Opinioni \ Riflessioni

LA MISSIONE DEL PAPA IN IRAQ 

Il Papa ha fatto visita all’Iraq. Un viaggio storico, è la prima volta che un Papa arriva nella terra di Abramo. Per capirne il significato basta rileggere la Bibbia e vedere quante volte Dio (o l’Onnipotente per i protestanti) richiama l’alleanza con gli ebrei nel nome di Abramo.

Nel suo saluto a Mattarella il Papa dice di andare in come Iraq pellegrino.

Domenica 7 marzo, di prima mattina, il Papa si trova a Mosul,  una città distrutta dalla guerra contro l’ISIS nel 2016 e2017. AMosul il 29 giugno 2014 fu annunciata da Al-Baghdadi la nascita del califfato e ne è stata la capitale. Il califfato è stata una zona del mondo arabo in cui regnavano i terroristi dell’ISIS i quali hanno commesso le più grandi nefandezze.

A Mosul sulla piazza delle 4 chiese, di cui qualcuna distrutta dalla violenza cieca di uomini abbagliati e intrisi e di odio puro, il Papa lancia la sua trilogia.

“Se Dio è il Dio della vita - e lo è - a noi non è lecito uccidere i fratelli in suo nome”. “Se Dio è il Dio della pace - e lo è - a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome” .  “Se Dio è il Dio dell’amore - e lo è - a noi non è lecito odiare i fratelli”.

Non è la prima volta che il Papa pronuncia questa trilogia ma ripetuta a Mosul, luogo martire e di sofferenza, acquista un valore e un significato importantissimi.

Il Papa recita la preghiera “per tutti noi, perché al di là delle appartenenze religiose, possiamo vivere in armonia e in pace, consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli e sorelle”.  Anche per questa preghiera  non è la prima volta che viene recitata ed è riportata in alcune Encicliche e nel documento sulla “Fratellanza umana”.

Da secoli la colomba bianca è il simbolo della pace e dell’amore e il suo volo è auspicio di pace. Dalle macerie e dalla violenza di Mosul il Papa ha inviato a tutto il mondo mussulmano e cristiano il miglior simbolo di pace.

Il Papa non è stato solo a Mosul, è stato nella città di Qaraqosh, dove la comunità cristiana fu scacciata e in parte massacrata dai miliziani dell’ISIS, accolto dai cristiani e da alcuni mussulmani ed è stato ad Ur a pregare nella casa di Abramo.

C’é stato l’incontro tra il Papa l’Ayatollah Al–Sistani, guida religiosa e carismatica degli sciiti dell’Iraq, di nascita iraniana. Dalle immagini televisive ho visto l’Ayatollah leggermente freddo durante l’incontro con il Papa.

Il Papa, in Iraq, non si presenta a mani e vuote, porta con se due documenti, due pietre miliari riguardanti il futuro rapporto tra cristiani e mussulmani. Il primo è l’accordo sulla “Fratellanza Umana” e il secondo l’Enciclica “Fratelli tutti”.

Il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” fu firmata il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi insieme al Grande Imam Al-Tayyed che è il capo carismatico dei sunniti. Il documento contiene punti precisi di cose da fare per una migliore collaborazione tra cristiani e mussulmani e per l’applicazione stessa del documento. L’incontro e il documento sono serviti per ricordare che Dio “ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra loro”.

L’Enciclica, secondo le intenzioni del Papa “raccoglie e sviluppa grandi temi esposti nel Documento”. Ed inoltre deve far sì che tutte le persone di buona volontà “siano in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” (paragrafo 6).

Nicola Dell’Arena