Pubblicato Sabato, 11 Novembre 2023
Scritto da Santino Verna

C'era una volta...

GLI ATRIANI ALLA FESTA DI SAN TRIFONE

Il 10 novembre, festa di S. Trifone, è stato per tanti anni un appuntamento degli atriani con Adelfia, cittadina della Terra di Bari dove il martire anatolico è patrono. Una visita non mossa soltanto dalla venerazione del Santo, ma anche dal godimento del programma ricreativo, caratterizzato dalle multicolori luminarie e dalle prestigiose bande musicali. Gli atriani hanno sempre amato la musica e in particolare i complessi bandistici, non solo perché ebbe per lungo tempo un prestigioso corpo, ma per la presenza delle migliori bande del Mezzogiorno, con l’organizzazione del Cav. Antonio Concetti, almeno nelle ricorrenze di S. Rita e di S. Reparata.

S. Trifone, originario dell’Anatolia (od. Turchia), era nato nella prima metà del III sec. e aveva perso da bambino il papà. La mamma lo educò cristianamente, e dopo aver lavorato nei campi, si arruolò nell’esercito. Per molti cristiani martirizzati è avvenuto così, come a S. Teodoro (festeggiato l’8 novembre a Brindisi), anche se a volte la professione militare era immagine della “militia Christi”. Non per nulla il cresimato, una volta era detto “miles Christi”. Poiché Trifone non volle sacrificare agli idoli, gettando un pugno d’incenso nel braciere, fu martirizzato sotto Decio (249-251). In quella persecuzione venne uccisa anche S. Reparata, a Cesarea di Palestina, il cui culto arrivò ad Atri, nella prima metà del XIV sec. quando mercanti fiorentini giungevano nella città dei calanchi per motivi di lavoro.

Il culto di S. Trifone si diffuse nel Mezzogiorno d’Italia, legato a Bisanzio, e un altare gli venne dedicato nella Chiesa di S. Gregorio a Bari, attigua alla Basilica nicolaiana. Raggiunse Cattaro (Montenegro), dove divenne eponimo della Cattedrale, in quanto la diocesi dall’XII al 1828, era suffraganea di Bari, una delle più grandi sedi metropolitane del Sud Italia. Il nome era diffuso in quelle zone e ricordiamo il cognome Trifunovic, famoso in Italia negli anni ’80 per il centrocampista Alexandar, acquistato dall’Ascoli di Costantino Rozzi, con il quale giocò quattro campionati.

A Roma, la Chiesa di S. Trifone a Campo Marzio, vicino Piazza Navona, fu detta “in posterula”, perché era accanto ad un varco abusivo per beneficiare dello sbocco sul Tevere. Divenne sede di stazione quaresimale, il sabato dopo il Mercoledì delle Ceneri e fu affidata agli Eremitani di S. Agostino. Quando nel XVIII sec. il Vanvitelli ampliò il sacro edificio, la nuova Chiesa prese il nome di S. Agostino.

A S. Trifone è intitolata una Parrocchia a Cerignola, dove dal 1917 è presente una reliquia del martire. Cerignola fu la prima sede vescovile di Mons. Vincenzo D’Addario, indimenticabile Arcivescovo di Teramo-Atri, dove prematuramente concluse la giornata terrena. Mons. D’Addario, giunse nella città del Tavoliere, nel 1986, fresco di consacrazione, nella veste di Coadiutore con diritto di successione. L’anno seguente subentrò al dimissionario Mons. Mario Di Lieto e fu il primo Vescovo della diocesi con il nome di Cerignola che precedeva quello storico di Ascoli Satriano. Fu sempre legato alla pietà popolare, valido strumento di evangelizzazione e gli atriani lo hanno potuto constatare nel breve episcopato.

Il pellegrinaggio ad Adelfia-Montrone, con l’organizzazione degli indimenticabili Franco Di Giovanni e Gaetano Pallini, consolidava le antiche relazioni tra Atri e la Terra di Bari (corrispondente all’attuale provincia e così chiamata in riferimento alle altre due aree della regione, durante il Regno delle Due Sicilie), soprattutto per via degli Acquaviva d’Aragona, legati alla vicina Conversano. In alcuni calendari S. Trifone è ricordato il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore e anniversario dello scampato terremoto ad Atri, per intercessione di S. Reparata. Per tal motivo, fino alla prima metà del XX sec., il busto argenteo, veniva esposto in Cattedrale, nel giorno della Purificazione di Maria SS.

SANTINO VERNA