Pubblicato Lunedì, 16 Febbraio 2015

Francesco Anello: una voce e un volto di una millenaria tradizione

 Un atriano nella storia del Teatro Stabile D'Abruzzo


E' uscito in questi giorni, edito da Ricerche&redazioni di Teramo, "Il teatro a l'Aquilae in Abruzzo. Tra cronaca e storia". L'ultimo lavoro letterario di Antonio Di Muzio, studioso, ricercatore e appassionato di teatro, che ripercorre tutta la storia del T.S.A. dagli albori, ai fasti degli anni 60/70, ai momenti di crisi e alla rinascita. Un opera di 688 pagine dove figurano i più importanti attori e registi italiani: da Carmelo Bene a Gigi Proietti; da Glauco Mauri a Alessandro Gassman; da Ugo Pagliai a Giancarlo Giannini, da Sergio Rubini a Alessandro Preziosi; da Valeria Moriconi a Piera degli Esposti; da Antonio Calenda a Lorenzo Salveti e tanti altri che hanno reso celebre il T.S.A. E produzioni di grande livello che hanno segnato tutto il teatro italiano.

Tra gli allestimenti più importanti e felicemente riusciti del T.S.A. occupa certamente un posto di rilievo "La Dodicesima Notte" di W. Shakespeare. Un progetto fortemente voluto dall'allora direttore Federico Fiorenza che ebbe la felice intuizione di dare fiducia ad alcuni giovani attori semi sconosciuti e metterli a disposizione del regista Lorenzo Salveti che, libero dai condizionamenti tipici di presenze ingombranti e nomi roboanti, sprigionò tutto il suo talento dando vita ad una delle più belle rappresentazioni che il T.S.A. abbia mai prodotto. Tra questi attori figurava un atriano doc come Francesco Anello che dopo aver sostenuto un intenso provino fu scritturato.

Salveti gli affidò il ruolo di Sir Tobia, zio della contessa Olivia e coprotagonista della vicenda, una parte magistralmente interpretata dall'attore atriano tanto che, nel prestigioso Festival teatrale di Borgio Verezzi, ricevette una nomination come miglior attore non protagonista, premio poi vinto da Betti Pedrazzi splendida nutrice nell'Otello di W Shakespeare.

La Dodicesima Notte ebbe un successo strepitoso, oltre ogni previsione e, dal 1999 al 2001 collezionò più di 150 repliche entrando di diritto tra gli allestimenti più rappresentati della storia del T.S.A.

Inutile dire che per una città d'arte come Atri, dove il teatro trasuda persino tra le antiche vestigia preromane, avere un suo rappresentante nella gloriosa storia del Teatro Stabile D'Abruzzo è, non solo motivo di vanto ma, uno stimolo per le nuove generazioni di giovani atriani che vogliono approcciarsi a questa magnifica arte per continuarne la millenaria tradizione.

Adrianus