Pubblicato Venerdì, 12 Settembre 2014
Scritto da Santino Verna

BARRIERE DA ABBATTERE

LE CHIESE INACCESSIBILI AI DISABILI IN ATRI

Nel centro storico di Atri tre chiese, per via delle scale, non sono accessibili ai diversamente abili. Ad essi si aggiungono i passeggini e i carrozzini dei bimbi. Il problema non si pone per la Cattedrale, dove c’è un piccolo scivolo alla porta laterale mediana e si ripresenta con lo scalino di S. Reparata nel passaggio interno, ma il più è fatto per la visita al Duomo.

Le tre chiese in esame sono S. Nicola, S. Chiara e S. Giovanni, tutte molto frequentate. S. Nicola, antica parrocchia, ha due scalinate, anche se quella laterale viene praticata, ovviamente da chi può salire, in estate con l’apertura della relativa porta.

S.Chiara è un problema più grande perché è sede dell’adorazione eucaristica e luogo assai caro agli atriani e a fedeli dei paesi vicini per la presenza delle clarisse. E’ l’unico luogo clariano della diocesi e uno dei pochissimi in Abruzzo. Chi è in carrozzella o deve entrare con sacrificio oppure dovrebbe violare la clausura, entrando da un passaggio del monastero. Le scale sono poche e la strada laterale stretta.

S.Giovanni (S.Domenico) ha registrato un aumento di fedeli in questi ultimi tempi, dopo la riapertura. Diversi atriani sono andati ad abitare nelle vicinanze. Pertanto la chiesa non serve più soltanto lo storico rione, delimitato dalle mura e dall’omonima  porta, ma anche l’area che un tempo era campagna. Chiesa filiale della parrocchia di S. Maria nella Concattedrale, vi si celebrano esequie o celebrazioni per i defunti quando non è possibile andare in Cattedrale, S.Giovanni non è frequentata soltanto per la tradizionale festa della Madonna del Rosario e il mese di ottobre. C’è un bel numero di scale che separano Via S.Domenico dal sagrato.

Ci sarebbe pure una quarta chiesa, ma il problema viene risolto con la porta secondaria. S.Spirito, dotato di consistente scalinata, è accessibile ai disabili quasi solamente durante i festeggiamenti di S.Rita, con la porta di accesso all’omonima casa. Non è la porta  laterale della chiesa, ma può essere il punto di partenza per erigere il Santuario ritiano della diocesi di Teramo-Atri. Se è vero che Atri è il secondo luogo del culto di S. Rita dopo Cascia con Roccaporena, occorre renderne accessibile a tutti la chiesa, non soltanto durante la novena e l’ottavario della Santa degli impossibili. Si entra nel clima della festa già da febbraio, con la pratica dei 15 giovedì e ogni giorno dell’anno registra alla spicciolata tanti devoti, atriani e non, che passando da quelle parti sostano nel sacro edificio con riferimento al cappellone.

Qualche scalino è pure nell’oratorio della Trinità, ma i giorni in cui la chiesa è officiata si contano sulla punta delle dita. Nella chiesa si venera S.Rocco, ma è un dato demologico il raffreddamento della devozione contro i Santi in testa alla classifica, Antonio di Padova e Rita da Cascia. Molti non sanno neppure dove è sepolto il taumaturgo di Montpellier. Il corpo si venera a Venezia, ad un tiro di schioppo dalla Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari, la chiesa dell’Assunta della città lagunare, dove si va per ammirare il Tiziano. Ma non si fa il pellegrinaggio presso il protettore contro la peste.

Le chiese accessibili ai fedeli con ridotte capacità motorie sono state e vengono scelte per le giornate dell’Unitalsi, come la festa della Madonna di Lourdes, celeste patrona dell’opera. E’ il caso della chiesa di S. Gabriele, moderna e certamente non il massimo della bellezza, ma ben fruibile dai diversamente abili. A questo si aggiunge la possibilità del parcheggio nelle vicinanze. Ciliegina sulla torta la processione “aux-flambeux” che si sposa bene con il panorama della periferia e i reparti illuminati del nosocomio. Nel centro storico di Atri, non rende emotivamente come nel rione S.Antonio.

Una soluzione in profilato, con poca spesa e senza manipolare il pubblico godimento, è da mettere in programma, come è avvenuto per la Cattedrale di Teramo, alla porta laterale destra. Meno problemi per le chiese contemporanee, come S.Agnese a Pineto, dove uno scivolo immette sul portico, senza tediare l’armonia del complesso. I diversamente abili sono quelli più vicini ai cuori di Gesù e di Maria, con la loro sofferenza fisica e morale, e hanno diritto all’accesso confortevole nella casa del popolo di Dio.

La richiesta è già partita da qualche anno da parte di alcuni cittadini, ma si ha l’impressione che bisogna aspettare molto. E non riguarda soltanto gli ambienti religiosi, perché pure l’archivio-museo “Antonio Di Jorio”, sapientemente curato e diretto dal Prof. Concezio Leonzi è preceduto da tante scale. E’ vero che i portatori di handicap appassionati del maestro di Atessa non sono molti, ma quei pochi hanno un sacrificio in più da fare per ammirare e consultare l’opera del padre della canzone abruzzese e l’ispiratore del Festival della canzone italiana di Sanremo.

Si poteva tagliare la testa al toro trasferendo l’archivio in luogo più adatto per la situazione, ma certamente il ridotto del Teatro Comunale, dirimpetto alla Cattedrale era il massimo che si poteva offrire ad uno dei musicisti più grandi d’Abruzzo.

Le autorità civili e religiose abbiano a cuore questo problema, anche perché una migliore fruibilità delle chiese avrà una positiva ricaduta sul turismo, culturale e spirituale, soprattutto in estate, quando nei giorni con il cielo grigio tanti si riversano su Atri, per gustare, oltre alla liquirizia e al panducale, la bellezza degli edifici sacri.

SANTINO VERNA