Pubblicato Mercoledì, 07 Febbraio 2024
Scritto da Santino Verna

BERTINO D’ARCANGELO A CENTO ANNI DALLA NASCITA

"HO VISSUTO QUANTO HO AMATO"

A cento anni dalla nascita ricordiamo Bertino D’Arcangelo, componente della schola cantorum “S. Francesco” e del gruppo teatrale atriano. Sarto di professione, gestiva una lavanderia in pieno centro nella città di Atri, in quella che era un tempo denominata Via Stella, la strada che collega il Corso alla cosiddetta “discesa dei carabinieri”.

Apprezzato cantore della schola cantorum, fu immortalato dall’amico poeta Antonino Anello, cantore per tutta la vita dei cori sacri e folkloristici, nel componimento “Lu sugne”, prima poesia dell’antologia “Lu ttavette”. Bertino nella breve storia era presente in Cattedrale, insieme ai componenti del coro, perché si celebravano le esequie di un personaggio importante. Ma il funerale presto si trasforma nell’arrivo di un Cardinale, ed era quindi ora di cantare l’Ecce sacerdos, presumibilmente quello di Perosi, eseguito tante volte in Cattedrale, quale sottile riaffermazione dell’importanza della cittadina, magnificata dalla presenza del Vescovo.

Bertino confezionò la talare prelatizia a Mons. Aurelio Tracanna, quando fu insignito del privilegio di Prelato Domestico di S.S. In quel contesto, con la corale di S. Francesco, si recava in Assisi, per cantare in Basilica. Per la schola atriana fu una delle trasferte più elettrizzanti, anche perché era l’incontro con P. Domenico Stella, direttore della Cappella Musicale, autore della musica del “Cantico delle Creature”, uno dei cavalli di battaglia della corale, eseguito principalmente nella festa di S. Francesco.

Fondamentale momento della vita di Bertino, l’incontro con il Movimento dei Focolari. Il tramite fu il Dott. Enzo Pierucci, aiuto della divisione di Medicina all’Ospedale di Atri, responsabile diocesano dell’Opera di Maria, per Teramo-Atri. Il Dott. Pierucci, autorevole componente dell’AC diocesana, convinse l’amico Bertino a partecipare alla “Mariapoli”, uno dei frutti del Concilio. E fu un ritorno ad Assisi, questa volta alla Cittadella, non lontana dalla Basilica di S. Francesco. L’esperienza di sacerdoti e laici folgorati dall’intuizione di Chiara, colpirono Bertino che subito aderì alla spiritualità dell’unità.

Bertino visse altri momenti con il Movimento, e tra le mete ovviamente Rocca di Papa, uno dei centri internazionali dei Focolari. Parlò della sua esperienza, la vita della famiglia con la moglie e i figli, il lavoro, nella semplicità, nel sorriso e nella gioia. La sua voce fu captata dai microfoni della RAI di Pescara, poco prima dell’inizio del TG regionale, in un servizio sugli agenti chimici usati in lavanderia. Fu intervistato dall’amico Giovanni Verna, con il quale aveva condiviso diverse rimpatriate. L’amico Giovanni, naturalmente, lo ricordò per la prematura scomparsa su “L’Araldo abruzzese”.

Bertino venne a mancare nel 1977 e il suo corpo riposa nel camposanto di Atri, accanto all’amico Paolo Pierucci, anche lui passato all’altra riva prematuramente, ricordato lo scorso anno in S. Chiara per il mezzo secolo della nascita al Cielo. Una frase asciutta correda i dati anagrafici del sepolcro: “Ho vissuto quanto ho amato”. Una semplice locuzione, senza svisceramenti teologici, per ricordare a tutti quelli che s’imbattono nella sua foto che solo l’amore vince, umanizza, salva.

SANTINO VERNA