DOPO GLI ESAMI: QUALE FACOLTA’ UNIVERSITARIA SCEGLIERE?

“SENZA RIMPIANTI HO SEGUITO LA BELLEZZA DELLE ASPIRAZIONI”

Rieccomi a parlare di me un anno dopo quell’ articolo in cui avevo confessato i miei dubbi e le mie speranze legate a una scelta fondamentale per il futuro: quella dell’ università. Non è ancora tempo di trarre conclusioni, visto che il mio percorso è appena iniziato, ma di una cosa per ora sono certo: non mi pento della decisione di aver seguito la bellezza di aspirazioni miste a quella dose di irrazionalità  incistata nel tessuto emotivo di tutti i ragazzi della mia età. A caratterizzare di più l’ identità di un individuo sono il sentimento e la ragione, in costante equilibrio, anche se in certi momenti della nostra vita il sentimento tende maggiormente a influenzare le scelte di un giovane, la ragione  quelle di un adulto. Ho tanti amici che, avendo da poco concluso gli esami di maturità, si trovano alle prese con quei tormenti che assillavano me un anno fa: se seguire cioè una strada che sentiamo più nostra, ma allo stesso tempo più tortuosa e in salita, oppure quella, apparentemente, più sicura e in discesa.

Certamente non ho la presunzione di decidere cosa sia meglio per gli altri, magari posso consigliare che la scelta sia compiuta in quei momenti in cui ci si trovi  soli con sé stessi, senza condizionamenti esteriori. C’è chi dice che, con la crisi attuale, sia meglio seguire le proprie passioni, visto che nessuna laurea garantisce con certezza un impiego stabile e chi ,invece, pensa sia meglio mettere da parte le proprie aspirazioni se queste cozzano con la realtà effettuale delle cose. Per quanto mi riguarda ho già scelto quale partito seguire, ma, ripeto, non mi sento di imporre le mie idee a chi, or ora, si trova a un bivio e deve prendere una decisione. Come spiega anche il filosofo Martin Heidegger, nella nostra vita ci troviamo continuamente  a compiere delle decisioni che possono essere autentiche o inautentiche. Sono autentiche le scelte con cui maggiormente ci rapportiamo al nostro sé, inautentiche   quelle con cui ci rapportiamo invece ai pareri della massa. Di queste ultime non possiamo dare un parere negativo, anche se decidono di fuggire dal richiamo del proprio “io”, perché sono comunque scelte fatte dall’ uomo. Rientrano nelle possibilità d’ essere di un individuo. Di conseguenza, chi decide di seguire un percorso di studi fuggendo dal progetto di vita più proprio  per seguire quel “ sentirsi a casa propria” tipico della massa è libero di farlo. La questione è tutta nello  scegliere se vivere una vita in modo autentico o in-autentico, se prendere la vita di petto o di scorcio. Ci si trova di fronte a delle possibilità che comportano un ‘assunzione di responsabilità, prendendo atto delle conseguenze che ne derivano. Per quanto mi riguarda, fino ad ora posso dire di non aver avuto rimpianti.

ANTONIO CERQUITELLI