Pubblicato Martedì, 16 Marzo 2021
Scritto da Nicola Dell'Arena

Il cantiere delle idee

IL SERBATOIO TRA PASSATO E FUTURO 

La ristrutturazione del serbatoio dell’ACA ha fatto aprire un dibattito sul suo utilizzo. Prima si dire qualcosa di nuovo un po’ di storia non fa male.

Nel suo posto c’era il giardino dell’asilo infantile (così si chiamava). Su facebook girano delle foto con i ragazzi dell’asilo fatte proprio nel giardino. Al giardino si accedeva dall’interno dell’asilo tramite dei gradini a forma semicircolare. Dall’esterno si accedeva tramite un cancello, quasi sempre chiuso, in ferro (che scavalcavamo con estrema facilità).

All’interno c’erano 2 aule per i ragazzi le cui maestre erano suor Vincenza e suor Caterina suore “cappellone” o come si chiamavano ad Atri di Ricciconti. Aiutava le suore una ragazza di S. Domenico, alta e magra di nome Angelina che poi andò sposata al nord (no so se in Emilia Romagna e la zona di Milano). In quel periodo andava di moda sposarsi con uomini del nord. Inoltre c’era una grande sala, dove si pranzava e dietro la cucina con la cuoca Giuseppina, che se non ricordo male abitava a fianco del convento delle clarisse. L’asilo, per l’occasione si rivestiva a festa per i matrimoni: pranzo nella grande sala e anche ballo.

In quegli anni ad Atri c’era una bellissima usanza, per il buon augurio degli sposi, sia all’uscita della chiesa che davanti al luogo del pranzo si buttava insieme al riso monetine da 5 o 10 lire e confetti. Noi ragazzi stavamo fuori per raccogliere confetti e monetine e c’era una gara per raccoglierne di più.

La fortuna ti aiutava se la monetina finiva nei tuoi paraggi e sinceramente non ero fortunato perché solo nel matrimonio di Zippilli, nella sua casa vicina alla chiesa di San Rocco, ha raccolto una monetina.

Negli anni 60, su richiesta dall’Acquedotto del Tavo, il serbatoio venne costruito per purificare l’acqua che scorreva in condotte vecchie e pertanto dei batteri e microrganismi potevano esserci.

Perché venne costruito in quel punto? Semplice, per il principio della fisica sui vasi comunicanti. Quel punto era il più alto di Atri e l’acqua venendo dalla montagna arrivava nel serbatoio e dal serbatoio veniva ridistribuita a tutta Atri senza problemi. Inoltre, c’era il giardino e non c’erano case e manufatti da abbattere. Allora non c’era la contestazione a tutti i costi, come accade adesso per qualsiasi cosa ci sia da fare. Tutto faceva pensare che fosse la migliore soluzione possibile.

Perché il serbatoio venne costruito con quella architettura? In quel periodo tutto si faceva in cemento armato, le costruzioni in mattoni non c’erano più. I serbatoi di qualsiasi tipo erano fatti a fungo, vuoti sotto e il serbatoio sulla sommità. Era lo stile di quel periodo in tutta Italia. Allora non c’era il problema dell’impatto ambientale e nessuno parlò, nessuno fece un minimo cenno di contrarietà e il serbatoio fu costruito ed ha effettuato la sua funzione.

L’impatto ambientale del serbatoio non è poi così eccessivo. Solo dal cimitero si evince, mettendo insieme il serbatoio e la torre di S. Francesco che qualcosa stona nei due stili completamente diversi tra loro. Per tutti gli altri punti di Atri questa percezione non si avverte perché il serbatoio rimane nascosto allo sguardo.

Nell’attuale ristrutturazione si poteva, con qualche tecnica, attutire l’impatto ambientale perché per adesso non è possibile eliminarlo.

Ho letto delle proposte per la sua eventuale sostituzione, che potrà avvenire solo quando il serbatoio non serva più all’ACA. La più bella, anzi meravigliosa, è quella di sostituirla con un ristorante. In un mio articolo suggerivo di costruirlo sulla Rocca di capo d’Atri. Ma sul serbatoio dove esiste un panorama a 360°, dai monti al mare e con maggiora ampiezza, è certamente più bello e più incantevole.

Stare seduti e con uno sguardo ammirare tutto ciò che la natura ha regalato a buona parte dell’Abruzzo è meraviglioso ed Atri ha questo privilegio.

Nicola Dell’Arena