Pubblicato Martedì, 23 Gennaio 2024
Scritto da Santino Verna

LORENZO CARLOMAGNO A 10 ANNI DALLA
NASCITA AL CIELO

Un giovane pellegrino con i sogni nel cuore

Dopo lunga sofferenza, concludeva prematuramente la giornata terrena, il 24 gennaio 2014, Lorenzo Carlomagno, appassionato viaggiatore, pellegrino, fotografo e studioso dei popoli. Fiorentino di nascita e di formazione, Lorenzo, portava nel nome le radici paterne e la terra natale. Infatti il paese natio del papà, lo psicoterapeuta Dott. Francesco Carlomagno, per tanti anni solerte funzionario della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, è S. Lorenzo Bellizzi, ultima propaggine settentrionale della Calabria, verso la Lucania (altrimenti detta Basilicata, dalla Chiesa per antonomasia della regione, la Cattedrale di Acerenza).

S. Lorenzo è legato alla terra natia, perché una delle principali Basiliche di Firenze ha per eponimo il martire della graticola. Il film “La notte di San Lorenzo”, ambientato nei giorni delle stelle cadenti, si svolge nella Toscana della IIa guerra mondiale e Lorenzo era pure il nome di uno dei sacerdoti fiorentini più famosi e più discussi.

Lorenzo Carlomagno può essere incasellato tra gli atriani di adozione, perché chissà quante volte avrà sentito parlare della cittadina dei calanchi, per tanti versi simile alla sua città. Infatti il papà Francesco è fraterno amico di Costanzo Marcone, anche lui funzionario della Centrale di Firenze. Insieme condivisero l’abitazione, in Via de Neri, vicino ad una delle pochissime chiese italiane con eponimo S. Remigio. Francesco, come Lorenzo, ha proprio il cognome del leader del Sacro Romano Impero, e Francesco festeggia due volte l’onomastico, perché oltre al Santo Poverello, ricorda l’illustre suo conterraneo, il Paolano, ricordato sulla Tomba del Santo di Assisi, con due lampade.

Lorenzo ha vissuto in famiglia, e in presa diretta, i frutti della Chiesa di convinzione, maturati a Firenze, prima e dopo il Concilio. Il papà ha conosciuto molto bene P. Ernesto Balducci, e partecipava alle celebrazioni nella Chiesa della Madonna delle Tosse, dove lo Scolopio maremmano veniva ospitato dal Parroco Don Angelo Chiaroni, dai più conosciuto, come uno dei tanti commentatori delle letture domenicali, per la Lectio o altri momenti di preghiera. Ma conosceva, insieme a Costanzo, anche l’alter ego, P. Gino Ciolini, per una vita nel Convento di S. Spirito.

Uno dei reportage più commoventi di Lorenzo, il Cammino di Santiago, vissuto in prima linea, anche con l’insorgenza della malattia che lo ha portato all’ultimo respiro. Un’esperienza di pellegrinaggio, rinnovata, soprattutto a partire dal 1989, dopo la prima Gmg europea fuori Roma, voluta da S. Giovanni Paolo II, proprio in uno dei quattro principali Santuari del Vecchio Continente (ai quali aggiungiamo, ovviamente, la Terra Santa, inclusa nel Mediterraneo). E anche qui il richiamo delle radici, questa volta materne, e del luogo di nascita e di vita, perché il pellegrinaggio iacopeo era molto sentito in Toscana. Pensiamo soltanto alla Pieve di Altopascio.

Francesco Carlomagno, ha ricordato con semplicità e dolcezza, il decennale di Lorenzo, con la piccola pubblicazione “Dono”, condiviso con gli amici di una vita. In primis quelli di S. Lorenzo Bellizzi, dove Francesco torna spesso e volentieri, nel ricordo dei suoi cari. In un commovente componimento il dolore indescrivibile del papà per la perdita del figlio, segnata dalla speranza di riabbracciarlo in Paradiso: “Entravi quasi sempre nella mente/ e quando tu di te tutto sapevi, scrutavi sulla mia conoscenza. La dura verità ti nascondevo. Ed era il nostro, un gioco per amore”.

SANTINO VERNA