Pubblicato Lunedì, 14 Febbraio 2022
Scritto da Mario Marchese

IL BUIO NELLE CORSIE: AMAREZZA E DELUSIONE

LA POLITICA HA "SPENTO" IL NOSTRO OSPEDALE 

Certo, passare ogni giorno, ogni sera, davanti all’Ospedale S. Liberatore di Atri, e, verificare, in particolare la sera, le “LUCI SPENTE”, nelle camerate dove fino a qualche settimana addietro c’era la UOSD di Pediatria, ovvero, ed anche in quel piano laddove c’era la UTIC-Cardiologia, parte della Chirurgia e spazi lasciati dall’accorpamento, ancora una volta causa Covid e personale, della Chirurgia e Ortopedia Generale, della Urologia che non opera e non ricovera, della Ginecologia ed Ostetricia che non esistono più, assieme al defunto Punto Nascite, per non parlare dell’Otorino, della Chirurgia Maxillo Facciale, e delle camerette a pagamento.

Mi duole il cuore, e mi rattristo, e dico ancora, di quanto male possa fare la “politica” ,quella becera ed inconsistente, mediocre a cui abbiamo assistito in questi giorni, in questi anni contro Atri, la sanità pubblica, quella “funzionante”, e privilegiare con le convenzioni poi, quella privata a tutto spiano.

Strutture che prosperano nell’area, sia del pescarese-Montesilvano, che della vicina Città S. Angelo, e dell’area urbana del chietino, ed anche nell’ASL di Teramo incominciano a fiorire tali strutture, come in quella di Pescara.

Ebbero a dire che si doveva “chiudere per risparmiare”, lo ricordate? Che i “doppioni” non potevano più sussistere (ovviamente quelli pubblici, negli Ospedali pubblici), ma poi non trovi più posto dove curarti, ricoverarti, e se non vai dai privati, che nel frattempo sono fioriti nelle varie Cliniche, ed anche, soprattutto, convenzionate con la Regione Abruzzo, quindi privati, ma pubblici nei fatti, ma le strutture chiuse non erano già pubbliche? E questo, tutto questo determina un immane “deficit sanitario che la Regione paga ogni mese”, anno, a danno della collettività con “addizionali” e “mobilità passiva”, che invece, il nostro Ospedale intercettava pienamente per la sua efficienza e capacità e servizi presenti, prima della distruzione massiva delle sue capacità di risposte sanitarie a vari livelli, sia nella territorialità della medesima, che con buchi di bilanci oggi paurosi,che come dicevo, si dimostrano e si concretizzano poi, con la “mobilità passiva”, in particolare nell’ASL di Teramo (si parla quasi di 50 milioni di euro). E, che allora, come negli anni appena trascorsi, il S. Liberatore ha sempre intercettato, evitava, con il suo bel fare, con i servizi funzionanti, le UOC e Dipartimentali funzionanti, le strutture a pagamento che erano le sole a funzionare nell’ambito dell’ASL e della Regione, al fine di evitare ricorsi verso i privati, ed intercettarne la domanda e dare la risposta conseguente.

Ma la politica scellerata e colpevole, sia di centro destra, che di centro sinistra, negli anni, a partire da Del Turco, allora Presidente della Regione Abruzzo, con il suo PSR (Piano Sanitario Regionale) del 2007-2010, passando poi per Chiodi e D’Alfonso-Paolucci, per finire oggi con Marsilio-Verì, la dice lunga di quale sanità vogliono fare, e cioè: ridimensionare Atri, ulteriormente, e servirsene come ripostiglio per eventuali “Tutto Covid”, così come avvenuto in questi anni, ultimi anni: 2020, 2021-2022, ed oggi si parla di renderlo solo (?) Ospedale di Comunità…….

Ospedale, quello di ATRI, che si era fatto da se, che nonostante le batoste e scellerate scelte politiche di programmazione e di chiusure volute ed ingiustificabili ragionevolmente, è per i numeri espressi in prestazioni, hanno sempre agito per sopprimere, chiudere, agire con la rapina (anche con la mobilità, forzata o volontaria) di professionisti verso Teramo, ed oggi hanno iniziato anche verso Giulianova, e S. Omero, di professionisti che si sono formati, rifatti un nome con il loro lavoro nel nostro Presidio e “tac”, ed “ecco”, che vengono trasferiti presso il Mazzini di Teramo, o S. Omero, ed oggi, ripeto, anche per Giulianova. E questo avviene ancor prima di sopprimere i loro servizi, le Unità Complesse o Semplici o Dipartimentali, secondo la nomenclatura data oggi a queste strutture operative e sanitarie, ma ciò avviene, come sempre è avvenuto, per disposizione dirigenziale, mano a mano, piano, piano. E’ la tatica e tecnica di sempre, vero carissimi Dr Di Giosia e Prof. Brucchi?

Qualcuno, qualche Direttore Generale, (oggi, non più in vita), mi affermava che l’Ospedale di Atri era strutturalmente troppo grande, e non ne comprendeva la ragione, come se ne avessimo costruito apposta, senza criterio, piani e camerate, così per ridere, per farci girare la notte scarafaggi e topi. E, mi trovavo costretto ad affermare, se questo Ospedale è così grande, è perché, è stato pieno come un uovo di Servizi, Divisioni, malati, ed operatori del settore, portando l’Ospedale, con una buona gestione, ad essere apprezzato sicuramente in Regione, ma anche a livello nazionale, anche per la sua cucina fai da te, di alta qualità, che ebbero a chiudere quelli del centro sinistra, ultimamente a vantaggio di Coop e attività private del giuliese e teramano.

