Pubblicato Mercoledì, 21 Febbraio 2024
Scritto da Santino Verna

RICORDO DI MONSIGNOR GABRIELE ORSINI

Un sacerdote di grande cultura, protagonista
della storia della Diocesi di Teramo-Atri

Ha concluso la giornata terrena a Pescara, Mons. Gabriele Orsini, già Vicario-Generale della diocesi di Teramo-Atri. Il Signore lo ha chiamato alla Pasqua eterna dieci giorni dopo un altro sacerdote della Chiesa aprutino-atriana, Mons. Davide Pagnottella.

Don Gabriele era nato il 18 ottobre 1931 a Trignano, frazione di Isola del Gran Sasso, in un’area segnata dalla profonda religiosità popolare, dove fresco era il ricordo della canonizzazione di S. Gabriele. Entrato nel Seminario di Penne, quando la Valle Siciliana apparteneva ancora alla diocesi vestina, passò al Regionale di Chieti, e nel 1954 fu ordinato sacerdote nell’antica Basilica di S. Gabriele dall’allora Vescovo di Teramo e Atri, Mons. Amilcare Battistelli, ora Servo di Dio.

Laureato alla Cattolica e Licenziato alla Lateranense, Don Gabriele prestò il servizio di educatore e docente al Seminario di Teramo, fino alla chiusura nel 1970. A lungo docente di Sociologia Economica all’Università “G. D’Annunzio” e poi di Teramo, il suo nome restò legato all’ateneo pretuziano. Negli anni di servizio l’Università di Teramo formava un nesso inscindibile con la Chiesa diocesana e la cultura cittadina, grazie anche a Don Gabriele. Fu cappellano del carcere di Teramo e tra le Chiese romane preferite, dove si recava a celebrar Messa, quando era nella capitale per motivi culturali e pastorali, quella del Sacro Cuore, in Via Marsala, ad un tiro di schioppo dalla stazione Termini, casa generalizia dei Salesiani, dove la facciata è sormontata dalla luminosa statua del Cuore Sacratissimo di Gesù.

Giornalista, fu direttore dell’Araldo abruzzese, dal 1959 al 1971, assistendo alla rinuncia per raggiunti limiti di età di Mons. Battistelli e all’arrivo di Padre Abele. Lasciò il timone a Giovanni Verna, giornalista professionista, primo direttore laico del settimanale diocesano, tra qualche settimana in festa, per i 120 anni di vita. Il giornale della Chiesa di Teramo, ora di Teramo-Atri, venne alla luce nella solennità di S. Giuseppe, ricorrenza significativa, anche per il nesso con il mondo dei lavoratori. Don Gabriele ha continuato a scrivere fino all’ultimo respiro sull’Araldo, affrontando numerosi temi dall’antropologia alla storia della Chiesa, dalla sociologia all’economia, dalla filosofia all’attualità.

Parroco in alcune comunità della montagna teramana, fu Canonico della Cattedrale e Arcidiacono. All’arrivo di Mons. Antonio Nuzzi fu nominato Vicario-Generale, subentrando a Mons. Nicola Di Matteo. Nel 2002 fu confermato nell’incarico dall’indimenticabile Mons. Vincenzo D’Addario, consigliato dal suo maestro, Mons. Antonio Iannucci. Il compianto Arcivescovo fu presente alla Messa d’oro, celebrata nel Nuovo Santuario di S. Gabriele.

All’improvvisa e prematura dipartita del Vescovo Vincenzo, il primo dicembre 2005, Don Gabriele fu eletto Amministratore Diocesano e condusse l’ordinaria amministrazione della Chiesa di Teramo-Atri, fino all’arrivo di Mons. Michele Seccia. Il presule barlettano per poco tempo lo ebbe stretto collaboratore, perché nominò Vicario Mons. Davide Pagnottella.

Don Gabriele era legato ad Atri, per motivi ecclesiali, e nel 1990, fu presente due volte, per l’amministrazione del Sacramento della Confermazione, in Cattedrale, nella domenica IIa di Pasqua, festa di S. Reparata e in S. Nicola, a Pentecoste. Quell’anno l’Arcivescovo Nuzzi, da poco arrivato dall’Irpinia, celebrò le Cresime, nella Parrocchia di S. Gabriele. Fu pure presente nel 1998, in una celebrazione meno attenzionata, per il saluto alle spoglie di Mons. Raffaele Piras, penultimo Vescovo di Atri unita a Penne, dal momento che tornavano nella natia Sardegna. La lapide con fotografia del giovane presule è presente ancora vicino alla cappella dei canonici, dove riposa un altro Vescovo vestino-atriano, Mons. Vincenzo D’Alfonso.

Schivo e riservato, Don Gabriele era un sacerdote di grande cultura, ancorato all’antico e aperto al nuovo. Ora ha ritrovato in Paradiso tanti amici, sacerdoti e laici, felice di riabbracciare entrambe le categorie, perché tutti formiamo un’unica famiglia, ognuno con i propri carismi e i propri limiti, ma tutti in cammino verso il Signore.

SANTINO VERNA