Pubblicato Mercoledì, 26 Novembre 2014
Scritto da Alberto Sporys

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

SCUOLA ELEMENTARE DI ATRI: BANDIERA ITALIANA CON I COLORI A ROVESCIO! 

Egr. Sig. Direttore de “indialogo”,

in occasione della “Festa Nazionale degli Alberi” tenutasi in Atri il 21 c.m. organizzata con grande passione dall’Ass.ne “Italia Nostra”, nelle persone del Presidente Sig. Domenico Zenobio e del Sig. Antonio Mutoschi, i quali ogni anno ripropongono questa bellissima iniziativa, presso le scuole elementari di Atri, che con il tempo era finita nel dimenticatoio: la piantumazione di nuove piante e arbusti presso il piazzale antistante l’edificio scolastico.

A fine lezione, un'alunna di solo otto anni che frequenta la terza elementare, mi si avvicina e mi fa notare che da anni sul balcone della scuola é esposta la Bandiera Italiana con i colori a rovescio.

Avendo a portata di mano la macchina fotografica ho fatto delle foto, che propongo alla Vs. attenzione.

Senza voler fare polemica, è possibile che in una scuola nessuno abbia mai notato questo particolare. Agli addetti preposti lasciamo fare una lezione di ripasso di storia, affinché non si ripetano di questi errori anche se di svista.

Il Tricolore

Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti".  Perché proprio questi tre colori? Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche d’ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.

Il Risorgimento

Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore continuò a essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa. Dovunque in Italia, il verde il bianco e il rosso  esprimono una comune speranza, che accende gli entusiasmi e ispira i poeti: "Raccolgaci un'unica bandiera, una speme", scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani. E quando si dischiuse la stagione del '48 e della concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale. Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto rivolge alle popolazioni del Lombardo Veneto il famoso proclama che annuncia la prima guerra d'indipendenza e che termina con queste parole: "(…) per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe (…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana."

Dall'unità ai nostri giorni

Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d'Italia e la sua bandiera continuò a essere, per consuetudine, quella della prima guerra d'indipendenza. Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato. Quest'ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale.

Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. E perfino dall'arido linguaggio del verbale possiamo cogliere tutta l'emozione di quel momento. PRESIDENTE [Ruini] - Pongo ai voti la nuova formula proposta dalla Commissione: "La bandiera della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni". E' approvata.” L'Assemblea e il pubblico delle tribune si levano in piedi. Vivissimi, generali, prolungati applausi.

La ringrazio per aver preso visione di questa mia, spero possa trovare spazio sul Suo quotidiano, nel contempo porgo cordiali e distinti saluti.

Alberto Sporys