SERENO VARIABILE: LA SFIDA ATRI- PENNE
I CALANCHI L'ASSO VINCENTE
Sabato 24 gennaio ore 17,00 RAI2 hatrasmesso la sfida tra due perle d’Abruzzo: Atri e Penne. L’Abruzzo è ricco di paesi antichi incastonati tra colline e monti pieni di storia e di tradizioni popolari. Atri e Penne fanno parte di questo scrigno nascosto dell’Italia.
Sereno Variabile ha trasmesso la sfida, che poi era senza un vincitore, tra due paesi vicini ma sempre in contrasto tra loro sin dal tempo dei romani e forse anche prima. Due capitali di due popoli abruzzesi (vestini per Penne e piceni per Atri) la prima che lottava contro Roma mentre la seconda era alleata fedele.
La sfida come si è vista era tra le riprese mandate in onda dei due paesi e non tra i paesi. Però se la sfida doveva finire con un punteggio per me era1 azero per Atri e la vittoria è da addebitare alla natura: i calanchi per Atri contro il lago artificiale di Penne.
Mentre le immagini scorrono lentamente i ricordi tornano velocemente.
I calanchi che la natura ha donato ad Atri, i migliori dell’Italia per bellezza, grandezza, vastità di territorio, spettacolarità della formazione ai miei tempi incutevano paura e timore. I genitori ci raccomandavano sempre di non andare e di stare attenti. Nessuno di noi ragazzi si è mai avventurato di scendere nei calanchi (o li rip in dialetto). C’era una scorciatoia, subito dopo il mulino, che permetteva in brevissimo tempo di arrivare dall’altra parte del Colle della Giustizia senza passare per la strada principale. Era una stradina stretta e pericolosa che attraversava tutti i calanchi di quel lato ma noi ragazzi eravamo concentrati nel percorrerla per non cadere e non andare giù nello sprofondo (penso ad oltre cento metri di rotolamento).
Nel posto, dove ora c’è il punto di ritrovo della riserva da ragazzo ci andavo a trebbiare (c jeja a trsca) perché c’era l’aia dello zio di mia madre e nelle vicinanze andavamo (una frotta di ragazzi) a rubare il trifoglio (javam a rubà l cim), mentre sulla sommità del colle andavamo per giocare a nascondino.
Ora i calanchi esprimono meraviglia, bellezza, contatto con la natura, riserva protetta per gli animali, un angolo d’Italia pieno di tesori della flora e della fauna, uno spettacolo della scienza e della tecnica.
Il mio più grande stupore, anche di uomo prestato alla scienza e alla tecnica, rimane la forma filiforme in sommità del singolo calanco. Opera in argilla scolpita milioni di anni fa dai soli mezzi della natura, così sottile e filiforme che le intemperie dei secoli seguenti (ghiaccio, vento, sole, freddo, pioggia, neve) non hanno mai più scalfito. La mia meraviglia è come un’opera così sottile riesca a stare in equilibrio perfetto e senza rompersi con i terremoti che ogni tanto arrivano, per milioni di anni.
Il fatto che mi ha inorgoglire, forse sfuggito ai più, è stato quando il presentatore Bevilacqua, insieme ad Adriano hanno detto che da Atri si può ammirare un panorama di150000 Kmquadrati tra colline, montagne, mare e paesi di tutto l’Abruzzo e di una parte della provincia di Ascoli Piceno. E’ un panorama stupendo, meraviglioso, eccezionale, che molte fotografie di Atri fatte con i droni confermano. Dai quattro punti cardinali (Villa, Belvedere, Capo d’Atri, Porta macelli) Atri mostra sempre un panorama vasto ed eterogeneo e nelle giornate serene dal campanile della Cattedrale si può vedere la costa della Jugoslavia. Credo che un siffatto panorama siano pochi paesi in Italia a potersene vantare di averlo.
La natura sarà certamente soddisfatta del suo lavoro avendo arricchendo Atri con due dei suoi capolavori.
Nicola Dell’Arena