Pubblicato Martedì, 17 Maggio 2022
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

INCONTRI E TELEFONATE DELLA SETTIMANA

12 maggio. Zelesky viene intervistato da Bruno Vespa a Porta a porta. Una frase di tutta l’intervista mi ha colpito: “Concedere autonomia al Dombass? Autonomia di cosa? I russi hanno ucciso, distrutti e ora chiedono autonomia? Noi non riconosceremo mai l’autonomia”.

Sarebbe da scrivere punto e capo, ma con questa frase c’è di mezzo l’autodeterminazione dei popoli tanto cara al mondo occidentale.

Nel 2014 in Crimea si è svolto un referendum e la quasi totalità degli abitanti voleva tornare con la Russia. L’Ucraina non ha mai riconosciuto questo referendum.

Nel trattato di Minsk, firmato il 5 settembre 2014, é previsto che nel Dombass ci sia un referendum per decidere con chi vogliono stare.  Prima vien organizzato ma poi bloccato da Kiev e non più riorganizzato. La Russia dice che visto il risultato scontato Kiev ha bloccato tutto. Kiev sull’argomento non risponde.

9 maggio. Draghi incontra Biden e mentre tutti si aspettano un Draghi americano e guerrafondaio Draghi dice due cose: 1) gli italiani e gli europei non vogliono la guerra; 2) esorta Biden a parlare con Putin.

Cosa è accaduto per trasformare Draghi? Quasi certamente Draghi avrà visto i sondaggi che circolano in Italia:  il 65 % non vuole che si mandi armi in Ucraina e che l’Ucraina non entri nella NATO. Conseguenza il 65% non vuole la guerra in Italia. Conte (M5s) e Salvini (LEGA) non vogliono più che si mandi armi in Ucraina.

Macron dichiara che bisogna fare l’accordo con Putin senza dargli una umiliazione. Scholz afferma che la NATO non entrerà mai in guerra. Probabilmente Draghi avrà parlato con Macron e Scholz che hanno gli stessi problemi italiani e avranno concordato l’esortazione fatta a Biden.

Il nuovo pacchetto di sanzioni non decolla, ufficialmente per l’opposizione del leader ungherese Orban, ma credo che anche l’Italia non acceleri il processo per sanzioni che poi si ripercuotono sull’Italia più di tutti degli altri paesi.

13 maggio, telefonata USA Russia di circa un’ora. Il ministro della difesa americano Austin telefona all’omologo russo Shoigu. Di questo Shoigu i giornali italiani ne hanno detto di tutti i colori: morto, assassinato da Putin, traditore e cospiratore. Oggi invece è vivo, vegeto e pronto a trattare per conto di Putin. 

I giornali hanno scritto che i russi hanno risposto alla terza telefonata mandando a vuoto le altre due. Gli USA hanno chiesto “il cessato il fuoco immediato” ed io mi domando sono andati a mani vuote o con qualche fiorellino? Hanno concordato che “è importante mantenere una linea di comunicazione” mentre gli USA ci hanno tenuto a precisare che non c’è stata “ nessuna svolta”. 

13 maggio. C’è stata una lunga telefonata tra il tedesco Scholz  e Putin. Putin ha detto a Scholz “le discussioni tra Russia e Ucraina sono state bloccate da Kiev” e poi ha denunciato “le pesanti violazioni del diritto internazionale da parte dei neo-nazisti ucraini”. Scholz invece si è presentato chiedendo “una tregua il più velocemente possibile” e poi ha richiamato la Russia alla sua responsabilità “per la situazione globale dei generi alimentari”. I teschi hanno paura per la loro economia.

Settimana di grandi eventi ma con risultati inesistenti o non visibili.

Nicola Dell’Arena