzi in quella frazione di secondo caddero dalle nuvole, perché la gente chiama abitualmente “S. Rita” la barocca chiesa di Capo d’Atri, e uno dei chierichetti di S. Nicola disse “ E fino a Pescara dobbiamo andare?”, perché intendeva l’omonima chiesa di Pescara, voluta dall’Arcivescovo Antonio Iannucci, confinante con l’Episcopio.

La sera del 22 maggio, la processione per le vie di Atri, presieduta dal Vescovo o da un sacerdote. Nel 2000 la S. Messa nei Secondi Vespri con la seguente processione fu celebrata dal Card. Vincenzo Fagiolo, Presidente emerito della Commissione Disciplinare della Curia Romana e, precedentemente, Arcivescovo di Chieti. Era stato pure Presidente della Charitas italiana, organismo pastorale della CEI, nel periodo del dopoterremoto dell’Irpinia. Dopo aver ricevuto la berretta cardinalizia da S. Giovanni Paolo II, il Card. Fagiolo tornava spesso nella regione d’adozione, priva di sedi cardinalizie, per tingere di rosso le tante feste religiose e popolari che amava con cuore paterno.

La festa religiosa è organizzata dall’Arcidiacono Mons. Giuseppe Di Filippo, Parroco di S. Nicola, nel cui piviere ricade tutto il quarto di S. Croce (Capo d’Atri). La chiesa di S. Spirito è filiale di S. Nicola e la sostituì per un breve periodo, proprio nel 2000, e a qualche bimbo fu amministrato il Battesimo proprio nella chiesa dove si venera S. Rita da Cascia.

La festa ricreativa è organizzata dal comitato presieduto da più di mezzo secolo dal Cav. Antonio Concetti. Grazie a lui e ai valorosi collaboratori, la festa atriana è al vertice della classifica delle kermesse abruzzese legate ai Santi. Vengono sempre le migliori bande pugliesi e tanta gente viene da fuori per ascoltare la musica dei tanti professionisti. Anzi, con la cassa armonica e le luminarie per le vie del centro storico, Atri sembra una città della Puglia, in ricordo anche degli antichi legami con Conversano, grazie alla dinastia acquaviviana.

Cantanti celebri negli ultimi 40 anni hanno fatto risuonare la loro voce per la festa di S. Rita: Orietta Berti, Nada, Rosanna Fratello, Tiziana Rivale etc. Fu davvero un exploit la venuta della Berti, perché c’era una processione di macchine e Piazza Duomo era molto gremita. Fece meno effetto Toto Cutugno, in Piazza duchi d’Acquaviva, la sera del 27 luglio 1987, ma ormai il fenomeno della motorizzazione di massa era ben consolidato.

Lo sport ha un ruolo vivace nella festa di S. Rita, non solo con il ricordo di Eugenio Antonelli, storico organizzatore della festa, fratello dell’insigne artista Peppino, ma con tanti altri momenti, mentre si attendono i verdetti dei grandi club nazionali. Il 20 maggio 2012 il Pescara salì l’ultima volta in serie A e agli atriani questo non importò poi molto. Appena una bandiera biancazzurra in Vico del Sacco.

Per la festa di S. Rita fu intitolato lo stadio comunale ad Eusebio Pavone, con una cerimonia che previde la benedizione della lapide da parte di Don Paolo Pallini e la partita delle vecchie e nuove glorie dell’Hatria. Bibì (com’era affettuosamente chiamato) aveva tutte le carte in regola per diventare un calciatore del calibro di Schillaci, Grosso o Trezeguet, ma volle rimanere nella sua Atri per fare l’allenatore dei giovani e dedicarsi alla famiglia, in particolare al figlio Luca, che da qualche anno lo ha raggiunto in Cielo, affetto da grave disabilità.

Solidarietà e socializzazione sono quindi gli ingredienti della festa maggiolina di Atri che in qualche modo apre l’estate della cittadina acquaviviana.

SANTINO VERNA