Pubblicato Sabato, 28 Maggio 2022
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

IN MEZZO AI PERICOLI E COSE NON SERIE

23 maggio. Biden, in visita in Giappone, dichiara “Se la Cina invade Taiwan interverremo militarmente”. Immediatamente arriva la risposta del presidente cinese Xi Jinping “Scherzerete con il fuoco e vi brucerete”. Parole pesanti e piene di pericoli pronunciate dai due presidenti. Negli ultimi tempi, non so perchè, ogni volta che Biden parla mi assale il coro da stadio.

La Repubblica di Cina (in italiano isola di Taiwan) dal 7 dicembre 1949 è indipendente dalla Cina dallo stesso anno che la Cina la reclama come suo territorio. Taiwan non è stata mai riconosciuta come repubblica indipendente dalla Cina e neanche dai quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Stati Uniti, Russia, regno Unito e Francia). Pertanto, il pericolo che una guerra possa scoppiare è grande.

Immediatamente la Casa Bianca cerca di attutire le parole di Biden ma la frittata è fatta. Anche il ministro degli esteri cinese cerca di attutire le parole del suo presidente. Le sue parole sono meno pericolose ma sempre pesanti “Nessuno dovrebbe sottovalutare la decida determinazione, la ferma volontà e la forte capacità del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.

Il nostro ministro degli esteri Di Maio una ne pensa e cento ne combina per rimediare figuracce. Così presenta, a tutto il mondo, un piano di pace e un piano Marshall per l’Ucraina. La prima cosa che ho pensato è stato: ma  la Russia e il pazzo di Putin aspetta proprio l’Italia per farsi suggerire quali sono le condizioni per firmare un accordo con l’Ucraina?

Il 26 maggio il ministro degli esteri russo, Lavrov, parla del piano di Di Maio e dice: “Per quanto ne so, dice che la Crimea e il Dombass dovrebbero far parte dell’Ucraina ricevendo ampia autonomia. Bene, politici seri che vogliono un risultato e non si impegnano in autopromozione davanti agli elettori non possono proporre queste cose”. 

Uno schiaffo, o forse un pugno chiuso, in piena regola a livello internazionale.  

Lavrov conferma che la Russia non ha ricevuto nessuna proposta di Di Maio e che è solo propaganda elettorale “autopromozione”. Lavrov affibia a Di Maio l’etichetta de non essere un politico serio e che le cose che ha proposto non hanno un minimo di serietà e di credibilità. Lavrov, senza dire nulla, boccia severamente la proposta di Di Maio, del resto altri membri del governo russo l’avevano già bocciata.

Dell’autonomia della Crimea e del Donbass ne hanno parlato anche i giornali italiani per cui, senza credere a Lavrov, qualcosa di vero ci deve essere. A questo punto sobbalzo dalla sedia e dico: sono io cretino o Di Maio o forse Putin?

La Russia ha mosso una guerra sanguinosa, costosa e crudele per avere alla fine in mano un pugno di mosche? Ad oggi La Russia ha conquistato quello che voleva e poi all’improvviso, come se nulla fosse accaduto, lo regala di nuoco all’Ucraina? Mi sa che il cretino sia Di Maio.

Una domanda me la devo porre: il piano è di Di Maio o di tutto il governo italiano? Come al solito alla fine la verità verrà fuori.

Nicola Dell’Arena