Pubblicato Martedì, 11 Gennaio 2022
Scritto da Amm.ne Provinciale Teramo


La strada che unisce le Province di Teramo
e L’Aquila ma divide l’Ente Parco.

Un progetto dei Comuni di Crognaleto e Campotosto
ritenuto dagli enti locali “strategico per il rilancio
turistico dell’intero comprensorio del Gran Sasso”

Si cerca una soluzione per salvare l’idea
e il finanziamento che risale al 2014

C’è una strada che “unisce” le Province di Teramo e L’Aquila: un progetto di comprensorio ritenuto utile dai due enti e anche, ovviamente, da chi l’ha proposto: il Comune di Crognaleto che nel 2014 è assegnatario di un finanziamento di 5 milioni e 600 mila euro dallo “Sblocca Italia”. Si tratta del progetto “Comprensorio Tottea-Campotosto”, oggi un’antica mulattiera che percorre il Sentiero Italia del Cai, domani, nelle intenzioni del Comune che la propone una ciclopedonale che unisce la montagna, e le comunità, teramane a quelle aquilane partendo da Tottea e arrivando al lago di Campotosto. Il progetto, però, è stato bocciato più volte dall’Ente Parco Gran Sasso – Monti della Laga e, al di là della contrarietà degli Enti Locali, si sta cercando di superare le criticità rilevate, ma non sempre condivise, per non perdere quello che secondo il sindaco di Crognaleto, Giuseppe D’Alonzo:è un ambizioso progetto di rilancio dell’area interna attraverso quella che è l’infrastruttura non invasiva e compatibile con l’ambiente tutelato”.

Questa mattina, in Provincia, si sono quindi ritrovati i presidenti della Provincia delle Province di Teramo e L’Aquila, le rispettive strutture tecniche, i Comuni di Crognaleto e Campotosto (era presente fra gli altri la vicesindaca Gaetana D’Alessio) coadiuvati dai tecnici che in questi anni hanno lavorato al progetto; aggiudicato da anni alla Mar Appalti.

Come garantiamo agli uomini e alle donne che vogliono rimanere in questo territorio una prospettiva di futuro? Lo spopolamento continuo e incessante di questi anni ci mette di fronte a delle domande. Noi non siamo quelli che vogliono sventrare montagne e boschi, abbiamo una storia personale e istituzionale di rispetto e tutela dell’ambiente ma ci sta che qualcosa non funziona e che possa essere cambiato” ha dichiarato il presidente Diego Di Bonaventura mentre il presidente de L’Aquila, Antonio Caruso, ha voluto sottolineare che questa vicenda “unisce al di dei confini politici e tecnici, bisogna essere pragmatici, nessuna guerra ma un approccio diverso nel rapporto fra Parco e territorio”. Nel presentare il suo progetto, il sindaco D’Alonzo ha ricordato le “decine di tavoli tecnici già fatti col Parco, i sostanziali cambiamenti che in questi anni hanno impegnato i progettisti per superare le obiezioni del Parco. Fino ad oggi tutti bocciati”.

Con la supervisione della Provincia, quindi, oggi si apre una nuova fase: l’incrocio del progetto con tutta la normativa urbanistica e quella del Parco per verificare se ci sono le condizioni per operare ulteriori miglioramenti “senza il rischio di perdere il finanziamento e, ancor peggio, di vanificare sei anni di lavoro” ha sottolineato D’Alonzo. Anche per questo stamattina al tavolo di confronto c’erano l’architetto Giuliano Di Flavio (responsabile PTP della Provincia) e il dirigente Francesco Ranieri.

Il progetto, oggi, dopo una serie di modifiche, è già una ciclopedonale, percorribile quindi a piedi, in bici e a cavallo con l’esclusione di mezzi motorizzati. Ma il Piano del Parco, sostiene l’ente che boccia l’intervento, non prevede strade nella zona A1 anche se con una deliberazione approvata nel 20025 (numero 16) lo stesso Ente Parco, si legge nella relazione tecnica, approvava un progetto analogo sul medesimo tracciato con l’obiettivo dichiarato di creare un collegamento fra l’abitato di Tottea e il Lago di Campotosto. La strada da percorrere, con l’aiuto tecnico degli enti sovracomunali come le due Province, è quella del “dialogo costruttivo”.

“E’ una vicenda che colpisce e che è simbolica al di là delle persone e dei protagonisti” chiosa il presidente Di Bonaventura: “la Comunità del Parco è un organismo dell’Ente Parco ed è composto da Sindaci e da amministratori locali: i Piani possono essere cambiati, certo una riflessione va fatta”.