Pubblicato Mercoledì, 25 Gennaio 2023
Scritto da Santino Verna

UN GRANDE ATRIANO

GIUSEPPE ANTONELLI A 15 ANNI DALLA DIPARTITA

Il 30 gennaio 2008 concludeva la giornata terrena, lo scultore atriano Giuseppe Antonelli. Custode delle tradizioni atriane, Peppino era nato ad Atri il 19 marzo 1920, festa, allora di precetto, di S. Giuseppe, con tanto di processione intorno alla Chiesa di S. Nicola e ritrovo dei maestri falegnami, a Capo d’Atri, con le frittelle impanate.

Sin da piccolo Peppino rivelò l’estro artistico, perfezionato sotto la guida del Prof. Luigi Tascini, docente alla Scuola di Arti e Mestieri di Atri, e praticato nell’industria cementizia, avviata dal fratello maggiore Eugenio, e ricordata dal Can. Luigi Illuminati ne “Un paese d’Abruzzo, nella seconda metà dell’Ottocento”.

Durante la non breve vita ebbe modo di viaggiare, anche in lambretta con l’amico Rag. Giuseppe Iommarini, prematuramente scomparso come il figlio Massimo, pittore e musicista, e di visitare tanti luoghi, da attento osservatore di tutti i fenomeni artistici.

Il riconoscimento solenne del talento di Giuseppe Antonelli, arrivò soltanto nel 1996, grazie all’allora Assessore alla Cultura Prof. Nino Bindi che volle la fusione di 13 sculture in bronzo con altrettanti personaggi e tradizioni della Atri di una volta. I bronzetti furono presentati nel ridotto del Teatro Comunale, luogo tanto caro a Peppino, a conclusione del fitto cartellone dell’estate atriana, alla presenza del regista Carlo Delle Piane. Due mesi dopo il ridotto divenne sede dell’archivio-museo “A. Di Jorio”, diretto dal Cav. Prof. Concezio Leonzi.

Le sculture di Peppino furono trasferite nel piano superiore del Palazzo Ducale. E’ l’assaggio di un probabile museo monografico dello scultore atriano. Molti videro per la prima volta, da vicino, le opere di Peppino, anche se alcune erano già celebri, come il coretto abruzzese, con pochi elementi supportati dal suonatore di organetto, perché copertina del primo LP del coro “A. Di Jorio” (1979).

Intanto cominciava la seconda giovinezza artistica di Peppino, accanto al nipote ed allievo Dott. Ugo Assogna, presidente dell’associazione “Giuseppe Antonelli- I marmorari atriani”. Il binomio Antonelli-Assogna diede vita a due mostre, all’auditorium “S. Agostino” (2005) e al Comunale (2006), con l’organizzazione dell’associazione “Atrarcord”, ricordata soprattutto per l’organizzazione di “Serata sotto le stelle”, nella sera delle stelle cadenti o in giorno vicino, in Largo Forcella.

Un’opera di Peppino, adorna la sua tomba, nel camposanto di Atri. E’ il volto del Cristo coronato di spine che sormonta una colonna. Per questo il sepolcro dello scultore atriano si individua in un battibaleno, nel secondo plesso in ordine di tempo del cimitero. E’ un richiamo visivo come la torre di S. Maria, visibile da tanti viaggiatori in autostrada. E Peppino ora dal Cielo veglia sulla sua Atri, dalla quale non si è mai voluto staccare, rinunciando ad una brillante carriera artistica. La Atri contemplata ogni giorno, anche nell’ultima stagione di vita, dall’esterno del Teatro Comunale o dal fianco meridionale della Cattedrale, dove l’incontro con Peppino era l’estrazione di tesori di storia e vita popolare, intrisi di profonda carica umana.

SANTINO VERNA