Pubblicato Venerdì, 01 Aprile 2022
Scritto da Santino Verna

RICORDO DI ANNA ZIPPILLI

Dopo lunga sofferenza è entrata nella Pasqua eterna, Anna Zippilli, “Nannina”, una vera istituzione di Capo d’Atri. Era nata nella città degli Acquaviva nel 1928, in una famiglia di muratori che avevano e hanno lasciato il segno del talento in tante case del Cerrano.

Nannina era sempre vissuta a Capo d’Atri, all’ombra dell’oratorio della Trinità, in un quartiere un tempo assai popolato, con le case tutte abitate, in ogni giorno dell’anno. Forte in lei, il senso del vicinato e dell’amicizia, a partire dalla famiglia Centorame-Del Rocino, residente nell’antico palazzo Sanguedolce, come si evince dal nome dell’attiguo vicolo. La incontravi spesso e volentieri nel minimarket di Elvira, deceduta 19 anni fa, ovvero in uno dei sei negozi di generi alimentari di Capo d’Atri.

Era legata alla Chiesa della Trinità, un tempo con ufficiatura quotidiana, e, quando il tempo era buono, fino a pochi anni fa, la potevi incontrare sulla soglia della casa, dove dialogava con vicini e passanti. La sua chiesa preferita era però la Cattedrale, da autentica e profonda atriana. Si recava a Messa in S. Maria non solo nelle principali festività dell’anno, ma anche la domenica e in altri momenti ordinari, come le esequie di persone amiche, le “riuscite” e gli anniversari.

Negli ultimi tempi, per problemi di salute, non usciva più. Mi piace ricordare la cara Nannina, con l’immagine della bottega del falegname, di Don Tonino Bello, e il Signore l’ha accolta tra le sue braccia, proprio a conclusione del mese di S. Giuseppe. L’uscio su Via Trinità, come il negozio di Elvira, erano un po' la bottega del falegname, con un sole più debole, perché senza l’arsura del Salento, dove gli avvenimenti di una cittadina come Atri, e in particolare del rione Capo d’Atri, prendevano la versione ufficiale, davanti ai contradaioli e raramente da qualche non atriano, rappresentanti di commercio o turisti meno frettolosi che si addentravano in un’area meno ricca di opere d’arte.

Nannina ha ritrovato i suoi trapassati al cospetto di Dio, i genitori, i fratelli e la sorella, e tanti contradaioli di Capo d’Atri, un quartiere del quale ci siamo accorti dell’esistenza solo quando ha cominciato a perdere sangue. E proprio il 2 aprile, per alcuni decenni del XVII secolo, Capo d’Atri era in festa. Quella festa dove ora si trova Nannina in eterno, con tutti i nostri angeli.

SANTINO VERNA