Pubblicato Martedì, 25 Novembre 2014
Scritto da Santino Verna

AFFETTO E TENEREZZA PER LE RADICI ABRUZZESI DEL NOSTRO CONCITTADINO

TEOLOGIA E STORIA, UN LIBRO DI MONS. FRANCESCO DI FELICE

 

Fresco di stampa il libro di Mons. Francesco Di Felice, “Teologia e Storia: Riflessioni sulla Famiglia, su Pastori e Scrittori in cura d’anime”, presentato dal Card. Lorenzo Baldisseri (LEV, pp. 432, euro 20). Il volume è dedicato a Papa Francesco.

L’autore, originario di S. Margherita di Atri, si è formato al Pontificio Seminario Regionale “S. Pio X” di Chieti e al Pontificio Istituto Biblico a Roma e nel 2011 ha celebrato la Messa d’oro. Incardinato nella diocesi di Teramo-Atri, Don Francesco è Canonico della Basilica Vaticana e Assistente del Sodalizio Abruzzese-Molisano nella città eterna. Consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia di cui è stato Sotto-Segretario, è anche Canonico  della Concattedrale di Atri.

Il libro raccoglie numerosi articoli di teologia, con riferimenti al Magistero dei Papi. Ha ricordato il Beato Paolo VI che lo volle a Roma, giovane sacerdote, per l’Enciclica “Humanae vitae”. La teologia della famiglia trova espressione visiva nella foto di copertina, il bassorilievo del Matrimonio dello scultore giuliese Venanzo Crocetti del quale l’anno scorso abbiamo celebrato il primo centenario della nascita. L’artista, non molto indagato nell’olimpo dell’arte contemporanea a volte restia a trattare argomenti religiosi, ha lavorato egregiamente alla Pro Civitate Christiana di Assisi e ha lasciato il segno del suo talento anche nella chiesa di S. Margherita a Premeno, luogo di vacanza dei milanesi, virtualmente gemellata con la diocesi aprutino-atriana perché in essa si è innalzata quotidianamente per 11 anni la prece per il Vescovo Gilla Vincenzo Gremigni, quando era a Novara e per la presenza di un grande amico de “L’Araldo abruzzese” Mons. Giuseppe Cacciami.

Don Francesco esprime l’affetto e la tenerezza per le radici abruzzesi tracciando nell’ultima parte sapidi profili sui Vescovi abruzzesi di nascita e di adozione. Indaga la storia parlando dell’umanista Giovan Battista Valentini, Vescovo di Atri e Penne, componente della piccola e raffinata corte acquaviviana, originario di Cantalice, al confine con la provincia dell’Aquila. Il Canonico Vaticano non inserisce il Molise, attualmente legato all’Abruzzo con cui forma la Conferenza dei Vescovi, perché ripercorre le tappe di formazione e dei primi anni di sacerdozio quando l’Abruzzo era regione unica per quanto riguarda i Vescovi. C’era la diocesi di Trivento è vero, ma è la più abruzzese delle molisane, in quanto comprende ancora oggi parrocchie dell’Alto Vastese e fino al 1977 ad essa appartenevano Alfedena e Castel di Sangro, passate alla Chiesa che è in Sulmona-Valva.

Si sofferma sul Card. Diomede Falconio, amico di Leone XIII che lo riteneva “la perla del clero italiano”, nativo di Pescocostanzo, battezzato con il nome di Angelo Raffaele. Francescano minore, la sua vocazione era servire il Signore sulla scia di S. Francesco nell’apostolato tra gli emigrati. Ma quando il servizio stava prendendo consistenza al di là dell’Oceano, ecco la nomina a Vescovo di Lacedonia, altra periferia esistenziale, come avrebbe detto Papa Bergoglio. Poi la promozione ad Arcivescovo di Acerenza e Matera, circoscrizioni ecclesiastiche oggi separate e quindi il ritorno in Canada e negli Usa. La memoria del porporato della provincia dell’Aquila è serbata dalla pronipote Dott.ssa Maria Lucia Falconio, residente a Civitella Messer Raimondo, catechista nella Parrocchia Collegiata di S. Remigio a Fara S. Martino.

Mons. Di Felice ricorda ovviamente il Vescovo che lo ordinò sacerdote, il Servo di Dio Amilcare Battistelli (in relig. Stanislao dello Spirito Santo). Menziona alcuni incontri, da giovane prete e l’ultimo colloquio, nell’estate 1980, quando il biografo di S. Gabriele dell’Addolorata si trovava “a casa”, ai piedi del Gran Sasso, presso il “suo” Santo.

Sarebbe bella una seconda edizione di profili di Pastori abruzzesi. Mons. Di Felice potrebbe tracciare quattro ritratti di grandi figure del XX secolo in Abruzzo: Fiorenzo Angelini, Abele Conigli, Gilla Vincenzo Gremigni, Antonio Iannucci. Con solo quattro Vescovi uscirebbe un meraviglioso lavoro perché sono stati uomini di Chiesa di grande spicco. Durante tante conversazioni il Canonico Vaticano ha raccontato interessanti aneddoti. Ma forse l’opera è già in cantiere.

Il Card. Angelini, morto il 22 novembre scorso, alle soglie dei 100 anni, era abruzzese di Poggio Cinolfo, anche se nato a Roma. Si teneva a ribadire la Città Eterna, in quanto era l’ultimo porporato nato in essa (un tempo i porporati romani erano di più). Veniva non di rado in Abruzzo.

Padre Abele, vissuto a Teramo 38 anni, di cui 22 di servizio pastorale, si può dire che ha vissuto tutto l’episcopato in Abruzzo, avendo guidato la Chiesa di Sansepolcro per appena quattro anni. Mons. Di Felice, pur non avendo vissuto fisicamente in simbiosi con lui, lo ricorda sempre con grande affetto.

Mons. Gilla Gremigni, primo Vescovo di Teramo dopo l’unione con Atri, è stato ricordato nel presente libro riguardo Mons. Adolfo Binni, suo Vicario Generale nella sede aprutina. Mons. Gremigni, il S. Francesco di Sales del XX secolo, aveva una formazione squisitamente europea, avendo compiuto una parte fondamentale della formazione religiosa e missionaria a Friburgo. Pur essendo stato non molti anni in Abruzzo tra Teramo, Penne e L’Aquila, conservò un appassionato ricordo del primo luogo episcopale, tanto che nella Cattedrale di Novara volle cingere nel giorno dell’ingresso la mitra del Duomo di Atri. La Cattedrale del suo cuore.

Mons. Antonio Iannucci, il grande Pastore della Chiesa che è in Pescara-Penne, secondo fondatore della città di Pescara dopo Gabriele D’Annunzio e comunque il fondatore ecclesiale, rinunciò alla promozione a Napoli offertagli dal Beato Paolo VI all’indomani del Congresso Eucaristico Nazionale pur di non lasciare l’amata città adriatica. La cattedra di S. Aspreno comportava la porpora e la berretta cardinalizia “ad personam” sarebbe stata un’eccezione troppo vistosa per Pescara.

Leggere Mons. Di Felice è sempre un piacere. Vaticanisti e informatori religiosi dovrebbero tenere sempre d’occhio il Protonotario atriano, come il cronista di Buckingam Palace ha a portata di mano il Guardiasigilli custode di un mondo mai interessante (almeno per il sottoscritto) come quello d’Oltretevere.

SANTINO VERNA