Pubblicato Giovedì, 20 Agosto 2020
Scritto da Santino Verna

NUOVO LIBRO DI POESIE DI FRANCESCO CARLOMAGNO 

Il nuovo piccolo libro di poesie di Francesco Carlomagno si chiama “Un gaio muoversi di stelle”. Nel titolo c’è il ricordo del figlio Lorenzo, prematuramente scomparso, per via di una terribile malattia, sei anni fa. Il richiamo alla notte di S. Lorenzo è grande, non solo per il figlio Lorenzo, ma per la geografia salvifica (locuzione cara a Giorgio La Pira): il poeta è nato a S. Lorenzo Bellizzi e da più di mezzo secolo vive a Firenze, dove Lorenzo il Magnifico promosse il culto al suo Santo patrono. Segno tangibile è la Basilica di S. Lorenzo, meta di ogni turista a Firenze, e una delle principali chiese del capoluogo toscano. Il libretto ha raggiunto gli amici, proprio nell’imminenza della notte delle stelle cadenti, nelle ore in cui piange il Cielo, di dolore e commozione, per l’ingresso in Paradiso di S. Lorenzo, di pascoliana memoria.

Francesco Carlomagno, nato al confine tra Basilicata e Calabria, fieramente calabrese, è laureato in psicologia e specializzato in psicoterapia dinamica e tecniche di rilassamento. Ha lavorato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, e subito è entrato nel mondo culturale, sociale e umanitario della città, allora in fibrillazione con la Chiesa di convinzione. Essendosi formato, nella sua Calabria, con il minimo paolano Antonio Rugiano, divenne amico di P. Ernesto Balducci, rientrato a Firenze, grazie a S. Paolo VI, ma non in diocesi, perché si stabilì alla Badia dei SS. Pietro e Paolo di Fiesole. Con lo scolopio di S. Fiora, sempre accanto a minatori, operai e poveri, condivise tante battaglie, fino all’improvvisa dipartita, avvenuta poche settimane dopo quella di Padre Turoldo.

Francesco era anche amico dell’alter ego di Ernesto Balducci (non lo chiamo “padre”, perché Marco Masini dice direttamente il nome di Battesimo nella canzone dedicata allo scolopio), P. Gino Ciolini, agostiniano di S. Spirito e partecipava alla sua Messa, in una cappella della Basilica, compresa nel giro turistico, e ammirata da cattolici e non cattolici. Il cerchio si allargava con altri esponenti della “Chiesa del dissenso”, con Don Milani non conosciuto, perché già molto malato quando Francesco arrivava a Firenze, nell’anno dell’alluvione, Don Luigi Rosadoni, sacerdote senese, Don Enzo Mazzi, della comunità dell’Isolotto e il Sindaco Santo Giorgio La Pira. E anche con personaggi più “leggeri” come David Riondino, ormai celebre volto televisivo anche per gli appassionati di calcio e Riccardo Marasco, menestrello e ricercatore di musica popolare, accompagnato dall’antica chitarra. Quest’ultimo, come Carlomagno, fiorentino di origine calabra.

Francesco vive attualmente in una storica via di Firenze, con la moglie Fiorenza e la figlia Ester, nel luminoso ricordo di Lorenzo, maestro di fotografia che, nonostante l’aggressione del morbo, volle intraprendere il Cammino di Santiago.

Ne presentiamo brevemente l’ultima opera poetica, perché Francesco ha sfiorato tante volte l’Abruzzo, quando tornava in automobile nella sua Calabria. Lo possiamo incasellare tra gli atriani di adozione, perché collega e amico di Costanzo Marcone, vissuto a Firenze dal 1969 al 2013, e poi trapiantato in Romagna. Tante le rimpatriate a Firenze, tanti i ricordi, dove aleggia la memoria delle persone passate all’altra riva. Visite fiorentine, comprendenti la visita a qualche museo e la passeggiata al centro storico.

Francesco dedica una composizione a S. Lorenzo Bellizzi, dove spicca la frase: “Tu vivrai nel tempo questo tuo ritratto: i tuoi monti e i tuoi costumi”. Un condensato di bellezza e asprezza, in una Calabria sempre in lotta per la giustizia, la solidarietà e la libertà.

E poi scorre una lista di personaggi come Rosario Vittorio Cristaldi e Leonardo Larocca. Tutto nel segno dell’amicizia e della mondialità, senza dimenticare le radici.

SANTINO VERNA