Pubblicato Martedì, 27 Aprile 2021
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

RECOVERY PLAN ATTO FINALE

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Recovery Plan nella seduta del 24 aprile 2021. Il Recovery consta di due documenti: il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e Linee Guida.

Dal termine utilizzato nasce un problema. Forte del ricordo della seconda avviamento, vado a leggere lo Zingarelli il quale definisce Resilienza “proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi”.  Definizione che non c’entra nulla con gli argomenti del Recovery. Lo Zingarelli porta solamente questa definizione e non ci sono né sinonimi nè altri significati.

Con quale significato abbiano utilizzato il termine Resilienza nel Piano non lo so. Mi viene in soccorso mia moglie, la quale vedendo il mio dubbio dice che “da quando Rita Pavone ha cantato la canzone resilienza a S. Remo la mettono da tutte la parti”.

Poco tempo fa Draghi ci ha deliziato con il rimprovero fatto a tutti di usare termini inglesi ma pure lui ci casca e così nel documento troviamo un termine che nel contesto in cui viene utilizzato non esiste, secondo lo Zingarelli, in italiano e con la traduzione del termine “mission”.

Il termine “mission” deriva dalla cultura giapponese della qualità ed ha un significato ben preciso, esso è lo scopo della società. Un esempio, per far capire meglio. La “”mission” del Pan Ducale è: produrre prodotti dolciari. Tradotto in italiano con missione, missioni vedo lo lo Zingarelli e non trovo la definizione del suo significato originale giapponese.

Il Piano è formato da 380 pagine per una spesa di 221,50  miliardi di cui 122,60 di prestiti (da restituire all’Europa a basso interesse e in 30 anni) e 68, 90 a fondo perduto. Il Piano è suddiviso in missioni e progetti ognuno con una propria sigla (che riporto perché nel futuro esse sono pietre miliari per comuni, enti, società, professionisti, e per tutti coloro che lo utilizzeranno).

Le missioni sono 6: M1 Digitalizzazione, innovazione e competitività; M2 Rivoluzione verde e transizione ecologica; M3 Infrastrutture per la mobilità e le telecomunicazioni; M4 Istruzione, formazione, ricerca e sviluppo; M5 Equità sociale, di genere e territoriale; M6 Salute.

Ad ogni missione sono associati un numero di progetti, con la sigla C, per scendere poi nei singoli dettagli per ogni progetto. I numeri dei progetti sono: M1 3 progetti; M2 4 progetti; M3 2 progetti; M4 2 progetti; M5 3 progetti; M6 2 progetti.

Per l’Abruzzo e per Atri cosa comporta questo piano? Ho cercato di scendere nei singoli progetti ma non ci sono riuscito. Per l’Abruzzo ci sono 9,3 miliardi di lavori, tutti suggeriti dal Consiglio regionale e approvato dal governo e che riguardano le seguenti tipologie di opere: mitigazione dal rischio da frana, alluvione e erosione costiera; bonifiche e recupero ambientale dei siti contaminati, anche da amianto; potenziamento e rafforzamento delle infrastrutture viarie statali, provinciali e comunali; risanamento e riefficientamento delle reti degli acquedotti; adeguamento impianti di depurazione e reti fognarie; rischio sismico delle scuole; edifici strategici per le finalità di protezione civile; messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle case popolari; imprese innovative, smart e settore green; porti; aeroporto di Pescara; interporto di Manoppello; ammodernamento di tratte ferroviarie e del trasporto pubblico locale.

Naturalmente nel Piano ci sono i luoghi a cui si applicano le opere ma non sono riuscito ad entrarci. 

Per Atri c’è poco, c’è la strada che da Casoli porta alla statale Adriatica come ha scritto il comune su Indialogo. Ci potrebbe essere qualcosa sulla digitalizzazione e sulla manutenzione degli  acquedotti.

Nicola Dell’Arena