IL PRESIDENTE D'ALFONSO  CI HA DELUSO

IL PD ATRIANO CONTRO SE STESSO

Ad Atri come a Roma il Pd contro se stesso. Non sono le correnti interne a lacerare il Pd abruzzese contro quello atriano ma la chiusura, già paventata tempo fa e realizzata in queste ore, del punto nascita dell'Ospedale San Liberatore di Atri. In una nota a firma dei consiglieri comunali del Pd locale, si preannuncia l'occupazione della sala consiliare del massimo consesso civico al fine di richiamare l'attenzione dell'assessore alla Sanità Paolucci(PD) e del Presidente Luciano D'Alfonso sul punto nascita  "vitale per l’intero territorio al fine di scongiurare questa autentica iattura che sarà comunque fronteggiata con tutti i mezzi a disposizione" .

 Non sono bastate le firme, numerose e trasversalmente raccolte dai comitati cittadini in difesa del nosocomio, non sono bastate le rassicurazioni del Presidente o aspirante tale in campagna elettorale che un giorno si e l'altro pure passava per Atri a ribadire il rilancio  della città, dei servizi, del territorio e delle sue prerogative storiche, citando Emilio Mattucci, sulla tomba del quale si è precipitato nel giorno della sua elezione a Governatore. Sono trascorsi pochi mesi e la cesoia di Paolucci si è attivata su quanto rimane (ben poco)  del nostro Ospedale, quello che una volta era il fiore all'occhiello della sanità abruzzese, l'orgoglio degli atriani e la prima industria, in termini occupazionali dei comuni che ruotano attorno al nostro. A sentire i matematici della commissione il punto nascita di Atri non sfornerebbe un numero necessario di bambini per poter restare in vita, ne mancherebbero all'appello  forse 10/15 . In pratica  quasi tutti gli ospedali del territorio dovrebbero abbassare la saracinesca visti i dati dell'Istat sul calo demografico e sulla criticità del settore nascite. 

 Mettere alla luce un figlio oggi è diventato un lusso che ben pochi si possono permettere, ma i Paolucci e D'Alfonso di turno forse non lo sanno. Non lo sa chi fa i conti con la calcolatrice alla mano dietro una scrivania della regione, non lo sa chi percepisce un vitalizio da ex consigliere regionale o deputato che sia. Insomma non lo sa chi, davanti ad una emergenza negativa, non certamente il parto, deve fare i conti con il tempo, rincorrere l'ospedale piu' vicino, sperare che ci sia un posto e sopratutto che ci sia ancora un medico che ha voglia di lavorare nella struttura pubblica ridotta all'osso.

Caro Presidente, i cittadini atriani ti hanno votato anche per le belle parole che hai detto nei tuoi comizi, ti hanno dato la fiducia sperando che la tua elezione facesse dimenticare la paura che aleggiava nel nostro comune sull'opertao di Venturoni(ex assessore del Centro Destra alla Sanità), ma a conti fatti abbiamo capito che il peggior nemico del nostro ospedale era il candido e ammaliante oratore che ha illuso la folla di quella notte di maggio che sotto la maestosa Cattedrale ha battuto le mani ad un uomo, un padre, un politico che di Atri e per Atri ha fatto e farà ben poco. Ora lo sappiamo tutti.

Marino Spada