Pubblicato Lunedì, 01 Febbraio 2021
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

IL SISTEMA E LA MAGISTRATURA 

Il Sistema è il titolo del libro uscito in settimana che contiene l’intervista di Alessandro Sallustri, direttore de “Il Giornale”, che ha fatto a Luca Palamara, il potente magistrato che ultimamente è stato radiato dalla magistratura.

Il Sistema, come l’ha chiamato lo stesso Palamara, è il metodo di  potere che vige nella magistratura, fatto da un insieme di correnti che mediano su qualsiasi cosa debba accadere all’interno della magistratura.

Il Sistema è un qualcosa che deve essere difesa quando qualcuno che non appartiene alla magistratura (leggi politica) lo attacca o quando un magistrato che non appartiene alle correnti lo mette in discussione.

Il Sistema è quel mostro che se è attaccato ti ammazza, per fortuna non in senso vero, ti distrugge, ti disintegra. Nello scontro tra Robledo e Bruti Liberati Palamara dice (pag. 232) “Robledo andando allo contro Bruti Liberati, si è suicidato, non poteva uscirne vivo perché il Sistema è spietato e non fa prigionieri”. 

Il Sistema è il primo libro che, in vita mia, ho letto le 300 pagine in pochi giorni. In borsa ho anche l’Enciclica “Fratelli tutti” ma non riesco a finirla perché mi rimane pesante e non la digerisco.

Dopo aver letto il libro, tutto di un fiato, posso dire una parola forte: che schifo.

Nella magistratura e tra magistrati c’è di tutto: cecchini, manine, tradimenti, coltellate alle spalle e pizzini. Tutto descritto nel libro e documentato nel cellulare di Palamara. I magistrati che devono essere integerrimi per giudicare con serenità noi comuni mortali sono i primi ad utilizzare gli stessi strumenti. Che fiducia possiamo avere come cittadini di questa magistratura?

I cecchini e le manine sono, secondo quanto detto da Palamara,  persone,  non ha parlato di giudici, che al momento giusto tirano fuori un dossier compromettente, che giace da anni nel dimenticatoio, contro il giudice di cui si dovrà prendere la decisione. E di questi casi il libro ne racconta parecchi. Permettetemi una cattiveria. Andreotti davanti a questi sembra un ragazzino alle prime armi.

I pizzini, solo per rimanere focalizzato su Palamara, gliene ne  arriva almeno tre. Due dal suo amico Pignatone, il giudice moralizzatore di Mafia Capitale, ed uno attraverso il  Fatto Quotidiano a firma del giornalista Marco Lillo, che ha ricevuto il dossier da un anonimo, il libro fa capire che sia stato un magistrato.

Lo stesso Palamara lancia un pizzino quando parla di cellulari e dice (pagina 254) “spero di recuperare quello precedente, che al momento non trovo”, naturalmente è quello non intercettato, come fece Andreotti con Craxi quando, in piena bufera disse che stava ristudiando alcuni dossier.

Parliamo dei tradimenti e delle coltellate, riporto un solo esempio (pagina 145) “Pignatone, quel giorno a me alleato, insieme a De Ficchy, quel giorno a lui nemico, decideranno la mia morte”.

Chiudo con le parole di Palamara su cosa sia il Sistema “quando ho toccato il cielo il Sistema ha deciso che dovevo andare all’inferno”.

Nicola Dell’Arena