Pubblicato Martedì, 01 Marzo 2022
Scritto da Santino Verna

CENTENARIO DELLA NASCITA
DI DON ALDO DE INNOCENTIIS

A cento anni dalla nascita ricordiamo Mons. Aldo De Innocentiis, Parroco di Fara S. Martino. Era nato infatti il 2 aprile 1922, festa di S. Francesco di Paola, molto venerato a Fara, dove si conserva ancora il simulacro nella Chiesa della Madonna delle Grazie. Don Aldo era nato a Filetto e da ragazzo era entrato in Seminario al “S. Pio X” di Chieti, e nel 1946 fu ordinato sacerdote.

Fu subito inviato a Fara, subentrando a Don Pietro Marconcini, veronese da tutti ricordato con affetto. Fara era stata messa al muro dalla seconda guerra mondiale, con l’amara pagina delle rappresaglie, e la ricostruzione era molto pesante. Don Aldo, per tanti versi, anticipò il Concilio, conquistando subito l’affetto dei faresi. Durante il suo lungo parrocato, 13 furono le vocazioni maturate all’ombra della Chiesa di S. Remigio. I seminaristi tornavano tutti gli anni, in estate, a Fara, sotto la guida di Don Aldo, e chiamavano scherzosamente Fara, “il seminario in vacanza”.

Riconoscendo il valore educativo dello sport, Don Aldo diede vita, nel 1968 alla squadra di calcio, con l’aiuto del medico di famiglia Dott. Marino Rutolo, poi trapiantato a Pescara, e dei fratelli insegnanti, Raffaele e Mario Ricciuti, sportivi a tutto tondo, rispettivamente tifosi di Juve e Inter. Dietro le quinte, il farmacista Dott. Paolo Alleva, trapiantato anche lui a Pescara, patron dei liquori della Maiella. La benedizione del gagliardetto fu compiuta il 7 dicembre 1969, e la prima partita fu nella non lontana Orsogna.

Don Aldo restaurò la Chiesa Maggiore di S. Remigio, con l’abbellimento musivo di abside e absidiole. L’opera fu incoraggiata e finanziata dalla Signora Concetta De Cecco, sorella dello storico dell’arte e bibliotecario Francesco Verlengia, allievo di Emilio Notte. Un mosaico, quello a sinistra dell’altar maggiore, ripropone il gesto della carità di S. Martino, ispirato all’opera di Simone in Basilica Inferiore. La Chiesa di S. Remigio viveva una nuova stagione artistica, con la valorizzazione della Circoncisione di Tanzio da Varallo, indagata da Ferdinando Bologna. Ma Don Aldo valorizzò pure, anche attraverso fotografie, l’Adorazione dei Magi, in sacrestia, ispirata a Gentile. Recuperò tanti manufatti in pietra dell’abbazia di S. Martino in Valle, sepolta dalle alluvioni.

Collaboratore dell’Opera Romana Pellegrinaggi, Don Aldo ha condotto tanti faresi in Terra Santa, a Lourdes, Fatima e anche in Santuari meno conosciuti come Arenzano, anche in ricordo del Carmelitano morto in concetto di santità, farese purosangue, Elia Alleva. Portò i faresi pure al Cottolengo di Torino. E’ stato un moto perpetuo per più di mezzo secolo.

Fondò il bollettino parrocchiale “Corrispondenza”, rete di collegamento tra i tanti faresi sparsi all’estero, alla ricerca di lavoro. Il bimestrale fu affidato a Giovanni Verna, Capo Redattore della RAI Abruzzo, figlio del Comm. Avv. Santino, farese anche lui purosangue.

Per due volte Vicario Capitolare per l’arcidiocesi di Chieti-Vasto, resse la più grande diocesi d’Abruzzo, alla partenza di Mons. Loris Capovilla per Loreto e a quella di Mons. Vincenzo Fagiolo, per Roma, dove S. Giovanni Paolo II lo chiamò per la Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Don Aldo fu Vicario-Generale, ma fu posto difronte al bivio tra Fara e Chieti. Senza pensarci due volte, Don Aldo, promosso poi Protonotario Apostolico, rimase nel paese della pasta, perché non trovava un posto migliore. Lo diceva espressamente a tutti, e tutti lo hanno potuto costatare la sera della Messa d’oro, nel campetto della scuola elementare.

La liturgia fu presieduta dal Card. Vincenzo Fagiolo, fresco di porpora, e concelebrata da diversi sacerdoti dell’arcidiocesi teatino-vastese. Era presente pure l’allora Arcivescovo Edoardo Menichelli, elevato anche lui al Cardinalato. Il saluto ufficiale gli fu rivolto dall’allora Sindaco Luigi Bucco.

Nel luogo dei festeggiamenti, con l’inconfondibile sfondo della Montagna Madre, la Maiella, per volere di Don Aldo doveva sorgere la nuova Chiesa della Madonna del Carmelo. Il quartiere delle casette si andava sempre di più sviluppando, e molti ricordavano, grazie ai racconti dei nonni, la presenza della Chiesa, poi distrutta di S. Sebastiano. La Chiesa non fu costruita, ma il sogno si avverò, come avviene nei miracoli del Signore, in altro modo. Pochi anni dopo la dipartita di Don Aldo, fu ripristinata, grazie all’attuale Parroco Don Matteo Gattafoni, la Chiesa del Suffragio. Tutto il mondo ha potuto vederne un lembo, per pochi secondi, domenica 20 febbraio, con la S. Messa in diretta, dalla Chiesa di S. Remigio, presieduta dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte.

Don Aldo si congedò dalla Parrocchia, ma non da Fara, nel 2007, quando passò il timone a Don Emiliano Straccini. Mons. Forte gli diede il titolo di Parroco emerito. Don Aldo non teneva ai titoli e alle vesti, ma a Fara sì. La sua memoria rimane in benedizione, per il bene compiuto per la comunità alle falde della Maiella, ricca di fede cristiana e valori umani.

SANTINO VERNA