Il rintocco di una campana si perde nella valle...

Tra le montagne, la festa di Santa Colomba,
sorella di S. Berardo patrono di Teramo.

Ieri era il 01 settembre 2008, mi era stato consigliato da un amico l’ing. Battista Mazzetta di andare a vedere e fotografare l’Eremo di S. Colomba di Pretara, che si affaccia sulla Valle Siciliana, prospiciente Isola del Gran Sasso d’Italia.

Attraverso un impervio e ripido sentiero, ci si arriva in un’ora di cammino, durante il tragitto si sente in continuazione il rintocco di una campana, che è suonata da ogni pellegrino che arriva all’ingresso della piccola cappella.

Quel suono sembra arrivare da molto vicino e chi viene per la prima volta, inavvertitamente pensa sono arrivato, invece devi ancora camminare e fermarti ogni tanto a riprendere fiato. Come suol dirsi da noi, a mezza cost c’è una seduta dove, secondo la credenza popolare, si sedeva S. Colomba per riposare e gli anziani passando in quel punto si siedono anche loro e recitano una preghiera.

Dopo un'abbondante ora , per chi ha buone gambe, si arriva sul piccolo piazzale antistante la cappella, suono anch’io la campanella e mi accingo a scattare le prime foto all’interno del locale, dove scorgo una fedele che mette la testa in un buco sotto l'altare. Saprò dopo, che è usanza fare questo gesto da chi soffre di mal di testa e cervicale. Fuori sul piccolo piazzale già pieno di fedeli è stato montato con una tavola l'altare per celebrare la Messa, anche la statua della Santa e appoggiata sul muretto esterno. Arriva il celebrante, una persona alta, subito attorniato dai fedeli che lo salutano festosamente “Buon giorno padre Natale, felicissimi di vederla quassù “, non è affaticato dalla camminata, indossa subito il paramento liturgico ed inizia la s. Messa, alla fine la processione si snoda con la piccola banda in testa. I musicanti che da valle hanno salito fin lassù gli strumenti portati a spalla cominciano a suonare una marcetta.

Un gruppo di donne sono le portatrici della statua, la processione si snoda su uno stretto sentiero di ciottoli impervio, dove può passare una sola persona e invece sotto il peso della statua si arrampicano con enorme sacrificio le donne, fino ad arrivare davanti ad una croce posta su un piccolo terrazzamento che guarda la vallata.

Padre Natale, insieme ai fedeli, recita una preghiera e la processione riprende verso un'altra discesa ripida, in alcuni tratti le portatrici devono essere sorrette e aiutate dal basso, rischio cadute, anche la banda riscende suonando fino ad arrivare di nuovo dietro la chiesa, dove la statua sarà esposta con lo sguardo verso la vallata e il celebrante darà la benedizione finale.

Questa fu la manifestazione dove conobbi Padre Natale Nunzio Panetta, rettore del Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata, fa parte della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (in latino: Congregatio Passionis Iesu Christi) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio, i membri di questa congregazione clericale, detti passionisti, pospongono al loro nome la sigla C.P.. Forse dovrei ringraziare S. Colomba, per avermi fatto conoscere una persona così gentile, squisita nel suo modo di approccio con tutti i fedeli che si recavano al Santuario, sempre pronto a rivolgere una parola di conforto a chi soffre.

Dopo le grandi funzioni era sempre l’ultimo a rientrare nel convento, perché trattenuto dai tanti fedeli che si rivolgevano a lui per salutarlo, portando i saluti di parenti lontani che lui ricordava con affetto. Oggi vive a Roma ed è costantemente in giro per l’Italia per portare una parola di affetto ai devoti e non di S. Gabriele dell’Addolorata, anche se qualche volta torna per una passeggiata tra le sue montagne e i suoi ruscelli in particolare sul suo Gran Sasso d’Italia.

Torniamo alla festa, dopo la processione si torna a valle e qui sotto gli alti faggi, chi non è salito fino lassù, ha già imbandito i tavoli con tantissime pietanze e tutti a pranzare tra canti, e musica accompagnati dal suono delle fisarmoniche e de lu du’ bott, si finisce la giornata aspettando il tramonto del sole dietro a la Muntagn chiù Gross.

Ogni cinque anni si scende a valle la statua e a Pretara si fa la grande festa patronale, per poi risalirla fin lassù alla cappella.

Alberto Sporys