CONSEGNATO IL “SATURNINO D’ORO” AL PROF. CONCEZIO LEONZI

UN PREMIO MERITATO “ALLO SPIRITO DI VOLONTARIATO PASSIONALE E OSTINATO” DEL DIRETTORE DELL’ARCHIVIO “DI JORIO”

Domenica 30 marzo 2014 alle ore 16,00  è stato consegnato il premio regionale Saturnino d’oro” al Prof. Concezio Leonzi, Direttore dell’Archivio Di Jorio di Atri con questa motivazione : “Per l’eccezionale impegno posto nel recuperare, discernere criticamente e pubblicare nei numerosi CD tutte le opere di uno dei maggiori musicisti abruzzesi,Antonio Di Jorio, riscoprendone la figura e rendendone di pubblico dominio non solo i notissimi canti d’Abruzzo, ma anche le opere sinfoniche, le operette, la musica sacra, i canti italiani e napoletani, le romanze e la musica da camera”.

 

Sono stato presente alla bella manifestazione in compagnia del vecchio amico Nino De Galitiis nella chiesa di San Panfilo di Villagrande di Tornimparte (un gioiello tra le rocce della conca aquilana) presente un pubblico  numerosissimo tra cui ovviamente i coristi del Di Jorio con a capo il suo undicesimo Presidente, il Ragioniere Tonino Manco. Dico subito che mai premio fu così meritato, ma comincio da lontano perché se si è arrivati all’Archivio premiato, bisogna tornare al 1975, quando il compianto Massimo di Febbo, primo Presidente e fondatore della corale A. Di Jorio, ebbe una felicissima intuizione, chiamare il coro che stava nascendo con il nome appunto di Di Jorio (secondo me l’archivio nasce anche da questa trovata). Idea sicuramente vincente e, lì per lì, anche parecchio spiazzante perché non s’era mai visto intestare qualcosa ad un vivo. Infatti la sera del debutto della corale, 14 febbraio 1975, l’anziano Maestro, vivo e vegeto, arrivò con sua figlia Pasquina al palco d’onore del teatro di Atri, quel Teatro a cui aveva dato tanta bella musica nel suo periodo atriano. Mentre riascoltava le sue celeberrime arie abruzzesi tra applausi e ovazioni degli atriani capì che non lo avevano dimenticato e sentì che non avevano mai smesso di amarlo. Dirigeva il Coro che portava il suo nome Glauco Marcone che aveva preparato questa nuova formazione con molti giovani inseriti nella consolidata e famosa Cantoria di S. Francesco. Tra i giovanissimi c’era un ragazzino: Concezio Leonzi. Cantava con i tenori (i tre Modestini: Mario, Enrico e Arturo) e negli anni divenne un collaboratore instancabile del consiglio direttivo. Dal trasporto delle panche alla contabilità, dal canto al tutto fare.  Fu così che il giovanissimo studente di Conservatorio incontrò Di Jorio. Intanto, con il passare degli anni, svariate decine e decine di persone avrebbero indossato il costume abruzzese del coro.

Seguiranno sei sette anni di intensissima attività della corale (anche quaranta concerti all’anno) in Italia e all’estero, oltre la pubblicazione di uno storico vinile realizzato negli studi romani della RCA. Nel frattempo era diventato Presidente Nino De Galitiis e la bacchetta era passata al Prof. Alfonso Bizzarri. Fu un periodo “eroico”. Ricordo che da sotto casa mia partiva il furgone Di “Mimì” Iommarini con tutti i marchingegni dell’impianto di amplificazione. A bordo c’era sempre Quinto Paolini che curava la diffusione del suono e delle voci all’aperto fin nei minimi particolari. Un grandissimo sacrificio per ottimi risultati nelle varie piazze italiane.

