Pubblicato Martedì, 08 Dicembre 2020
Scritto da Alberto Sporys

Una Storia da raccontare

Otto Dicembre, ricordi con immagini della festa dell’IMMACOLATA

 Come ogni anno torna l’8 dicembre con l’appuntamento più magico e incantevole dell’ antica città preromana HATRIA PICENA e poi città ducale CIVITAS VETUSTA della famiglia ACQUAVIA. Tutti gli Atriani aspettano con ansia questa data, perché tornano a rinnovare il millenario rito che, ancora oggi, stupisce e sorprende, sfilare per le strade del Borgo con LI FAEGN.

Li FAEGN in dialetto atriano, in italiano I Faugni, sono alti fasci di canne secche, una volta venivano accese arrete a la terre, dietro la piazzetta della torre campanaria della Basilica Cattedrale dell’Assunta all’alba dell’8 dicembre, vengono portati in processione, accompagnati dalle note musicali del brano “MARISA” della tradizionale banda, per le vie del centro storico di Atri.

La sera del 7 dicembre, dopo la S. Messa, la benedizione del Sacro Fuoco da parte del parroco della Cattedrale e la benedizione di rito, le famiglie si riuniscono in casa invitando amici e parenti, per passare la nottata a giocare a tombola, a carte con le partite a Stoppe, Ramino, Scala 40, Poker, a mazzitt, i più piccoli al Mercante in fiera e tanti altri giochi.

Ogni tanto la padrona di casa offre agli invitati, poggiando sul tavolo un vassoio con fette di pane unto con olio di oliva, pane che li pependene e ove , pane con spalmato sopra la ventricina o saggecce frsche, dopo qualche tempo arriva il vassoio che li sfujatelle,e caggiunett, cicerchiate e altri dolcetti.

Li caggiunett sono preparati con vari ripieni: castagne e ceci, marmellata d’uva nera con mandorle buccia d’arancia e cannella.

Si va avanti fino alle 4,30 del mattino, poi tutti insieme giovani e vecchi si recano in piazza Duomo, in attesa della consegna de li Faegn, che verranno successivamente pestati alla cima con i piedi, prima dell’accensione, intanto al centro della piazza s’artizz il Fuoco Sacro, “Lu Fucalene” acceso la sera prima e benedetto.

E’ ancora notte, la piazza si và riempiendo di persone, i portatori de li Faegn sono già intorno al grosso braciere, alle ore 5, le campane della Torre suonano a festa, si accendono i fasci di canne, ci si mette in fila sui due lati della strada, la Banda inizia a suonare la famosa marcia de li FAEGN “MARISA”.

Si parte, a passo di marcia si attraversa tutto il paese, qualcuno in mezzo al gruppo piange per colpa del fumo che gli arriva negli occhi, altri cercano di riaccendere il falò perché si è spento, colpa della mancata pistatere prima dell’accensione.

Ragazzi e ragazze che percorrono la strada avanti la banda, imitando con la voce il motivo, si divertono a suonare campanelli e batocchi delle abitazioni, per far svegliare i proprietari al grido “Li FAEGN OH”.

Nel giro di mezz’ora si è fatto il giro del paese, si arriva di nuovo in piazza Duomo e sul mucchio di legna rimasta si accatastano i fasci di canne rimaste, creando un grosso Falò, Lu Fucalene.

In un primo momento tutti sono vicini al fuoco per riscaldarsi, man mano che la fiamma divampa sempre più in alto, i vari gruppi cominciano ad allargarsi creando un vuoto intorno al grosso braciere.

Si arriva così alle ore 6 la piazza si va vuotando e la Cattedrale si riempe di fedeli che assisteranno alla prima messa solenne.

Intanto fuori sono arrivati i netturbini per rimuovere quel che resta de lu Fucalene, tutto è caricato su un camion e soffocato con sabbia, alle ore 7 la piazza è pulita come uno specchio, altri netturbini sono in giro per Atri a raccogliere tutte le canne bruciate che sono cadute da li FAEGN.

Durante la giornata solo pochi avventori per le strade, sono tutti a dormire, per recuperare il sonno perso e prepararsi per la Messa Solenne presieduta, oggi, da S.E. il Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri Mons. LORENZO LEUZZI.

Quest’anno non ci saranno i fuochi d’artificio a causa del Corona Virus.

Speriamo che l’anno prossimo ci porti cose più belle e una festa migliore.

Alberto Sporys