RICORDO DEL PROFESSOR MARIO NARDICCHIA.
HA PORTATO L'ABRUZZO NEL MONDO
Dopo lunga sofferenza, per un male ribelle ai tentativi della scienza, ha concluso la giornata terrena, il Prof. Mario Nardicchia, storico preside di Cepagatti. Il giorno della dipartita il 16 maggio, quest’anno giorno dell’Ascensione del Signore. Un giorno importante per la fede cattolica. Il Professore era uomo di fede e costruttore di reti di relazioni.
Originario del comune della provincia di Pescara, più vicino a Chieti che alla città dannunziana, si laureò all’Orientale di Napoli. Nel piano di studi, incluse, aspetto singolare, la lingua portoghese, da non molto attivata nell’ateneo abruzzese, con i corsi della Prof.ssa Cecilia Santanchè, brasiliana di origine italiana, e con momenti di formazione culturale in un locale di Via Caboto.
Era uno studioso e un viaggiatore il Professore. Legato alle associazioni degli abruzzesi nel mondo, era vessillifero della sua regione. Uno degli ultimi lavori, prima dell’incontro con sorella morte, il censimento delle scuole di ogni ordine e grado con eponimo Gabriele D’Annunzio.
La ricerca ha coinciso con l’uscita del film “Il cattivo poeta”, sulla figura dell’Orbo Veggente. D’Annunzio, oltre all’Università abruzzese con sede a Chieti, ma con plessi nell’antico capoluogo dell’Abruzzo Citeriore e Pescara, è titolare di tre scuole superiori, Pescara (e non poteva essere altrimenti), Gorizia e Fidenza. L’Abruzzo non ha molto considerato il Vate, forse per il legame con il fascismo e alcuni scritti discutibili, per dirla con le parole del preside Francesco Desiderio.
In provincia di Teramo, appena una scuola a Roseto. Per non parlare dell’odonomastica che non ha riservato vie principali a D’Annunzio. Per rimanere alle Terre del Cerrano, se Pineto (paese della consorte del Prof. Nardicchia) gli ha dedicato la via maggiore del lido (e qui torna il problema del nome del comune, ispirato alla lirica dannunziana “La pioggia nel pineto”, ad Atri, una strada secondaria di periferia è arrivata poco tempo fa. E ancora arriva il mezzobusto del Vate, in una delle quattro nicchie vuote della facciata del Teatro Comunale. Un’occasione potevano essere i 140 anni dell’entrata in funzione.
Con il Professor Nardicchia era una gioia conversare su tanti argomenti culturali e sociali. Anche su Gabriele D’Annunzio. Siamo vicini alla sua famiglia, con la preghiera e l’affetto.
SANTINO VERNA