Ma Di Jorio muore a Rimini nel1981. Aquesto punto La figlia, la Professoressa Pasquina, decide di donare tutta la produzione del Maestro al Comune di Atri e decide anche di nominare il coro, che portava il nome di suo padre, custode dei beni stessi. Passeranno, però, molti anni … e i numerosi pacchi trasportati in più viaggi dal presidente Nino De Galitiis da Rimini ad Atri con la sua auto, saranno presi in consegna dall’ex ragazzino nel frattempo diplomatosi al Conservatorio e passato alla direzione del Di Jorio: Concezio Leonzi.

Gli atriani sanno che io, per una quindicina d’anni, ero un basso del Coro e anche il presentatore. Il caso  volle che nel1993 miritrovassi assessore alla cultura quì nel mio paese. E per me uno dei primi problemi fu quello di dare una sistemazione conveniente ai materiali di Di Jorio che giacevano da più di un decennio ora quà, ora là a seconda delle sedi di fortuna che il coro riusciva ad avere. La pregiatissima donazione sembrava proprio destinata a non trovare dimora a causa di un proprietario, il Comune, sempre preso da altro! In questo decennio di trasmigrazioni, se i materiali di Di Jorio non fossero capitati nelle mani di Concezio, con buone probabilità avrebbero fatto la fine degli spartiti di Primo Riccitelli, il grandissimo musicista teramano. Anche in questo caso ci fu una donazione al municipio teramano, ma negli anni tutto andò perduto, ed ora qualche carta del musicista che aveva trionfato nel ‘23 al teatro dell’opera di Roma e nel ‘24 alla Scala con i “Compagnacci”, si trova, come sciocco trofeo, nei salotti di qualche teramano convinto di amare l'arte! Ovviamente  Concezio ha il merito di aver impedito la dispersione delle carte, dei cimeli, dei manoscritti, delle lettere delle fotografie, delle medaglie, dell'orologio da tasca del Maestro ecc …

Stando così le cose capii che non avevo scampo. A questo punto l’eredità Di Jorio andava sistemata tanto più che me l’ero guadagnata anche io cantando e presentando il coro per una quindicina d’anni, insomma lavorando per il coro insieme a centinaia di coristi. Cioè gli atriani se l’erano proprio guadagnata questa eredità. Purtroppo era passato già troppo tempo! Più di dieci anni e, per ironia, ne sarebbe passato ancora … La Sovrintendenza alle belle Arti, infatti, mi stava per bocciare il progetto con cui proponevo l’Archivio! Colpa del tasso di umidità nel ridotto del Teatro Comunale restaurato di fresco! Non mi dilungo e, tra gare per l’acquisto degli espositori e le resistenze del Segretario Comunale, poi superate, ma che scoprì che un comune non poteva ricevere donazioni, arrivammo alla nascita dell’Archivio. 14 dicembre 1996! A questo risultato si potè giungere con il prezioso aiuto del Prof. Marco della Sciucca (musicologo) e del Prof. Concezio Leonzi che a questo punto diventò, per nomina del Sindaco, Direttore dell’Archivio. Ovviamente la giuria del Premio questa retro-storia non la poteva sapere. Ha però notato i buoni frutti dell’Archivio. Le numerose pubblicazioni di CD che il suo Direttore è riuscito a produrre negli anni, tutte di livello, per non parlare delle cinque tesi di Laurea su Di Jorio, e del lavoro che i ricercatori fanno studiando i materiali dell’archivio. Come dire che l’Archivio funziona e assolve i suoi obiettivi statutari.

Ma qui una cosa va detta. Le Amministrazioni devono aiutare l’Archivio. Lasciato a se stesso diventa un ammasso di carte impolverate. E l'estremo spirito di volontariato passionale e ostinato del Direttore Concezio Leonzi non sarà per l'eternità. Da quell’Archivio possono partire anche progetti molto ambiziosi per una cittadina che vuole essere concretamente una città d’arte! Amministratori credeteci. Atri ha un solo sbocco: il turismo culturale!

Qualcuno in regione si è accorto del grande lavoro e ci ha consentito di goderci la bella festa della premiazione nella Sistina dell’Appennino sicuramente con il sorriso di Pasquina e de lu Mastre che non sono più con noi ma che ... sono sempre con noi.

Nino Bindi