Pubblicato Venerdì, 19 Febbraio 2021
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

IL SISTEMA E L’UOMO

Palamara si è fatto prendere dal “Sistema” e lo si deduce dalle prime (pagina 7) parole del libro: “Sono consapevole di aver creato un sistema che per anni ha inciso sul mondo della magistratura e di conseguenza sulle dinamiche politiche e sociali del paese”.

Ma chi è Palamara?

Palamara è un giudice figlio di un giudice, il cui padre Rocco era socialista e consigliere giuridico di Bettino Craxi. Il padre muore  nel 1988 prematuramente e lui a 19 si ritrova da solo. Quel giorno decide che anche lui voglia fare il magistrato. Così dal 1988 al luglio 1991 supera tutti i 21 esami, con la media del 30, e nel mese di novembre, a soli 22 anni,  si laurea alla Sapienza di Roma.

A pagina 50 Palamara racconta “tutte le amicizie che contavano si sono improvvisamente dileguate. Mi ritrovo solo, nel 1996 supero il concorso e il 15 dicembre 1997 inizio la mia avventura in magistratura”.

Queste brevi parole dimostrano che è un ragazzo intelligente e bravo ed anche preparato.

Dal 2008 al2012, asoli 39 anni è stato il presidente, il più giovane di tutti, dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati). Questo significa che è bravo, preparato e sa utilizzare bene l’arte della mediazione e della convinzione.

Come capita a pochi fortunati, per non scrivere figli di papà, Palamara effettua tutti gli studi scolastici alla prestigiosa  scuola  cattolica Cristo Re di Roma, e a pagina 50 si legge “Quella era stata la educazione, e quello era il mio orientamento culturale: un cattolico moderato i cui primi voti oscillavano tra i partiti di centro”.

Una sola cosa mi chiedo: è possibile che una persona brava e moderata non si sia mai chiesto cosa sto facendo, è possibile che  non abbia mai avuto un minuto di riflessione nella sua convulsa vita?” Palamara lo dice subito a pagina 7 “Non rinnego quello che ho fatto”.

Non ha mai pensato che stava facendo del male. “Non rinnego quello che ho fatto”, dice a pagina 7. Anzi gli piaceva quello che stava facendo. Gli piaceva essere al centro del mondo e del potere.

Per ben due volte Palamara cita una frase del giudice Ercole Aprile “Perché in quella camera di consiglio ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare”. A pagina 205 Palamara ci dice questa frase che il giudice Aprile la attribuisce a quello che è accaduto durante la camera del consiglio con la quale Berlusconi fu condannato a risarcire, in modo spropositato, De Benedetti nel lodo Mondadori.

Dopo aver letto questa frase ho continuato a chiedermi “ma è possibile che non abbia avuto un attimo di lucidità per uscire fuori da questo meccanismo infernale?”. La sua educazione cristiana non gli ha aperto un barlume nella sua mente? Tradimenti, coltellate, cecchini, pizzini, manine, omertà, menzogne, tutto c’era, di cattivo, di orrendo e di brutto, nel “Sistema”.

All’inizio della vicenda lo avrei assolto ma dopo aver letto il libro dico che lui ha grosse colpe e grandi responsabilità su quello che è accaduto nella recente storia italiana. Non esagero se dico che si sono stati colpi di stato moderni.

Nicola Dell’Arena