Pubblicato Domenica, 21 Settembre 2014
Scritto da Direttore Paolo Pallini

FLAVIA MANNUCCI ESPONE A PESCARA

“I COLORI DELL’ANIMA” CHE INVITANO A SOGNARE

 

Fuori ferve, nel cuore della notte, la vita della città.

Dentro, in uno spazio lindo e luminoso, un’isola per sognare.

Piazza Garibaldi, nel fascino della vecchia Pescara, carica di memorie e di ricordi.

Il Circolo Aternino, ristrutturato e armonioso, una location ideale per ospitare mostre, a pochi passi dalla Casa D’Annunzio. Qui, fino al 30 settembre, espone Flavia Mannucci. Una Mostra che segue quella di Chieti del giugno scorso e di Roseto due anni fa.

La serata è insolitamente tiepida, tanta gente in giro, gli artisti di strada attirano curiosi, i ristorantini di Corso Manthone diffondono nell’aria gli odori della cucina abruzzese.

Una orchestrina spara, con surreale, violenza note musicali che aggrediscono i passanti.

Ma, dentro, è tutta un’altra storia.

Più di quaranta opere esposte sui tre livelli della gradevole costruzione. 

Subito si è catturati da un’onda di colori che ti avvolge, ti trasporta, ti culla, ti accarezza, con forte dolcezza.

Il visitatore non ha scampo: è invitato a riflettere, a lasciarsi andare, a sognare.

Le tele raccontano la storia e le emozioni dell’artista lungo un percorso che arriva ai giorni nostri. E’ un itinerario che si consegna alla sensibilità personale, alla capacità di leggere, di andare oltre, di lasciarsi abbracciare dagli stimoli che accendono fantasie e smuovono  sopite sensibilità.

E’ uno stile pittorico che lascia liberi, che non si impone, che chiede la tua collaborazione per una comprensione non superficiale, ma profonda.

I colori sono i protagonisti. Da quelli intensi e forti del passato a quelli delicati e sobri, soavi e teneri degli ultimi tempi. Opere, quindi, che documentano il percorso, forse inconscio, di Flavia e suggeriscono una danza dei sentimenti più delicata e armoniosa.

Sobrie didascalie accompagnano il visitatore nella lettura delle opere, ma senza imporre nulla, lasciando una libertà interpretativa che denuncia quella interiore, forte e vera, dell’artista.

Fuori la movida, gli abitanti della notte, i questuanti in cerca di un brandello di vita, dentro il sottile filo dei sogni dell’anima sollecitata a non impigrire, a continuare ad esercitarsi nel desiderio e nella volontà di conoscere, di scoprire, di immergersi nel caleidoscopio di immagini rarefatte, di pennellate forti, di tenui segni tracciati con delicatezza sulla tela.

Una esperienza da vivere, da gustare, senza la schiavitù dell’orologio, con la calma che permette alla mente di viaggiare verso lidi inesplorati. Il fascino dell’arte, nelle sue varie declinazioni e nelle sue più diverse forme espressive, risiede proprio nella sua capacità di trasmettere sensazioni, di accendere emozioni, di stabilire un legame, personale e unico, di lasciare un’impronta nel nostro intimo.

La notte avanza. Si spengono le luci, le porte vengono chiuse in attesa di un nuovo giorno quando altri visitatori varcheranno la soglia del Circolo Aternino per incontrare un’artista che, con i suoi quadri, ci invita a sognare catturandoci con “i colori dell’anima”.

Paolo Pallini