Pubblicato Sabato, 16 Luglio 2022
Scritto da Santino Verna

SERATA SOTTO LE STELLE:

PICCOLA STORIA DI UNA KERMESSE ATRIANA

Una delle kermesse più applaudite dell’estate atriana, la Serata sotto le stelle: poesie, serenate, tradizioni. La denominazione deriva dallo spettacolo all’aperto, nella sera (o comunque nelle vicinanze) delle stelle cadenti, la festa di S. Lorenzo, di pascoliana memoria.

Tutto ebbe inizio nel 1993, grazie all’allora Assessore alla Cultura, Prof. Nino Bindi, recentemente passato all’altra riva. Il nome originario era Poesie e serenate, con il drappello di artisti atriani, poeti e cantori, nell’intento di valorizzare spazi minori del centro storico. Non solo Piazza Duomo e Piazza Duchi d’Acquaviva, ma anche i larghi e le piazzette sparsi nella parte intramurale. Infatti si cominciò con Largo Cherubini, all’ombra dell’omonimo palazzo avito, ad un tiro di schioppo dalla Cattedrale. Lo spazio è esiguo ma crea atmosfera.

Il pubblico aumentava sempre di più e nel 1996 fu la volta di Piazza Duchi d’Acquaviva. Da poco la piazza del Municipio, aveva preso ufficialmente la denominazione della dinastia ducale, presente per tutto il Rinascimento nella cittadina dei calanchi. Per gli atriani è semplicemente la Piazza del Comune o “su lu piane”, eco dell’odonomastica popolare, quando si chiamava “Piano di Pretaroli”. Quella sera c’era la partecipazione straordinaria di Raffaele Fraticelli, unico non atriano della kermesse, molto conosciuto, per le trasmissioni radiofoniche da Pescara.

Nel 1997 lo spettacolo riprese la soluzione degli spiazzi, e fu la volta di Largo Forosetto, il cui nome richiama vagamente il foro romano. E’ detto “spiazzapiducchie” ancora oggi. Ma nel 1998 si ebbe la svolta, con l’organizzazione dell’associazione Atr’arcord composta da Quinto Paolini, Piero Marcone, Enrico Di Nardo Di Maio e Antonio Manco. E fu la volta di Largo Forcella, così chiamata dal vicino palazzo avito della famiglia con cappella gentilizia nella Chiesa di S. Giovanni. La kermesse fu ampliata, e divenne una delle colonne portanti dell’estate atriana.

C’erano altri larghi candidati per Serata sotto le stelle, come Portico Capritti, antica strada chiusa di Capo d’Atri e poi aperta su Via Trinità, dove furono allestiti piccoli spettacoli, la vigilia dell’Assunta, mentre riprendeva vigore il rito della Porta Santa, con la fiaccola itinerante della Perdonanza, la rimozione dell’ostacolo e tanto altro ancora. Lo spettacolo fu proposto in Largo dei faugni, questa volta all’ombra della torre campanaria della Cattedrale, in precedenza chiamato S. Pietro, per compensare la perdita dell’omonima Chiesa, abbattuta nel gennaio 1957. Un piccolo rione dove è presenta il tema delle tradizioni popolari. Serata sotto le stelle, con l’organizzazione del Cav. Prof. Concezio Leonzi, direttore del Museo-Archivio “A. Di Jorio” e del coro folkloristico cittadino, ha inserito spesso la partecipazione straordinaria di un cantante famoso, per riascoltare canzoni della prima metà del XX secolo. Brani diffusi attraverso la radio, presente nelle botteghe artigiane e nelle case, per accompagnare i risvegli e dare il saluto della buona notte.

Le serenate, portate davanti alla casa della sposa, qualche sera prima del matrimonio, nell’attesa del gradimento della festeggiata, sono ormai una tradizione rara, non tanto per il disturbo della quiete pubblica, ma perché incasellata in un passato che non vogliamo forse totalmente custodire. Serata sotto le stelle era un momento (con edizione invernale, al Teatro Comunale, con le medesime modalità della versione ufficiale), per tuffarsi nella vita artistica atriana, dove il pubblico interagiva con il poeta, come avveniva con le composizioni in vernacolo atriano di Antonino Anello, spesso prese dalle due antologie  “Lu ‘ttavette” e “Voci di piazza”, quest’ultima pubblicata quando la kermesse agostana era ancora nel cartellone dell’estate atriana.

SANTINO VERNA