Opinioni \ Riflessioni

TELEFONATE TRA PRESIDENTI: ENERGIA E GRANO

26 maggio. Telefonata tra Putin e Draghi. Argomento: aprire un corridoio umanitario per fornire il grano ai paesi poveri.

27 maggio. Telefonata tra Putin, Macron e il tedesco Scholz. Argomento: aprire un corridoio umanitario per fornire il grano ai paesi poveri.

E qui, se non fosse per la gravità degli eventi, bisogna dire che è una grossa barzelletta. I paesi poveri dell’Africa, che hanno bisogno del grano, sono quasi tutti amici della Russia e alle risoluzioni dell’ONU si sono astenuti o hanno votato a favore della Russia. Pertanto non sono nella Lista Nera della Russia e non hanno bisogno dei nostri mediatori occidentali, chiedono direttamente a Putin. Se poi dovessero aver bisogno di un mediatore, visto che sono quasi tutti mussulmani, si rivolgerebbero ad Erdogan che ha voce in capitolo con Putin.

31 maggio. Sono passati poche giorni e cosa dice Draghi in  conferenza stampa da Bruxelles “Ma molti Paesi africani non sono dalla parte dell’Occidente”. Con ritardo l’ha capito anche il guerrafondaio Draghi.

La crisi del grano, a causa della guerra e del blocco navale ucraino, è forte e reale. Ho capito la situazione già dai primi giorni di guerra mentre i nostri politici, in preda ad un delirio di onnipotenza (vedi Biden e Stolteberg) o ad una libidine della guerra (in Italia nessun partito si è salvato), pensavano alle sanzioni e ad inviare armi potenti e moderni all’Ucraina.

Draghi pochi giorni prima, in vista nel Veneto, aveva dichiarato che con la telefonata precedente fatta a Putin “ha trovato un muro”. Ed io mi chiedo cosa si aspettava che venisse accolta a braccia aperte?

Adesso, secondo quanto detto da Draghi e riportato da TV e giornali, Putin ha posto due condizioni: 1) togliere le mine dal mar Nero messe dagli ucraini; 2) togliere le sanzioni. Le stesse cose Putin ha chiesto ai francesi e ai tedeschi ed ha aggiunto che non devono più inviare le armi all’Ucraina..

Draghi ha chiuso dicendo che ne parlava con Zelensky, ed in effetti ha poi telefonato a Zelensky. Risultato: Zelensky dice “Dobbiamo sbloccare i porti insieme”, mettendo però sul tavolo il problema del carburante, che scarseggia, e l’ulteriore invio di armi.

Sarò irriverente ma la lo devo dire. Putin ha preso i nostri tre grandi statisti per i fondelli. Mi spiego. Putin chiede di sminare il porto di Odessa. Zelensky è d’accodo ma dobbiamo pagare noi. Il porto è sminato e subito dopo arriva la marina militare russa tutta trionfante, senza pagare un rublo e senza avere danni o morti. Sono troppo fantasioso o sono polli i nostri eroi politici?

Draghi ci ha raccontato una altra storia. La Russia continuerà a fornirci il gas per il prossimo inverno. Dico subito che ci credo poco.

31 maggio. Riunione del Consiglio europeo. Viene approvato l’embargo del petrolio russo, ma non per tutti gli stati, con la premessa che farà mancare i soldi alla Russia e quindi gli farà perdere la guerra. Quindi a non volere il petrolio russo siamo noi occidentali. Risultato il prezzo del petrolio è arrivato alla soglia massima e noi (italiani siamo i più colpiti) paghiamo le scemenze dei nostri politici.

Nicola Dell’Arena