Sempre la politica ha fatto questo, non la gente, non i territori, non i professionisti, cioè la “DOMANDA di salute”, che veniva dal territorio, così ed anche avviene oggi, accade, ovviamente, sempre oppressa da una gestione cieca, condizionata con decisioni ed ordini di servizio contro gli operatori e strutture operative di Atri.

Ma non si può sempre risorgere come“l’araba fenice”, qualche volta si soccombe, e alcuni vanno via perché non é più possibile gestire la cosa così come avviene e sta avvenendo da decenni in Atri, e prima che si rinvigorino le attese, poi, se ne vanno in altri Presidi, più accoglienti e meno disattenti per non dire altro.

Ecco alcuni servizi ed Unità Operative semplici, complesse o dipartimentali perse negli anni, senza che la sanità, nell’ambito dell’ASL di Teramo sia migliorata e si sia messa in dovuta concorrenza con il privato fiorente di scelte e di finanziamenti indotti, da una deficienza pubblica, anch’essa indotta in un vortice creato ad arte per raggiungere l’effetto della domanda che il pubblico non riesce a dare, ma che il privato può dare, deve dare, o in convenzione con la Regione, oppure pagando i cittadini di tasca propria le relative spettanze, nel mentre, ad Atri, che si è sempre fatto baluardo in questo immondo modo di intendere la sanità pubblica, è sempre venuto, avvenuto, con il suo ridimensionamento coatto, derivante da scelte e volontà politiche, direi anche di gestione strutturale del Presidio, e cioè:

-Perdita della Medicina Nucleare nata nel 1975, con annessa Laboratorio RYA (da notare che già nel

2000, cioè oltre 20 anni addietro, li si faceva la RNM e la PET, con le strutture mobile annesse al

medesimo servizio periodicamente convenute (Dr Martignoni e Braca);

-Perdita dell’UTIC con Emodinamica e Primariato apposta per Atri (dr Ciampini);

-Centro Trasfusionale con Allergologia ed Immunoematologia;

-Chiusura della Pediatria e Neonatologia;

-Centro Studi del sonno ed Fisiopatologia respiratoria ridimensionato e poi recuperato da Teramo dal dr

Marini);

-Otorino con annesso Centro Termale;

-La Chirurgia Maxillo Facciale, trasferito a Teramo e li è morta e sepolta;

-La Gastroenterologia, che periodicamente viene ridimensionata al suo risorgere dall’ASL di Teramo, con

relativi trasferimenti di professionisti a Teramo;

-l’Ostetricia e Ginecologia e Punto Nascite, soppresse senza una ragione tecnica e funzionale, si tolse con

un ordine di Servizio i posti letto di Ostetricia e Ginecologia, per non parlare poi dell’indecenza a

sopprimere il Punto Nascita con 530 parti/annui, nel mentre si fa rimanere Sulmona con 200 parti

l’anno;;

-Ed oggi, sempre di più, avviene un periodico ridimensionamento della Chirurgia e Ortopedia, ed anche

dell’Oculistica,strutture che stavano riprendendosi lo spazio nell’ambito del territorio, ma che con il

Covid, con l’Ospedale tutto Covid per 3 anni, ne ha, di fatto, determinato una realtà sempre più “non soddisfacente” alleesigenze del territorio, dei Comuni dell’AREA VASTA.

Ecco, la tristezza di un già dipendente di quel Presidio, di un Cittadino che si è sempre impegnato per la sua crescita e salvaguardia, per un già Sindaco, che ne ha fatto una una ragione di vita della sua salvaguardia, tutela, ed assistere a questo declino, voluto declino, dalla politica, è pesante da accettare, anche perché i cittadini, da questo essere e modo di gestire e decidere, non è che ne abbia avuto vantaggi, anzi, svantaggi, disorientamento, incertezze, e maggiori costi per assistere alla propria salute offerti nel territorio.

Ho omesso di dire della 2° TAC dedicata al Covid, nella parte del Presidio tutto Covid, che era rimasta li impacchettata e che per non volontà non è stata attivata, per ritardi nei lavori, Lo dico ora perché il timore era che veniva “rapinato” da altre decisioni, verso altri Ospedali, stante le decisioni ormai prese, sempre e contro l’efficienza del S. Liberatore.

A questo punto, a quanto una RNM? Ormai è l’unico Ospedale dei quattro, che ne è sprovvisto. Il suo acquisto, determinerebbe uno sgravio della convenzionata esterna (mobilità passiva) che prospera con Brucchi-Di Giosia, ed un certo sgravio per i servizi radiodiagnostici di Teramo-Mazzini.

Che dire, caro Signor Sindaco, sono stanco di raccontare e dire queste cose in questo “mare di indifferenza” e di “colpevoli politici”, anche locali, anche locali, si certamente, non li escludo da “queste corresponsabilità”. Altro che le promesse elettorali fatte dai vari caporioni che abbiamo visto in giro, e che hanno fatto di Atri, e del suo territorio di riferimento, “TERRA di PASCOLO” per le loro scorribande elettorali periodiche, e presenti sempre, in tempo di consultazioni elettorali, e diversamente, “chi li vede?” E, tutto questo, cari atriani, almeno secondo me: GRIDA VENDETTA !!

Cordiali saluti,

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale Atri